Errori e Miserie nello storicismo, Carl Menger a Lodi Liberale

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Nella 239esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Carl MengerErrori e miserie dello storicismo“, pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni, insieme a Raimondo Cubeddu (Senior Fellow dell’Istituto Bruno Leoni), Enzo Di Nuoscio (Professore di Filosofia della scienza presso l’Università del Molise) e Marco Menon (Borsista presso l’Università della Svizzera Italiana).

“Abbiamo già organizzato delle serate su Menger, ma in questo caso è importante che la pubblicazione sia stata rifatta, grazie al meticoloso lavoro dei nostri relatori come Cubeddu, Infantino, Antiseri, Menger è stato quasi tutto riproposto. Contiene anche delle riflessioni del compianto Sergio Ricossa. Questo testo è interessante, non semplice, importante.” Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha presentato questo testi di difesa accalorata e profonda che, ai profani, potrebbe risultare secondaria, invece ha appassionato nel corso dell’800 numerosi filosofi, economisti e pensatori. E’ importante, secondo il libro, mantenere 5 punti di riferimento, ancora oggi. L’individualismo metodologico è stato introdotto da Menger e i suoi discepoli e consiste in uno studio sui meccanismi della società e delle relazioni umane, ci evita di reificare identità collettive come peso volontaristico d’azione, economica, sociale.

IL METODO DELLE SCIENZE SOCIALI

“Questo testo è un testo importante per una serie di motivi: ha portato l’attenzione su quello che è un tema molto dibattuto nella sua epoca, lo storicismo. Fa luce sui significati che sono attribuiti a questa parola. In letteratura si è spesso trascurato il senso di questa parola. Nel 1800 questa parola non era molto usata, Menger la cita nel 1883/84. Il testo richiama l’attenzione sul problema di quale sia il metodo delle scienze sociali. Quando questo testo appare, insieme ai testi di Dilthey, si pensava a una contrapposizione con le scienze naturali e le scienze dello spirito. Egli scombussola le carte in tavola, avanzando una nuova classificazione delle scienze, a cui si lega una metodologia unica, che però si articola in varie direzioni.”

Il dott. Raimondo Cubeddu ha collocato questo testo tra gli scritti apparentemente minori della scuola austriaca di Menger.

“Vi sono molti scritti alternativi di Menger, più critici, o polemici, oppure di letteratura secondaria, che abbiamo raccolto e pubblicato: saggi o scritti sulla stampa, che hanno consentito di raccontare il retroscena dei testi più specifici. Il testo di oggi infatti necessita di queste fonti. Nel 1883 l’autore si rende conto che non è possibile continuare a proteggere la scuola storica dell’economia tedesca del tempo, perché non aveva nulla a che fare con le tradizioni delle scuole economiche precedenti.” In seguito alle polemiche tra intellettuali emergono però delle critiche che vanno oltre quelle formali: Menger si amareggia del fatto che non venga presa in considerazione la sua teoria economica.

Nel 1883 Carl Menger pubblica Sul metodo delle scienze sociali. Gustav von Schmoller, economista della “Scuola storica” tedesca e capofila dei cosiddetti “Socialisti della cattedra”, reagisce con una recensione alla quale Menger risponde con Gli errori dello storicismo.Questa disputa prende il nome di Methodenstreit e rappresenta uno dei più importanti dibattiti nella storia delle scienze sociali. Se ne ritrova l’eco nelle polemiche sullo storicismo e in molti lavori successivi, fra cui quelli celeberrimi di Max Weber, Ludwig von Mises, Friedrich A. von Hayek e Karl R. Popper. Oltre a questioni che riguardano lo stesso fondamento delle scienze sociali, con il Methodenstreit si esaminano la possibilità di una filosofia della storia e, inevitabilmente, le sue conseguenze politiche, anche rispetto al ruolo dello Stato. Carl Menger (1840-1921) è stato uno dei più importanti economisti degli ultimi secoli, protagonista della “rivoluzione marginalista” e riconosciuto padre di quella Scuola austriaca i cui esponenti (Eugen von Böhm-Bawerk, Friedrich von Wieser, Ludwig von Mises e Friedrich A. von Hayek) hanno dato un contributo fondamentale alla scienza economica e alla filosofia politica e delle scienze sociali del Novecento.”

LO STORICISMO HA MOLTEPLICI ASPETTI

“Il dibattito sul metodo – ha detto Cubeddu – è un aspetto della rivoluzione che stava avvenendo in Austria, rispetto alla Germania. Menger non tornerà su questi temi quando cambieranno i parametri politici.”

“Il dibattito sul metodo torna in voga nel ‘900, partiva dal grande dibattito sullo storicismo e torna sull’argomento con questi autori e con Popper.” L’idea che la storia avesse un senso, di per se stessa, un senso investigabile e scopribile attraverso un’analisi, richiedeva un metodo. Poteva servire a mettere in luce le costanti sociologiche del comportamento umano, poteva servire per capire la direzione in cui si sviluppava la storia, per dare delle indicazioni di carattere pratico. Le varietà dello storismo sono notevoli.”

