Le farfalle del MuSe sono arrivate per mostrare come la biodiversità sia la madre della ricchezza delle forme in natura: simbolo di trasformazione e fragilità si trovano in numero scarso e in tipi poco diversificati a causa dei mutamenti ambientali, delle minacce antropiche e naturali. In esposizione presso la Serra Tropicale dal 26 marzo al 19 maggio 2024, oltre trenta specie di farfalle tropicali.
“L’iniziativa “Foresta delle farfalle” è stata già ospitata al museo nel 2017 e 2018 con un notevole successo e apprezzamento da parte del pubblico. A metà marzo sono giunti in museo oltre mille esemplari che, opportunamente preparati, sfarfalleranno allo stadio di adulto all’interno della serra.”
Nella serra si trovano oltre 200 specie botaniche presenti, e delle piante in fiore, come Pentas e Streptocarpus, nonché sono predisposti i punti di abbeveramento per le farfalle e di nutrimento con frutta marcescente, i ‘Bar delle farfalle’.
“Le farfalle trovano nella serra del MUSE un ambiente consono alle loro esigenze: un’alta temperatura del dì e della notte (tra i 26 e i 34 °C) e un’altissima umidità relativa dell’aria (circa l’80%), quest’ultima strettamente necessaria per lo sfarfallamento, ossia per consentire alla farfalla di emergere dalla crisalide e di stendere e asciugare le ali.”
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Francesca Rossi, Zoologa del MuSe. L’esposizione “Foresta delle farfalle” è stata realizzata grazie alla consulenza di Francesco Barbieri, biologo e direttore scientifico della Casa delle Farfalle di Bordano (UD).
“Quelle che troviamo nella serra sono farfalle che provengono da allevamenti tropicali asiatici, del centro America e specialmente del Costa Rica, in particolare lì, l’associazione AMEAP (Asociación de Mujeres Ecológicas y Artesanas de El Porvenir), un’associazione di donne che allevano farfalle in una piccola comunità nel nord, ha dato origine a un progetto che coinvolge le comunità locali, “butterfly farming”, che ha un riscontro economico ed ecologico importante. E’ un lavoro che possono svolgere anche le donne, specialmente nei paesi in via di sviluppo, può fornire una fonte di reddito per loro nei presso della loro casa è importante, perché non è impattante ecologicamente, perché i bruchi mangiano le piante delle foreste tropicali, quindi devono allevare le piante dove cresceranno i bruchi, specialmente dove le aree sono più degradate.”
“Le crisalidi allevate sono quindi comprate dalle aziende e dagli enti occidentali, che le sistemano nel pupario, la “nursery delle farfalle”: quando le farfalle escono dalla crisalide sono umide e per un certo periodo restano appese e si muovono per far muovere l’emolinfa. Le ali sono rigide solamente dopo che, con i muscoli, si sono distese e hanno ricevuto l’emolinfa e quindi con il movimento si asciugano. Le farfalle sono specie specifiche e ogni farfalla ha la sua pianta ospite: ogni farfalla si accoppia con il maschio della sua specie e mangia il tempo che le serve per riprodursi, con acqua e zucchero, fiori, acqua e frutta marcescente. In seguito la farfalla depone le uova sulla sua pianta ospite che è per i bruco commestibile e in pochissime settimane muore.”
Martina Cecco