“Concorrenza e imprenditorialità” Israel Kirzner a Lodi Liberale con Gulisano, Becchio e Infantino

0
450

Nella 215esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Israel KirznerConcorrenza e imprenditorialità”, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme a Lorenzo Infantino (Professore di Filosofia delle Scienze sociali alla LUISS Guido Carli di Roma), Giandomenica Becchio (Professore di Storia del pensiero economico all’Università degli Studi di Torino) e Adriano Gianturco Gulisano (Professore di Relazioni Internazionali all’Università IBMEC di Belo Horizonte).

UN AUTORE DA CONOSCERE PER CHI SI OCCUPASSE DI ECONOMIA

“L’autore è un economista tutt’ora vivente, probabilmente il maggior esponente della scuola austriaca ancora attivo, che ha proposto questo libro di facile lettura, che è consigliato per chi studia economica, perché aiuta ad affrontare gli esami universitari in maniera più chiara, semplice ed utile.” Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha presentato la visione di Kirzner, che si presenta più ampia rispetto alla visione tradizionale, per diversi motivi, innanzi tutto non presenta una visione meccanicistica e statica, ma una visione non perfezionista e basata sul processo economico.

“Un altro dei temi che sono trattati nel libro, che confuta la teoria classica della concorrenza perfetta, è l’assurdità del profitto nullo è la teoria della libera concorrenza prevede l’assenza dell’ostacolo degli Stati. Il testo è stato reso disponibile in Italia grazie al professor Infantino 27 anni fa circa.”

LE OPPORTUNITA’ SONO GIA’ DAVANTI A NOI

“Nonostante l’importanza di questo testo, non è molto conosciuto, perché parla di imprenditorialità, dandole una centralità. Senza di lei non esisterebbero concorrenza e mercato, ci rimarrebbero solamente alcune teorie, che vanno da Schumpeter a Marx, ma rimarremmo orfani di un argomento centrale. In brasile la Scuola austriaca è molto studiata, esistono alcuni istituti che pubblicano le opere.” Il professor Adriano Gianturco Gulisano ha introdotto la sua presentazione ricordando che da sempre si occupa dello studio di questo autore.

“Kirzner si occupa dell’imprenditorialità in termini centrali, perché sono le attività d’impresa che colgono per prime le opportunità di profitto. Senza la scoperta delle opportunità di profitto, che è un dato di fatto certo, non ci sono opportunità di sviluppo. Non si parla di business e di capitalismo, ma di una predisposizione alle opportunità di profitto. Non parliamo di proprietari di capitali, di categorie, ma di una figura di arbitraggio puro.”

“Nella scuola austriaca vi sono due tendenze: la Kirzneriana e la Rothbardiana. In questi solchi si inseriscono i maggiori autori, che fanno critica alle teorie di Kirzner, mettendo l’imprenditore al centro di una funzione soggettiva, attiva, rischiosa e dispendiosa in termini di tempo e di scommessa, fattori legati alla persona imprenditiva, che giudica alcune situazioni come opportunità di profitto e le cerca di concretizzare come tali. In questo senso allora si parla di incertezza radicale del mercato.” Imprenditore e capitalista possono essere due persone diverse, ma secondo la critica il rischio permane, quantomeno vi è investimento in termini di tempo, di intelletto, etc.. nel senso di trade-off.

L’IMPRESA COME AZIONE CHE INCONTRA E SCOPRE LE OPPORTUNITA’

“Per Kirzner si tratta di scoperte e di sfruttamento di opportunità di profitto: il mero notare però richiede un’azione per concretizzare questa azione, sostiene Horwitz, completando la visione dell’autore. L’autore definisce come scoperta, cosa importante, dipendente dall’Alertness, cioè come azione non intenzionale, non volontaria.”

IL DIBATTITO SULLA CENTRALITA’ DELL’IMPRENDITORIALITA’

“Esiste un dibattito tecnico sull’autore, sui dettagli della funzione imprenditoriale e su ciò che la crea, sulla sua definizione, concezione, semantica, ma esistono anche dibattiti sulla centralità dell’imprenditore, e in questo senso l’autore ha dedicato tutta la vita a questo tema.” Il professor Gulisano ha concluso il suo intervento mettendo in risalto che, affinché l’imprenditorialità e la concorrenza accadano, serve che ci sia asimmetria informativa, che i piani non siano coordinati, perché qualcuno possa inserirsi nell’operazione. Lo Stato non deve dopare il mercato dell’impresa e nemmeno limitarlo perché fa parte naturalmente della propensione dell’essere umano, predisposto al mercato”.

 

“Kirzner è di fatto il ponte tra la scuola austriaca degli economisti viennesi, trasferitisi negli Stati Uniti, e la scuola austriaca moderna: egli incontra von Mises a New York, come cattedratico, prima che questo centro universitario fosse una roccaforte del mainstream; in quel periodo egli forma una classe di economisti che sono attualmente in attività, ma non fonda una sua propria scuola di pensiero.” La professoressa Giandomenica Becchio ha avuto l’opportunità di frequentare un semestre con l’autore in questione, durante la sua formazione.

