Il Minotauro. Governo e management nella storia del potere a Lodi Liberale

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Lunedì 27 novembre è stato presentato in una conferenza virtuale il libro  “Il Minotauro. Governo e management nella storia del potere” insieme a: Lorenzo Castellani, Autore; Alessandro Aresu, Consigliere scientifico di Limes, Alessandro Rico, Giornalista e Luca Picotti, Avvocato.

“Siamo in un momento di cambio di paradigma per cui le necessità non sono più percepite come libertà, ma di emergenza sicurezza, che si trasforma in protezionismo. Sarebbe il momento di tornare al ruolo dello Stato, viene chiesto di fare altro e la Pubblica amministrazione statale, potere e autorità, si confondono.” Il Presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha presentato la serata e i relatori introducendo l’argomento.

L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA CAPITALISTICO NEL XXI SECOLO

“Ho scritto un libro sul rapporto tra governo e management perché non esisteva ancora una storia, il secondo motivo è che da 15 anni a questa parte c’è un’evoluzione verso nuove forme di interventismo e di ridefinizione dei ruoli tra stato e mercato.” Lorenzo Castellani ha presentato l’opera introducendo il problema economico del nuovo tipo di investimenti: ecologici, di difesa, con meccanismi di protezionismo, sanzioni, in un rimescolamento tra pubblico e provato.

“Il libro parte da lontano, con un assunto che parte da Hobbes, con elementi calcolanti e di razionalizzazione che entrano in dialogo con l’economia e anticipano, per un certo senso, il capitalismo. Poi si inizia ad analizzare come si evolve il rapporto con il privato e come funzionano i meccanismi di mercato del XIX e del XX secolo.”

“Si crea il Minotauro in cui Pubblico e Privato, nel capitalismo manageriale, sono sempre più unite; le burocrazie di professione iniziano a dare prevalenza all’idea della forma organizzativa, lo Stato contrattualizza i fini pubblici e naturalmente il manager passa alla sua forma politica, vuol incidere nell’agenda politica.”

DIFESA O OPULENZA? LE SCELTE ARBITRARIE DELLA POLITICA

Alessandro Aresu è intervenuto per parlare di un testo che ha a che è molto collegato al lavoro di LiberiLibri e alle pubblicazioni precedenti dello stesso autore. “Questo libro fa pensare in primis al Centauro, ad altri animali classici della logica e della scienza giuridica. Tuttavia mi concentrerei sul tema delle funzioni classiche dello Stato, la cui definizione minima è che lo Stato deve occuparsi solo di difesa. Ma il cuore della realtà politica è capire che cosa sia la difesa di cui lo Stato si deve occupare. La difesa di un’era tecnologica è diversa dalla difesa pre industriale, etc.. ogni epoca ha il suo modo di interpretare questa frase molto significativa, per cui ad esempio vale la pena prendere in esame il modello di Adam Smith (senza impalcatura di sicurezza ed eventi che la rendono possibile non si può realizzare nessuna logica di scambio). Il vincolo di Adam Smith ce lo porteremo sempre dietro, ma se io espando la difesa posso arrivare a sostenere che tutto sia Stato.”

“Le imprese hanno la direzione del profitto e l’intento di pagare meno tasse, per poterlo fare devo arginare le richieste della politica. Il tecnocrate non ha competenze per lavorarci su, il Minotauro si trova in questo contesto, in una sorta di era dei manager.” In questo contesto sono da inquadrare le molteplici consulenze e le grandi imprese che di fatto non creano nessun cambiamento vero, propulsivo. “All’interno di questa gabbia di acciaio, impotente ed inefficiente, molte cose non funzionano e molti sono i buchi che nessuno riesce a scovare.”

ESPERIENZE MOLTEPLICI DI DIVERSI TIPI DI STATO/ECONOMIA

“Il libro si chiude con una digressione sulle istituzioni. Al netto delle teorie rothbardiane, fermo restando la difesa vera e propria, non si tratta di avere una visione istituzionale, evoluzionistica, le istituzioni non possono essere create a priori, ma è solo tra le istituzioni – si trova nel libro, ha detto Maggi – che questo conflitto può risolversi in modo pacifico creando nuove etiche.”

