Robert Fico, il socialista democratico che non le manda a dire a una UE sempre meno democratica

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Robert Fico, il Premier socialista democratico della Slovacchia, ha dimostrato, ancora una volta, di essere l’unico socialista autentico alla guida di un Paese UE, smarcandosi dai tanti, troppi, pseudo socialisti, liberal capitalisti e guerrafondai, che soffiano sui venti di guerra, edificano muri e promuovono fantomatici, pericolosi e irrealistici riarmi.

E Robert Fico, in questa occasione, sembra ricordare un po’ il nostro Bettino Craxi, che ha sempre ribadito concetti chiari, quali il rispetto della dignità e della sovranità nazionale. Un Bettino Craxi, peraltro, da sempre critico nei confronti della nascente UE (nel 1997, dal suo esilio ad Hammamet, dichiarò: “Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre, arriveremo al paradiso terrestre… L’Europa per noi, come ho già avuto modo di dire, per noi nella migliore delle ipotesi sarà un limbo. Nella peggiore delle ipotesi l’Europa sarà un inferno. Quindi bisogna riflettere su ciò che si sta facendo. Perché la cosa più ragionevole di tutte era quello di richiedere e di pretendere, essendo noi un grande Paese – perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa l’Europa ha bisogno dell’Italia – pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht”. E disse anche: “Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione si avverte il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare”).

Il Premier Fico ha dichiarato, lo scorso 15 aprile, riportandolo anche sulle sue pagine social, una dichiarazione profondamente critica nei confronti dell’esponente della destra estone, Kaja Kallas, rappresentante per gli affari esteri dell’UE: “L’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri, Kaja Kallas, ha messo in guardia i leader europei dal partecipare alle celebrazioni del Giorno della Vittoria che si terranno a Mosca a maggio. Afferma che tale partecipazione non sarà presa alla leggera.

Parto per Mosca il 9 maggio. L’avvertimento della signora Kallas è una forma di ricatto o un segnale che sarò punito al mio ritorno da Mosca? Non lo so. Ma so che siamo nel 2025, non nel 1939.

L’avvertimento della signora Kallas conferma la necessità di un dibattito all’interno dell’UE sull’essenza stessa della democrazia. Tra questi rientrano quanto accaduto in Romania e Francia durante le elezioni presidenziali, i “Maidan” organizzati dall’Occidente in Georgia e Serbia e il modo in cui sono stati ignorati gli abusi del diritto penale contro l’opposizione in Slovacchia.

Signora Kallas, vorrei informarla che sono il legittimo Primo Ministro della Slovacchia, un Paese sovrano. Nessuno può dettare i miei movimenti. Mi recherò a Mosca per rendere omaggio alle migliaia di soldati dell’Armata Rossa caduti per la liberazione della Slovacchia, nonché ai milioni di altre vittime del terrore nazista. Proprio come ho reso omaggio alle vittime dello sbarco in Normandia o nel Pacifico, o come intendo onorare i piloti della RAF. E lasciatemi ricordare che sono uno dei pochi nell’Unione Europea che afferma costantemente la necessità della pace in Ucraina e non sostiene la continuazione di questa guerra insensata.

I commenti della signora Kallas sono irrispettosi e mi oppongo fermamente ad essi”.

Il Premier slovacco non dimentica il sacrificio di milioni di sovietici contro il nazifascismo – che hanno liberato i Paesi dell’Est europeo, Berlino e vari campi di concentramento, fra i quali quello di Auschwitz –  come invece vorrebbero fare taluni Paesi europei, preda delle destre, della russofobia e di un antisemitismo che sembra pericolosamente avanzare indisturbato.

Del resto, lo stesso voler equiparare nazifascismo e comunismo, sostenuta recentemente dal Parlamento europeo, è una risoluzione pericolosa e pretestuosa, che sembra andare nel senso del voler mistificare e far dimenticare la Storia.

La Slovacchia di Fico è stato uno dei pochi Paesi europei ad aver sostenuto, apertamente e per primo, il dialogo e il piano di pace promosso da Cina e Brasile, aderendo al gruppo degli “Amici della pace” sulla crisi ucraina, per promuovere una soluzione politica alla crisi stessa.

A differenza delle sconsiderate e belliciste posizioni della Commissione europea e della gran parte del Parlamento europeo.

Ove i socialisti autentici non sono più di casa, purtroppo, da parecchi decenni.

Luca Bagatin

www.amoreeliberta.blogspot.it

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