Il tesoro di Putin e la miseria dei contadini a Lodi Liberale

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Nella 243esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Il tesoro di Putin” di JACOPO IACOBONI, Autore e giornalista; e GIANLUCA PAOLUCCI, Autore e scrittore; ANNA ZAFESOVA, Giornalista e traduttrice; MARIA MIKAELYAN, Cofondatrice della Comunità dei Russi Liberi.

“I 4 relatori al debutto con Lodi Liberale si incontrano sul tema di approfondimento per quanto riguarda le tematiche della guerra della Russia in Ucraina, un punto di svolta di inizio secolo che merita di essere affrontato e conosciuto. Lodi Liberale è a fianco dell’Ucraina per aiutarla dal punto di vista militare ed economico. In diverse serate sono state fatte delle presentazioni per parlare del conflitto, senza avere dubbi su da che parte stare, come con Israele.” Il presidente Lorenzo Maggi ha messo in chiaro che le minacce nei confronti delle democrazie, dell’occidente e delle libertà, bisogna affrontarle con coraggio.

Gli oligarchi, il libro che lo scorso anno è stato presentato, è importante per sapere quando sia ampio il lavoro di investimenti e di proprietà della Russia in Europa, una rete oligarchica del dittatore Putin, che ha comprato gran parte di Italia e anche fatto patti con la classe dirigente e politica italiana.

UNA RETE DI OOLIGARCHI, PROPRIETA’ E AMMINISTRAZIONE POLITICA

Il giornalista Jacopo Iacoboni ha avuto messaggi anonimi per aver scritto dei libri contro la Russia, ci sono state delle mobilitazioni per dargli la scorta, ma alla fine non è stata assegnata e quindi è stato per lui possibile continuare a lavorare. La storia che c’è dietro parte ancora dal libro precedente.

“L’operazione che Conte fece in accorgo con Putin, facendo arrivare i carri militari e i cargo aerei militari per portare aiuti per il Covid da Roma a Bergamo fu una cosa abbastanza strana, come se forse uno degli obiettivi principali far vedere la presenza dei mezzi in un paese NATO, ma in realtà gli interessi erano all’interno di un contingente che aveva uomini dello spionaggio militare russo. Erano molto interessati a un paio di basi militari e alle questioni virologiche e batteriologiche per produrre in modo più rapido possibile il vaccino.” Iacoboni ha raccontato che il primo paziente che ha dato il ceppo ai ricercatori è un uomo che ha contratto il virus a Bergamo.

“L’Istituto Spallanzani ha lavorato con l’Istituto di San Pietroburgo, nel pacco di fondi il primo investitore in aziende biochimiche italiane è un ricco oligarca russo. L’accordo tra l’Istituto Spallanzani e il russo Gamaleya rientra tra le iniziative autonome di collaborazione internazionale ed è stato comunque sospeso”.

In questi due libri, quando si parla di oligarca come manager di Stato, si racconta una storia in cui ci sono dietro inchieste, atti anche pubblici dell’FBI, che riguardavano anche proprietà, beni o case che utilizzava anche il Presidente Putin.

“Il tema è la corruzione e il contrasto molto forte con le a propaganda antieuropea del gruppo putiniano. Gli stili di vita sono gestiti da clan che gestiscono affari nei luoghi simbolo dell’occidente. Nel Tesoro di Putin viene rivelato sulla stampa per la prima volta il nome della persona che, insieme ad altri tre, farebbe da prestanome al presidente Putin.”

“Le suggestioni della Contessa Vacca Agusta amica di Craxi, ha comportato alla vendita di una villa, che è stata acquistata da un amico prestanome di Putin. Eduard Yurevich Khudaynatov è considerato molto vicino a Vladimir Putin ed inserito nella black list dell’Ue.” Secondo Iacoboni uno dei modi per fare una ricerca giornalistica potrebbe essere di mappare le proprietà, le ville e gli yacht degli oligarchi per sapere con precisione dove hanno avuto maggior influenza.

UN MONDO CHE NON LASCIA TRAPELARE NESSUNA INFORMAZIONE

“Da quello che possiamo vedere non c’è la consapevolezza di come sono arrivate ad accumularsi le ricchezze e le risorse, non hanno fatto controlli ulteriori sulla fonte di questi soldi. Una democrazia sana, quando in uno Stato c’è una ingente somma che perviene di denaro, dovrebbe effettuare l’indagine della fonte di questi proventi.” Lo scrittore Gianluca Paolucci ha spiegato brevemente che tipo di storie ci sono dietro questo libro, di persone che mantengono un ricordo di memorie storiche che sono per di più inventate o fantasticate.

“Anche i manuali per le scuole sono pieni di falsificazioni sulla storia della nazione e molti professori di parte sono stati inseriti anche in Europa nelle Accademie.” Ha detto Jacopo Iacoboni.

86 società intestate a vari prestanome che detengono in totale circa 4,3 miliardi di euro in immobili, yacht, jet privati ​​e attività finanziarie.

“Non potrebbe esserci contrasto più stridente tra le invettive ideologiche nazionaliste e ortodosse della Russia di Putin contro l’Occidente e la ‘dolce vita’ che Putin, la sua famiglia e i suoi fedeli amici conducono proprio in Occidente, e preferibilmente in Europa. Questo libro cerca di illuminare questo contrasto raccontando la faccia nascosta degli affari degli oligarchi e della famiglia di Putin. Attraverso una vasta mole di documenti societari, testi delle direttive europee, rapporti di intelligence, inchieste delle polizie finanziarie sui beni da sequestrare ai russi sanzionati in Europa e in Occidente, si racconta una controstoria che scorre parallela al massacro dei civili e alla guerra in Ucraina. Con il conflitto è iniziata peraltro una nuova stagione: la caccia agli asset degli oligarchi, una caccia ai quattro angoli del mondo tra oscure e intricate costruzioni societarie, prestanome e potenti studi legali internazionali, gli enablers, i facilitatori occidentali della corruzione del Cremlino, che cercano di evitare congelamento e sequestro dei beni dei russi. Un romanzo planetario dal quale dipende anche la futura sicurezza delle democrazie contro la cleptocrazia più vicina e minacciosa per l’Europa.”

IL PROBLEMA DEL GAS

“Di fatto con il sabotaggio del Gas Steam viene bloccata la fornitura russa e l’Eni ha consentito che questo accadesse perché negli ultimi decenni gli investimenti sono stati fatti solo verso la Russia, con Scaroni, di fatto con il colosso energetico statale con un portafoglio poco diversificato era impossibile ragionare in un’altra maniera.”

“Il problema non è quanto sia ricco Putin, non è come spenda i soldi, ma come li abbia fatti. Lui e gli oligarchi. In occidente sfugge a volte quanto sia cambiato il meccanismo negli anni. In tutti i litorali italiani ci sono degli yacht dove ci sono anche le ville che sono di parenti, amici, etc.. parenti di un Abramovic’ che era cresciuto in un orfanatrofio. Insomma, tutti sapevano che il proprietario è Abramovic’”.

Anna Zafesova spiega che le prime ricchezze e le prime privatizzazioni russe sono state precoci, le prime ricchezze iniziano insieme alla creazione di un sistema oligarchico, che sono cambiati da Eltsin a Putin, inizialmente le persone che si erano arricchite erano molte rispetto alla povertà dell’Unione Sovietica. Dopo il primo decennio post sovietico, in Russia, si comincia a valutare l’uso del denaro. I beni erano molto più importanti che non i soldi, che hanno una valuta.

“L’ex Unione Sovietica scopre il denaro nel 1992, l’economia pianificata sovietica era oltre il fallimento ed arriva il denaro, che è la misura nuova della ricchezza e del successo. Il rischio del primo decennio è quello del denaro che entra in politica con gli oligarchi che iniziano a comprarsi il potere, siamo al 1996, quando la politica di Eltsin inizia ad essere conosciuta anche all’estero. Si inizia a parlare della vittoria probabile di Eltsin per non tornare indietro.” La giornalista ha spiegato che il risultato è la rielezione con il secondo giro di privatizzazioni.

“Quello che cambia con l’arrivo di Putin è che si trova con una coincidenza simultanea a Chavez e beneficia dell’aumento dei prezzi del petrolio. Se in Russia il denaro comprava il potere, con Putin il potere fa arrivare denaro: non sono più tangenti, ma il sistema della corruzione, dove chi ha potere accede alla ricchezza.”

 

Maria Mikaelyan ha raccontato di come si è creata la Comunità russa che in Italia lavora per i diritti civili e la libertà: quel momento in cui molte persone russe si sono trovate a sentire la necessità di scendere in piazza per esprimere il dissenso contro l’arresto di Alexei Navalny. Hanno costruito una piccola comunità che è cresciuta fino a che non è cominciata la guerra. I due valori principali sono di essere contro il regime di Putin e di essere favorevoli all’indipendenza dell’Ucraina; poi si crede che con la vittoria dell’Ucraina anche la Russia potrebbe avere una piccola possibilità di liberarsi da questo sistema gerarchico molto potente che non consente alla Russia di essere un paese liberale, democratico, sul modello occidentale. Questo può accadere solamente se Putin fosse sconfitto.

“Io non sono giornalista e dunque come attivista invito alla riflessione, che parlando sempre dei soldi idel tesoro russo, non voglio pensare che cadiate nella trappola della Mitologia intorno al popolo russo e alla federazione russa, che non è rappresentata dai ricchi. Il popolo russo non è diventato ricco. La spaccatura tra la ricchezza assoluta e la povertà assoluta e terrificante è enorme.”

“Molto spesso gli studenti italiani, che studiano con i ragazzi di lingua russa, dovrebbero sapere qualcosa di più, ma anche i giovani russi pensano che Vladimir Putin abbia migliorato la questione economica russa, che però la povertà russa non è minimamente paragonabile alla povertà italiana.”

Martina Cecco

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