Alessandro Rico è partito dalle conclusioni del libro. “Se la preoccupazione dello stato è di dirigere gli investimenti strategici, il Leviatano dello Stato finisce per inghiottire tutto, ma allo stesso modo i mass media sono tendenzialmente portati a ritenere strategico tutto quello che viene rilanciato. E’ entrata in crisi la vecchia visione del modello dello Stato Manageriale, nel XXI secolo, è andata in crisi la concezione del vincolo esterno. Il dominio della tecnica sulla politica e il far subentrare la logica economica al posto di quella politica, rispetto all’efficienza è stato sfruttato specialmente negli anni ’70 e ’80.”

“In Italia il fenomeno del centro urbano inaccessibile alle classi medie rivela la presenza di élite dove la sicurezza è anche privata, ci sono i metronotte che sorvegliano. E’ il caso di Milano, ma in generale accade in diverse zone, in un grande paradosso dove lo Stato è tornato a rivendicare la Primazia della sicurezza si trova a essere sfidato anche sulla sua prima funzione. Che fine farebbe la democrazia, come è conosciuta oggi?” Alessandro Rico ha parlato di come la Cina, ma anche la Russia, si difendano con modelli che resistono nonostante le previsioni, sempre sbagliate, dell’occidente.

LE DINAMICHE GIURIDICHE DELLE SOCIETA’ PUBBLICHE O PARTECIPATE

“L’analisi e gli studi di Castellani sono molteplici, i suoi temi sono noti, ma nel mio intervento terrei in considerazione più la situazione europea ed italiana: lo Stato imprenditore si è trasformato, tanto che oggi è molto cambiato, da diventare stato regolatore e adesso?” Lo Stato imprenditore, ha detto Luca Picotti, aveva dei punti di riferimento, come l’idea dell’ente pubblico economico degli anni ’30.

“L’ente pubblico economico era iscritto nelle partecipazioni statali, ma andava a lavorare nel privato. L’ente pubblico economico aveva una dimensione sua propria e non interagiva con le categorie proprie del privato. Nella stagione neo manageriale che inizia negli anni ’80-’90 quando cambiano le infrastrutture dal punto di vista giuridico economico, arriviamo allo Stato regolatore, Stato azionista. Qui si entra nel merito della commistione pubblico/privato”.

“Nel 1992 le privatizzazioni nacquero come privatizzazione formale, in cui lo Stato accettava in un determinato periodo storico di prendere le forme del diritto privato, diventano società per azioni, in cui lo Stato rimane azionista, ma inizia a giocare con le categorie del diritto privato.”

“Con la legge del 1994 arriva la privatizzazione sostanziale, prendendo parte nelle partecipazioni e vendendo ai privati. Si viene a creare la forma della società per azioni a partecipazione pubblica.”

“Un terzo del valore della borsa italiana ha questa forma di partecipazione pubblica, quello che ha funzionato, forse, è questa commistione tra pubblico e privato per cui il pubblico si mantiene una forma di controllo, ma soggiace alle esigenze e alle regole privatistiche e degli investitori privati. Ci sono le regole selle società quotate, c’è la vigilanza della Consom, e il pubblico gioca insieme al privato e con le regole del privato. I manager rappresentano appieno il concetto che Lorenzo ha presentato nel suo libro.”

“Che tipo di Stato abbiamo oggi? Oggi con i cambi di paradigma è interessante il suggerimento di Daniela Gabor de risking state: lo stato non può prescindere dalle architetture della globalizzazione europee e internazionali, che sono comunque rimaste. Questo paradigma mi fa vedere che il mio stato richiama l’investimento privato, ma si accolla una parte del rischio.”

“Uno dei modi è di invitare gli investitori e di accollarsi la parte dei rischi, specialmente nei settori più deboli. Il PNRR rappresenta appieno lo scopo del nuovo paradigma dello Stato, perché viene elaborato a prescindere dalle leggi di indirizzo del Presidente della repubblica, abbiamo una delibera del Consiglio dei Ministri e degli Atti di indirizzo che non passano dal Parlamento, un atto amministrativo ibrido che bypassa il Parlamento.” Il controllo è da parte di un organo terzo che è la Commissione europea.

Martina Cecco

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