Trento Film Festival, espone Serena Battisti: “Terre al bivio”

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Quanto conta se un’artista espone le sue opere in un contesto raffinato e selezionato come quello del 71. Trento Film Festival, in una collocazione di altissimo livello, presso Palazzo Trentini in via Manci, proponendo un argomento: “Terre al bivio” che tocca le corde più alte della preoccupazione, della cura, della sensibilizzazione rispetto ai problemi del nostro tempo?

Siamo qui, ora, di fronte a una scelta

Ce lo mostra con la potenza della dolcezza immersiva l’artista Serena Battisti, roveretana di nascita, che con le sue opere ci porta direttamente nelle Terre Alte, lanciandoci poi in una stretta collisione che in un respiro ci apre una via verso le risposte che non abbiamo.

L’atmosfera senza dubbio amorevole e interiorizzante che ci assorbe è di quelle che non si dimenticano: l’empatia è d’obbligo.

In pochi minuti si passa dalla pace, alla speranza, al soffocamento del pianeta, che è attualità scottante, che conoscono benissimo gli abitanti delle terre alte, dove l’acqua è il bene più prezioso e dove si tocca con mano cosa potrà essere il futuro, se non pensiamo adesso a delle alternative.

La vita di quel modello lento, che non colpisce e non uccide il pianeta, l’abbiamo dimenticata, noi che viviamo immersi nel troppo. Ma possiamo ancora fare qualcosa. L’artista ci accoglie e ci dice come si può sentire la necessità di dire, di fare, di portare il peso di questo problema, di fare qualcosa. Almeno se non si può essere d’aiuto, si cerchi di non essere dannosi.

L’artista è nota da tempo per il suo modo di affrontare gli argomenti sociali e di attualità: sono gli artisti che possono fare qualcosa per cambiare i punti di vista, per trasmettere il messaggio giusto, ma specialmente per dare pace alla sete di possesso e di conquista che mina la felicità e causa la spasmodica ricerca di arrivare ad avere, possedere, conquistare, devastare.

L’arte come fonte e come fine, come veicolo, come mezzo e come valore. Quello che i colori possono fare, acrilico, olio, tele che pulsano. La mostra si conclude con una sorpresa, un modo per raccogliere pensieri e sentimenti.

“Questo progetto espositivo ha il duplice obiettivo di dare voce ai popoli delle Terre Alte, chiamati a misurarsi con un futuro i cui lineamenti sono ancora confusi, e di evidenziare le problematiche ambientali del nostro tempo e la responsabilità che ciascuno di noi ha nei confronti del pianeta. Duplice è anche l’articolazione del percorso, le cui due opere di apertura – dedicate al territorio indiano del Ladakh – pongono il visitatore dinanzi a un bivio concreto: da un lato si è chiamati a indagare le sfide sociali ed economiche dell’epoca contemporanea e le loro ricadute sui popoli e sulle tradizioni delle Terre Alte; dall’altro si è spinti a esplorare l’inquietudine di fronte alla crisi ambientale che minaccia il presente e il futuro dell’umanità e che ci chiama a un’assunzione di responsabilità, in primo luogo a livello individuale.”

Dal 26/04/2023 fino al 12/05/2023 Palazzo Trentini, Via Giannantonio Manci, 27, Trento

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