Milano pazza per il Fuori Salone

1
989

di MIRKO BARAUSSE

Tra installazioni ed eventi, l’ermetica Milano ha vissuto anche nel 2010 la sua Semana Santa del Fuori Salone, dal 13 al 19 aprile in occasione del Salone del Mobile presso Fiera Milano, aprendo portoni, cancelli e showroom alla curiosità del popolo interetnico legato al design e alle migliaia di persone che nel capoluogo lombardo aspettano questo evento per viverlo anno dopo anno con crescente spirito di divertimento e passione. Luogo evento per eccellenza è Zona Tortona, fenomeno collaudato di marketing territoriale che coinvolge showroom, locali, negozi, laboratori artistici e cortili del quartiere racchiuso tra le vie Tortona, Savona e Bergognone. Dal ponte di ferro che scavalca i binari, ripulito dai graffiti per l’occasione, ci si tuffa nel flusso caotico ed eterogeneo di persone che camminano lungo il pavè di via Tortona.

Ai bordi delle strade installazioni temporanee e un negozio di abiti da sposa e wedding planning aperto fino a tarda sera per l’occasione. Poco avanti al di là di una cancellata aperta sul cortile di un centro direzionale fa capolino un Volkswagen “bulli”, mitico furgoncino anni ’70 degli hippie, carico di fiori. Dietro di lui graffitari digitali imbrattano con raggi laser colorati la facciata a vetri di un palazzo. Il flusso di persone dall’ora di pranzo in poi diventa ininterrotto, ma dopo l’aperitivo è un crescendo, alle dieci di sera si fatica a camminare. Si prosegue entrando ed uscendo dai luoghi culto di Zona Tortona: Superstudio 13, Magna Pars, Superstudio Più alla ricerca di esposizioni ed eventi nascosti. Lungo le strade venditori di birre e bibite trascinano i loro carrelli riempiti di ghiaccio tritato, il panettiere di quartiere sforna focacce e pizzette come un sabato mattina post nottata in discoteca. Dalla rotonda di via Borgognone, al di là della zona pedonale, arrivano odori di salsiccia alla griglia e frittelle che danno un tocco ruspante a questa sagra del design. Altro cuore pulsante del fuori salone è il Brera Design District che da via Fiori Chiari a Corso Como rappresenta l’altro progetto di marketing territoriale della capitale del design. Tra gallerie, negozi d’arredamento e design si vive e si respira l’eccellenza del mondo del Salone e del Fuori Salone, il tutto tra aperitivi di benvenuto ad accesso libero ed eventi su invito. Per i meno mondani il sabato del villaggio del Fuori Salone ha permesso di scoprire in veste alternativa propri del patrimonio meneghino.

Il Planetario “Ulrico Hoepli” tutte le sere della settimana del design ha proiettato sulla sua volta d’acciaio, ad intervalli di trenta minuti, il cortometraggio “Un bagno di stelle”. Con il naso all’insù si è potuto assistere alla proiezione didattica del cielo sopra Milano, intervallato da un filmato celebrativo del bagno come luogo rigenerante della casa. Un altro luogo culto della casa, la cucina, è stata ospitato attraverso una serie di installazioni nella vicina Villa Reale, tra il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo e il ritratto di Alessando Manzoni di Hayez. Va da sé che il tour attraverso la Milano del design deve aver fine nella piazza della sua cattedrale, ad ammirare l’architettura del Duomo. Poco distanti spiccano le vetrine de La Rinascente, curate da designer di fama internazionale come Libeskind, Wilmotte, Hayon, Pawson, Trimarchi, Doviel, Kuma, Caputo, Thun e Castiglioni che per l’allestimento si sono ispirati alla mostra Interni Think Tank allestita nei chiostri dell’Università degli Studi di Milano.

1 COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome