L’anti-Marx. Anatomia di un fallimento annunciato a Lodi Liberale

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Nella 247esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “L’anti-Marx. Anatomia di un fallimento annunciato”, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme a Giancristiano Desiderio (Giornalista), Marco Menon (Borsista presso l’Università della Svizzera italiana) e Leonardo Trabalza (Coordinatore Friuli Venezia Giulia dell’Istituto Liberale).

“In questo libretto si analizza il pensiero di Marx, nelle sue basi, negli errori che ancora adesso circolano, con delle parti che sono dedicate ai pensatori che lo hanno criticato, come Benedetto Croce, Lucio Colletti infine Isaiah Berlin, etc..” La serata presenta un nuovo partecipante a Lodi Liberale, Leonardo Trabalza borsista di Enrico Morbelli.

“Viviamo in un paese in cui l’influenza marxiana e marxista è stata prevalente. Il 23 giugno del 2023 in Italia un politico come Fausto Bertinotti sosteneva l’abolizione della proprietà privata e del capitalismo.” Il presidente di Lodi Liberale ha introdotto la serata criticando l’enorme peso che l’imposizione marxista ha fatto, con tanti danni nel mondo, trasformando sogni utopistici in incubi reali. Il parere di Maggi è che molti marxisti oggi si nascondano nei grandi movimenti di protesta ambientalista e anticapitalista.

IL COMUNISMO E’ UNA PESSIMA IDEA REALIZZATA BENISSIMO

“Il titolo è ricalcato su un’opera di Engels, che si chiamava Anti-Dühring che fu letta e riveduta da Marx (1818-1883), un’opera che era studiata nelle università italiane sul finire degli anni ’80, per dire che tutto ciò che ha ruotato intorno a Marx arriva ai nostri giorni, non appartiene al nostro passato, come una filosofia digerita, ma che invece appartiene tutt’ora ai nostri giorni.” Il professor Giancristiano Desiderio ritiene che il marxismo sia stato rimosso, ma non sia stato dimenticato, infatti continua a riproporsi: si tratta di tutta una serie di idee fisse che regolarmente ritornano.

“Nella cultura di sinistra e in tutto ciò che ruota intorno a quest’area culturale si tende a fare questa distinzione, cioè tra Marx e chi ha interpretato Marx, in questo modo rendendolo un mito.” Questo libro cerca di parlare a tutti, possibilmente a un vasto numero di lettori. Può essere visto come un breve saggio.

LA NASCITA DELLA MENTALITA’ TOTALITARIA

“In questo libro si spiega che la Teoria del Valore – Lavoro crolla, per cui cade giù tutto il sistema.”

“Marx cercava di fornire un’interpretazione scapigliata  e brillante del pensiero di Hegel, che chiama capovolgimento. Ritiene che Hegel l’abbia proposta capovolta. L’utilizzo della metafisica dove il materialismo storico sostituisce il viaggio dello spirito e dell’idea, porta un concetto, quello di lavoro, che si traduce in un servizio di tutti gli uomini con uguale capitale e con uno svolgimento secondo i loro bisogni e secondo le loro capacità. La storia diventa una sorta di manifestazione del lavoro comunista. Poi Marx elabora la Teoria della Falsa Coscienza, che è il cuore del marxismo, la parte che è risultata essere vincente. La classe dominante della borghesia avrebbe mascherato con lo Stato il suo potere; nel momento in cui cambia l’economia e diviene economia reale, questa commedia deve smettere. Da questa teoria dipende ancora oggi il rapporto tra la sinistra, politica, intellettuale, masse, istituzioni. Infine, la terza cosa che vuole fare Marx in una sorta di sintesi hegeliana tra le due, c’è bisogno di superare, negandola, la proprietà privata, in favore di una società di tipo organicistico.”

“Marx ritiene che la borghesia abbia cambiato il mondo, ma che questo non sia l’ultimo lavoro della storia: nel manifesto del partito comunista. Tenendo presente il lavoro alienato non sarebbe la borghesia, ma spetterebbe al proletariato il portare a compimento in percorso della storia. Marx si basa su quello che ha fatto la borghesia, ma tutte le rivoluzioni dopo il 1848 saranno tutte opera del proletariato e falliranno tutte. Questo dovrebbe far capire che l’unica rivoluzione che invece è riuscita è proprio quella della borghesia a cui corrispondono gli Istituti della Libertà. Parlamento, Mercato, Diritto, Proprietà privata, Individuo, si tratta di istituti di libertà che vengono garantiti dalla borghesia e che hanno il compito fondamentale di fare mediazione tra i conflitti che ci sono.” Giancristiano Desiderio ha fatto una disamina degli errori di visione del marxismo.

I VALORI, I FATTI, LA STORIA E LE SUE LEGGI SECONDO MARX

“Tra la filosofia e la retorica, la prima implica l’uso della ragione, questa differenza è la stessa che intercorre tra il Manifesto del Partito Comunista e la incapacità di parlare all’elettore dei Liberali. Il Manifesto seppe trovare la giusta capacità di trasformare le anime, ma il contenuto di questo libro non è razionale, non è reale, non è nemmeno interessante ed è stato smentito dalla storia, ma il marxismo torna sempre a ripresentarsi nella storia, senza Marx e anche senza i marxisti, perché è saltato il meccanismo dell’intercessione intellettuale, tra le masse, i partiti: i movimenti di matrice collettivistica attualmente fanno emergere Gentile o Gramsci, a seconda della verità che questi movimenti vogliono imporre sugli altri.” Il ricercatore Leonardo Trabalza ha messo in rilievo che i movimenti in questione sono privi di una base partitica, eppure, se lo slancio rivoluzionario e la prassi mancano, permane l’hegelismo.

La teoria di Trabalza è che del marxismo sia rimasta l’incapacità di scindere i fatti dalle intenzioni e questo è lo stesso rapporto che c’è tra la forma e la sostanza e che permette al sistema hegeliano di stare in piedi: Hegel e Marx con il materialismo storico, cercarono di imporre il dogmatismo attraverso il piegamento della scienza ai propri favori, scegliendo arbitrariamente i fatti che servono per illustrare il dogma.

“Lo storicismo si propone di scoprire i ritmi del tempo, cercando di rendere scientifica l’utopia perché se tutto quello che è reale e razionale, allora non può non esistere una legge che regoli i fatti della storia. Marx rinuncia al linguaggio fumoso di Hegel e abbandona nel linguaggio e nel metodo la scuola idealista e specialmente, dopo aver studiato gli economisti inglesi e francesi, ne esce una chimera, il finalismo storico e l’empirismo: queste sono le due gambe del materialismo storico.”

L’IDOLATRIA DELLA STORIA CONTRO L’INDETERMINATEZZA DELLA STORIA E IL LIBERO ARBITRIO

“Marx è certamente il padre della sociologia moderna e della storiografia, la nascita del metodo di analisi delle cose economiche e del loro effetto sugli individui è innegabile, ma la sua metafisica non distingue il metodo dal contenuto, la forma dalla sostanza, per cui non funziona. Poco alla volta, ai fatti, vengono sostituiti i significati che quei fatti hanno, secondo un punto di vista. Nonostante sia impossibile tornare a una impostazione pre marxiana, vanno tenute in considerazione le cose nel loro contesto in cui si trovano, altrimenti diventa pericoloso. Individuare leggi generali che consentano di prevedere il comportamento umano è impossibile ed è importante rifiutare il principio induttivo positivistico, il falsificazionismo dii Popper rimane l’unica arma che abbiamo per combattere il totalitarismo del pensiero marxista.”

“Sono il libero arbitrio e la libertà a muovere il mondo.”

LA COMPONENTE SOTERIOLOGICA E PROFETICA DI MARX ALLA BASE DEL SUO SUCCESSO

“Questo è un libro che ha una duplice natura tra pamphlet e testo accademico; ci sono tre passaggi che ho raccolto in maniera rapsodica, tre passaggi problematici.”

Marco Menon ha sostenuto un’argomentazione secondo cui all’uomo, per giustificare il pensiero marxista al netto della caduta della teoria del valore lavoro, restino la necessità, di giustificare, di spiegare, di arrivare a qualche obiettivo; permane la macchina del risentimento, che accumula accuse attraverso il governo degli intellettuali di partito che creano lo spirito che spinge la classe, motivandola con la falsa coscienza.

Nel saggio di Eugen von Böhm-Bawerk “La conclusione del sistema marxiano” del 1896 è inclusa la prefazione del professor Raimondo Cubeddu, dove si spiega che l’identificazione del valore d’uso di un bene, con il valore del valore-lavoro è riduttivo e sbagliato: tutta la teoria semplificativa del plusvalore non ha nessun riscontro in economia.

“Böhm-Bawerk arriva alla conclusione che il successo di Marx sia stato di interpretare la volontà e le aspirazioni delle masse, creando un sistema che poteva influenzare le teorie con un’abile retorica. La teoria di Marx era fortemente legata alla componente sentimentale delle aspettative e le aspirazioni delle masse.”

Il professor Marco Menon ha anche evidenziato che Böhm-Bawerk sostiene come la tempistica della pubblicazione delle parti del Capitale sia dovuta ad aver costruito, contestualmente, anche una certa forma politica, cioè un seguito personale. Probabilmente, secondo Böhm-Bawerk, la fede nella sua autorità, ha contribuito a crearne il successo. Nonostante questo, la necessità di un sistema di mettere insieme le cose, esisteva prima, esisterà anche dopo Marx.

Böhm-Bawerk aveva scritto che il socialismo avrebbe cercato di ricollegarsi a qualche teoria scientifica più funzionale per sostituire le basi teoriche del marxismo che non lavorano più perché il sistema è crollato. Menon ha quindi messo in luce che il sistema coercitivo è sempre stato giustificato eticamente. Ma se questa coercizione viene meno perché non è giustificabile, allora le istanze orfane vanno in cerca di una nuova casa: la riproduzione della macchina del risentimento ha cercato di allocarsi su argomenti come giustizia sociale, l’equità, tutte le necessità – che non finiranno mai – di scaricare le proprie tensioni cercando di assecondare le aspettative delle masse.

“Böhm-Bawerk riconosce la genialità di Marx, ma anche riconosce che la sua teoria è inconsistente. Non sono crollate però determinate istanze e determinate aspettative” ha detto Menon.

“Il saggio di Böhm-Bawerk si concentra su un argomento piuttosto importante – è intervenuto il professor Raimondo Cubeddu – il meccanismo che sta alla base della diffusione delle idee. La sua analisi era impeccabile, ma il marxismo invece si è diffuso.”

Al termine della prima parte di relazioni è intervenuto lo studente Francesco Civili che ha posto una questione relativa alla Dittatura del proletariato, con due questioni, una sul riciclaggio delle categorie marxiane da parte dei marxisti e cosa rispondere di fronte a questa retorica? La seconda, invece, al dottor Menon, se questo riutilizzo non sia una riconferma della teoria di Böhm-Bawerk sulla retorica per ammansire le masse?

MC

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