Raimondo Cubeddu ha notato che sono almeno una ventina le interpretazioni dello storicismo, a seconda delle correnti, degli autori, come se la dimensione della storia fosse chiusa in una gabbia, che ci fosse un fine, che tutto fosse connettibile.

SCHMOLLER AVREBBE MENTITO SUL SUO RUOLO DI GURU DELLA SCUOLA ECONOMICA TEDESCA

“Questo pamphlet si sviluppa in una ventina di lettere in cui discute con Schmoller, confutando che egli non è il prosecutore delle scuole storiche economiche, per cui spiega con dei saggi come mai le cose non stanno così, prendendo in considerazione i principali Maestri delle scuole economiche tedesca e classica.”

DATI E OSSERVAZIONI VS TEORIE E SPIEGAZIONI

“Il libro coglie uno degli aspetti fondamentali di Menger: l’attenzione alla rivoluzione metodologica. Si riassumono i temi, le contrapposizioni, gli equivoci, che dovrebbero essere considerati dai filosofi di epistemologia. Il maestro Antiseri sostiene che questi argomenti siano fondamentali.”

LE SPIEGAZIONI PARTONO DA UN PROBLEMA

“La disputa che alimenta gli errori dello storicismo nasce da uno scontro, che potremmo trovare sempre, tra coloro che pensano che le scienze siano una somma di fatti empirici e coloro che sostengono che la scienza consista nel porsi problemi da spiegare. Questo è un dilemma classico che troviamo anche oggi negli Analitici.” Il professor Enzo di Nuoscio ha spiegato che Schmoller non poteva collegarsi alla scuola classica, perché c’è una differenza tra chi dà prelazione alla teoria e chi al fatto, ovvero chi dice che i fatti sono letti alla luce delle teorie e chi dice che le teorie sono ottenute dal fatto.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE

“Menger aveva proposto la distinzione tra scienze teoriche, storiche, applicate” La ripartizione diventa fondamentale per far capire come sono diversi i modi per affrontare la conoscenza, risolvendo problemi andando oltre le conoscenze acquisite. Il dibattito inerisce il metodo delle scienze sociali. Un dibattito che ha coinvolto storici ed economisti fra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, ma ancora si dimostra interessante da studiare ed analizzare in tutte le sue valenze.

COME ERANO RECEPITE LE DISCUSSIONI INTELLETTUALI DI ECONOMIA POLITICA?

Marco Menon ha fatto una ricerca su come erano percepite le discussioni intellettuali tra Menger e Schmoller, sulle riviste e sulla stampa nel 1883/84, anni di pubblicazione delle due opere relazionate. Non su periodici specializzati, ma sui soli quotidiani viennesi. Le due opere sono state recensite da due giornali di stampo liberale che pubblicavano articoli e recensioni. Le due opere sono state recensite parallelamente.

“Queste recensioni – ha detto Menon – possono essere viste come elementi forse inaspettati che possono dare il senso delle recensioni e delle discussioni a mezzo stampa. Nel NWT del 1883 su U troviamo il peso di queste discussioni, da una parte il potente mondo dei professori tedeschi per S e un singolo individuo che è M. Esso però viene letto come elemento consapevole di grande importanza. Nel NWT del 1884 su I invece viene riassunta come un rimandare a un futuro lontano la soluzione delle questioni metodologiche fondamentali per affermare il predominio della scuola storica nel presente. Per la NFP nel 1883 su S vi sono recensioni più brillanti e più competenti, brevi, puntuali, ma con un inquadramento molto di parte, con un grande sarcasmo di chi si sente essere appassionato alla causa di M. Offrono alcune considerazioni e dei passaggi che hanno fatto molto pensare a delle cose dette dal professor Cubeddu in passato. Su U il recensore dice che non si tratta del primo attacco, ma del più organizzato contro la scienza economica tedesca. Una critica della scienza economica tedesca. Si trova l’accenno alla causa personale che muove le scelte. In NFP rispettivamente a I nel 1884 si sottolinea che il movimento che quest’opera sta muovendo sarà decisivo, si riferisce a S sostenendo che il metodo storico allude a una sorta di religione nel prorogare la determinazione di un esito economico. La competenza dei recensori è notevole, nonostante la maggio raffinatezza della NFP, facendo emergere una polemica su almeno tre livelli: scientifico, accademico e politico.” (NDR sono state utilizzate le iniziali di autori S/M, riviste NWT/NFP e opere U/I come in foto).

IL DIBATTITO FACEVA EMERGERE L’IMPORTANZA DEL CAMBIAMENTO IN ATTO

Il recensore dimostra che non è possibile essere storicisti e socialisti contestualmente: senza le deduzioni, secondo il recensore, non si possono millantare posizioni socialiste, perché esse sono basate sulla deduzione.

 

MC

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