“Il processo economico della concorrenza è pregno di creatività, innovazione e cambiamento: dunque la concorrenza è imperfetta. Il meccanismo del mainstream considera come successo solo la concorrenza perfetta, ma le cose non stanno affatto così.” La concorrenza perfetta quindi è solo il modello, mentre la concorrenza imperfetta è la realtà e questa va studiata perché è il mercato.

VI SONO POSSIBILITA’ DI SCELTA NEL MERCATO?

“Lo scambio, in quanto movimento vettoriale di almeno due agenti concorrenti, è dinamico: l’economia, in quanto scienza di fatto sociale, deve descrivere la realtà e non i modelli perfetti formali. Con l’eccezione di Schumpeter di solito si parla dal punto di vista umano, mentre Kirzner unisce i due punti di vista.”

L’ALERTNESS

“Secondo la scuola austriaca non è solamente il consumatore ad effettuare una scelta, ma anche l’imprenditore: per questo la convergenza verso lo scambio è un coordinamento di piani individuali dove il mercato, se è lasciato libero e non è regolamentato, rappresenta la scena dove i due agenti economici convergono e concretizzano un risultato.” La professoressa Becchio sostiene che l’imprenditore immette nel mercato l’idea innovativa, sarà imitata, quindi inizieranno dei cambiamenti positivi per quanto concerne il piano economico. Le idee possibili, come la realizzazione di Amazon, possono essere già nell’aria e vanno solo migliorate; in altri casi invece l’offerta crea la domanda; etc..

IL PERCORSO DI UN’IMPRENDITORE

“Il mercato è dinamico, una posizione monopolistica nel lungo periodo sarà erosa, i trend, le mode, i gusti, cambiano: l’attività imprenditoriale si basa su questo, non solo sulla teoria della minimizzazione dei costi.”

LA FUNZIONE ETICA DELL’IMPRESA E LA SUA VALENZA SOCIALE

L’autore parla di quello che accade realmente nel mercato. Parla di concorrenza e di monopolio. Nell’ultimo capitolo poi chiude con la valenza etica della funzione imprenditoriale, che è connessa alla libertà della società in proporzione alla libertà del mercato. In questo modo torniamo a parlare dei fondamentali della scuola austriaca, contro la pianificazione del mercato. “L’economia deve tener conto anche del benessere” dice l’autore.

La figura dell’imprenditore nell’economia di mercato ed il ruolo che in essa svolgono la concorrenza e il profitto. Concorrenza ed imprenditorialità sono due facce della stessa medaglia: l’imprenditore, infatti, spinto dal processo concorrenziale riesce a scoprire tecniche più valide per soddisfare i bisogni degli individui realizzando un profitto, che si configura, quindi, come indice della capacità imprenditoriale di scoprire situazioni non note e di metterle al servizio dei consumatori.

 

MISES E HAYEK IN KIRZNER

“Processo sociale e disequilibrio sono equiparabili. Bisogna avere presenti le premesse gnoseologiche della scuola austriaca – ha detto il professor Lorenzo Infantino – l’imprenditore ci aiuta, secondo l’autore, a colmare il disequilibrio, arrivando al coordinamento dei piani. Al contrario di quanto sostiene Schumpeter dunque l’equilibrio non esiste e non è responsabilità dell’impresa se ci sono diversità. L’inazione non dà il via a nessun processo.”

(Hayek, Economics and Knowledge (1936) | Online Library of Liberty (libertyfund.org) NDR)

LA CONCORRENZA PERFETTA E’ UN’IPOTESI CHE NON SPIEGA NULLA

“Non ci può essere imprenditorialità senza concorrenza, non esiste impresa se non c’è concorrenza. Il mercato è popolato di uomini ignoranti e fallibili: ognuno conosce un frammento, per cui è impensabile conoscere il mercato come modello e quindi è impensabile fare scienza sociale usando il modello della concorrenza perfetta. L’economia in questo modo non dialoga più con le scienze sociali.”

L’ORDINE SOCIALE E L’IMPRENDITORIALITA’ IN KIRZNER

Il professor Lorenzo Infantino ha concluso il suo intervento mettendo in evidenza che, se non esistono figure libere che svolgono la funzione del coordinatore dei bisogni e dei piani, interviene il “pianificatore” ovvero lo Stato con le conseguenze ben note.

“Uno straordinario gigante del pensiero contemporaneo, da far leggere ai giovani” ha detto quindi Lorenzo Maggi, chiedendo agli ospiti, come di consueto, di dare delle dritte ai ragazzi e alle ragazze che volessero studiare questo autore.

A cura di Martina Cecco

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome