Libera chiesa in libero Stato

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di Giuseppe Lamedica

La notizia più clamorosa di questo fine-agosto è l’improvviso annullamento dell’incontro politico tra il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, che si sarebbe dovuto svolgere all’Aquila in occasione della celebrazione della “Perdonanza celestina”. Si è trattato di una clamorosa battuta d’arresto dei rapporti tra Chiesa e Stato, rapporti che hanno segnato la nostra storia.

Leggendo il comunicato della Sala Stampa dello Stato del Vaticano si dà atto al Presidente del Consiglio di aver annullato l’incontro per “evitare strumentalizzazioni”. Cosa vuol dire?

Nella mattina del 28 agosto il quotidiano della famiglia del Presidente del Consiglio, rivelava che il direttore dell’Avvenire, quotidiano legato alla organizzazione episcopale italiana, aveva patteggiato una condanna per molestie circa cinque anni prima per dei fatti avvenuti tra il 2001 e l’inizio del 2002. Il Giornale, perciò, avrebbe “smascherato” un moralista perché il quotidiano dei vescovi si era fatto interprete del malumore della gerarchia ecclesiastica per alcuni comportamenti personali del Presidente del Consiglio, ritenuti sconvenienti.

Questo episodio si aggiungeva agli attacchi della Lega, partito sostenitore del governo, nei confronti del Vaticano in occasione della recente strage di naufraghi eritrei. Proprio il ministro Luca Zaia, al meeting di Comunione e Liberazione, organizzazione legata allo Stato del Vaticano, aveva dichiarato: “La Lega è in trincea per difendere la cristianità; per i valori e per il Crocefisso sono le nostre battaglie; possono esserci momenti di tensione con la Chiesa, ma alla fine la visione è comune”.

Diciamo che da qualche tempo nell’area governativa tira un’aria da Stato Etico piuttosto che semplicemente clericale. La recente questione del biotestamento ne è l’esempio più eclatante. Vorrebbero impedire la libertà di coscienza dei cittadini nella scelta se rifiutare o meno l’alimentazione e l’idratazione forzata sia in caso di malattia o lesione cerebrale irreversibile o invalidante e sia in caso di malattia che costringa a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione.

L’altro giorno Gianfranco Fini, alla festa del Partito Democratico, a Genova, aveva riscosso applausi sinceri dai simpatizzanti di quell’area. Cosa aveva detto? Aveva semplicemente manifestato il proprio dissenso nei confronti della deriva fondamentalista di cui può essere vittima il suo partito, anche facendosi trascinare dalle posizioni illiberali della Lega. Di qui la necessità di non trasformare il contrasto tra clericali e laici in una crociata di cattolici nei confronti dei non cattolici.

Il Giornale, con l’iniziativa del 28 agosto, sembra avere, come effetto inintenzionale, l’intralcio delle posizioni del Presidente della Camera. Perché solo all’indomani del successo riscosso da Fini alla festa del partito Democratico, si sono rivelate le vicende disdicevoli di Dino Boffo?

Feltri ha violato la regola dell’omertà che sinora è regnata tra i direttori dei quotidiani: tutti sapevano ma si erano imposti la regola di non dire nulla dei colleghi. Si usa la sciabola (violazione della regola dell’omertà) piuttosto che il fioretto per cui la posta in gioco non sembra il semplice smascheramento di un moralista. La violazione della regola dell’omertà, soprattutto per il momento in cui è avvenuta, sembra più idonea ad ostacolare la componente moderata del governo e, conseguentemente, a favorire la componente fondamentalista. Questa ipotesi collimerebbe anche con la dichiarazione della Sala Stampa Vaticana che dà atto al Presidente del Consiglio di aver annullato l’incontro per “evitare strumentalizzazioni”. Cosa significa “evitare strumentalizzazioni”? Se, nonostante quanto avvenuto, ci fosse stato l’incontro tra le due autorità, si sarebbe potuto sostenere che il timore di Gianfranco Fini è fondato. Ossia il pericolo concreto della possibile deriva fondamentalista del suo partito che mirerebbe a sostituire una etica “cattolica” a quella insegnata dal Vaticano. L’incontro avrebbe significato dare assicurazioni al Vaticano dell’impegno del governo ad ostacolare quella pericolosa deriva fondamentalista. Il che avrebbe reso notevolmente difficile ricucire i possibili strappi tra Vaticano e stato italiano, qualora il governo non fosse riuscito a rispettare quell’impegno, vista anche l’approssimarsi della discussione parlamentare sul biotestamento.

Si strepiti pure sulla vergognosa aggressione, purché non traspaia alcun timore per un possibile successo fondamentalista. Il Partito di Dio, altro che il principio di libera Chiesa in libero Stato, potrebbe diventare il simbolo dei centocinquant’anni dell’unità d’Italia?

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