Videogame. “Cartel Tycoon”, la gestione di un impero del narcotraffico

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La serie tv “Narcos”, uscita qualche anno fa e ispirata alla vita del narcotrafficante colombiano Pablo Escobar, ci ha fatto respirare il clima della Colombia degli Anni ’80.

Quel clima è anche al centro di “Cartel Tycoon”, videogame gestionale sviluppato da Moon Moose (https://www.moon-moose.com) e editato di recente da tinyBuild (https://www.tinybuild.com).

Un gestionale tutt’altro che scontato e, per quanto ancora in accesso anticipato, davvero dalle dinamiche profonde e legate alla logistica.

Si tratta infatti, non solo di impersonare un boss del narcotraffico colombiano, ma di gestire un vero e proprio cartello del narcotraffico, ovvero una vera e propria rete di coltivazione, trasformazione, distribuzione di narcotici e di relativo denaro sporco o legale che sia.

Eh sì, perché non solo dovremo pensare a costruire e gestire le nostre fattorie nelle quali si produrrà oppio (inizialmente) e ortaggi nei quali nasconderlo (attraverso un’apposita officina), ma dovremo anche trasportarlo, inviarlo negli aereoporti o nei porti attraverso i quali distribuirlo. E per fare ciò dovremo controllare tali aereoporti o porti, oppure conquistarli attraverso lotte contro le bande rivali.

Per fare ciò dovremo reclutare appositi tenenti, ciascuno con caratteristiche proprie, i quali non solo ingaggeranno battaglie, ma saranno anche utili a gestire il nostro piccolo impero, a svolgere missioni (come ad esempio incendi o assassini), oppure a recapitare danaro.

Il danaro è una risorsa fondamentale, sia per costruire che per gestire ogni aspetto dell’impero narcos. Quello che ricaveremo dalla vendita di narcotici sarà danaro sporco e, pian piano, lo vedremo affluire presso la nostra residencia attraverso appositi camion. Starà a noi, poi, mano a mano, riciclarne una parte, attraverso compagnie di taxi perfettamente legali, banche, dancing club, luna park ecc…, ovvero tutti edifici che potremo acquistare e gestire legalmente !

Molto importante sarà la corretta gestione della logistica, sia quella relativa agli afflussi di danaro, che quella relativa alla coltivazione, distribuzione e vendita dei narcotici. Un solo errore potrebbe compromettere tutto e la parola d’ordine è sinergia fra tutti i settori che andremo a costruire, gestire, conquistare.

Ricordiamoci poi, naturalmente, di pagare adeguatamente i nostri tenenti e di promuoverli. Altrimenti diverranno instabili e….scoprirete che cosa potrebbe accadere !

Inizieremo partendo da una città, per poi, mano a mano, espanderci. E’ chiaro che, per poter fare ciò agevolmente, avremo la necessità di essere appoggiati o quantomeno agevolati dal Sindaco locale.

Incontriamolo, pargliamoli, tentiamo di convincerlo e accettiamo ciò che ci chiede. Dovremo scendere a patti se vogliamo controllare la città. Una volta ottenuta la sua lealtà potremo ottenerne favori, come ad esempio iniziare a costruire edifici (legali) nella sua città, chiedergli un prestito, oppure chiedergli di abbassare il nostro livello di terrore che, quando sale, significa che abbiamo la DEA, la polizia, l’esercito o il governo alle costole, i quali potranno, da un momento all’altro, farci fuori e sequestrare parte del nostro impero narcos.

Quando succede, nessun problema (si fa per dire). La partita non ha termine, anche se il nostro boss sarà morto. Potremo sempre nominarne uno nuovo fra i nostri tenenti e ricominciare a ricostruire l’impero. Tenendo presente che alcuni edifici saranno stati confiscati (aereoporti, oppure piantagioni o altro ancora) dalla polizia, dalla DEA o dall’esercito.

“Cartel Tycoon” è decisamente un gestionale non banale. Dalla bellissima grafica, dal tratto fumettistico per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi. Il comparto audio, pur rispecchiando l’atmosfera latinoamericana, risulta solamente un po’ noioso.

Le dinamiche sono numerose e, pur presentando una modalità “storia” che ci introduce, passo passo, nella gestione del nostro impero del narcotraffico e di un manuale semplice e esaustivo, a volte possono risultare un po’ ostiche e non così intuitive (e per questo consiglio, quando vi trovate in difficoltà, di consultare qualche video di YouTube).

Oltre a ciò è presente anche una modalità “sandbox” nella quale potremo, liberamente e senza missioni predefinite, gestire il nostro cartello.

In generale – “Cartel Tycoon” – interamente tradotto in italiano, è davvero un gran bel gioco che, pur essendo ad accesso anticipato e in continua evoluzione e implementazione da parte degli sviluppatori, è destinato a darci grandi soddisfazioni.

Lo scopo del gioco non è solo la gestione, l’accumulo di danaro (e relativa gestione dello stesso, cosa tutt’altro che semplice), ma anche la conquista di altri territori, sgominando così le bande e i cartelli rivali.

Ovviamente sviluppatori, editori e chi scrive, si dissociano dall’incoraggiare qualsiasi attività criminale, facendo sempre presente che “Cartel Tycoon” è un gioco per un pubblico adulto e rimane unicamente un prodotto ludico fine a sé stesso.

Per poter essere giocato è necessario un pc con sistema operativo da Windows 7 in su; 4 GB di RAM; una scheda video di fascia medio-alta e 5 GB di spazio libero su disco fisso.

E’ acquistabile e scaricabile su Steam al seguente link: https://store.steampowered.com/app/1220140/Cartel_Tycoon

Luca Bagatin

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Nato a Roma nel 1979, è blogger dal 2004 (www.amoreeliberta.blogspot.it). Dal 2000 collabora e ha collaborato con diverse riviste di cultura risorgimentale, esoterica e socialista, oltre che con numerose testate giornalistiche nazionali, fra le quali L'Opinione delle Libertà, La Voce Repubblicana, L'Ideologia Socialista, La Giustizia, Critica Sociale, Olnews, Electomagazine, Nuovo Giornale Nazionale, Liberalcafé. Suoi articoli sono e sono stati tradotti e apprezzati in Francia, Belgio, Serbia e Brasile. Ha pubblicato i saggi "Universo Massonico" (2012); "Ritratti di Donna (2014); "Amore e Libertà - Manifesto per la Civiltà dell'Amore" (2019); "L'Altra Russia di Eduard Limonov - I giovani proletari del nazionalbolscevismo" (2022) e "Ritratti del Socialismo" (2023)

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