Nicola Porro a Lodi Liberale presenta “Il padreterno è liberale, Antonio Martino e le idee che non muoiono mai”

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Nella 204esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Nicola Porro “Il padreterno è liberale. Antonio Martino e le idee che non muoiono mai”, pubblicato da Edizioni Piemme, insieme all’autore (Vicedirettore de Il Giornale), Raffaele Della Valle (Avvocato) e Bernardo Ferrero.

Il Presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha presentato la serata con grande entusiasmo, sia perché l’argomento è uno di quelli che stanno a cuore all’associazione, sia per la presenza fisica in sala di relatori e di pubblico con una piena adesione in ascolto del mattatore, il giornalista Nicola Porro, impegnato come autore e anche come esempio dei pochi giornalisti liberali italiani, che hanno anche prodotto letteratura liberale.

“Il libro in questione sarebbe dovuto venir scritto in una sorta di intervista a quattro mani, con Antonio Martino, ma visto che nel mese di marzo è successo l’impensabile, il libro intervista è diventato un saggio sul pensiero di Martino, economista, ministro, intellettuale e pensatore italiano. Non tutti i libri di Martino sono citati nel testo, per cui vi invitiamo a cercarli” ha detto Maggi.

La serata è iniziata con l’intervento di Antonio Martino a Lodi Liberale il 17 giugno 2019. Il video completo della serata è disponibile su YouTube.

“Parlare per primo senza tastare l’aula mi crea qualche disagio – ha detto l’Avvocato Raffaele della Valle – perché non so se sono in sintonia con coloro che mi ascoltano, mi piacerebbe sapere quanti hanno letto il libro di Porro, tra coloro che sono in sala, perché mi serve per capire in che modo intervenire.”

IL GIUSTIFICATO ENTUSIASMO DI PORRO, CHE DA 25ENNE ERA AL FIANCO DI MARTINO

“Partendo dal titolo da liberale cattolico e manzoniano posso dire che lo trovo bizzarro e stravagante però anche riduttivo rispetto al pensiero del Padreterno, che innegabilmente è divino, quindi questo pensiero va oltre i pensieri umani che sono quelli liberali, con le loro luci e le loro ombre.”

“Il libro è ben congeniato: simpatico, effervescente nella prosa. Nel pensiero di Martino si collocano le osservazioni del giornalista, che le rende leggibili al pubblico. Le spontanee dichiarazioni di Martino si collegano in confidenza con il giornalista. Queste si mescolano con le opinioni di Porro, che si trova in questo contesto in una posizione molto vantaggiosa, perché nel 1994/95 Martino era in Farnesina quando Porro era vicino a lui, apprendendo in diretta le informazioni e il pensiero del pensatore.”

MARTINO CHE DALLA SCUOLA DI CHICAGO PORTA IL LIBERALISMO ANGLOAMERICANO QUI

“C’è un Lato A molto positivo e un Lato B meno positivo: la descrizione di Martino come uomo descritto come gentiluomo dell’800, un aristocratico, mai banale, molto ironico, che ha aperto le porte ai giovani liberali italiani, verso il liberalismo anglo americano, visto che ha studiato nel laboratorio di Friedman a Chicago, il più importante pensatoio liberale oltreoceano.” Raffaele della Valle parla del libro citandone delle parti che si riferiscono al XX secolo.

TRA SHUMPETER E ROEDKE TRA SOCIALISMO LIBERALE E UMANESIMO ECONOMICO

“Intermezzo critico, che potrebbe interessare molte persone che erano liberali negli anni ’80, piuttosto gratuito, un tantino indisponente che riguarda il periodo difficile del partito liberale nel trentennio dopo agli anni ’60 in Italia. E’ dura a dirsi, ma ci sono dei giudizi di Martino che sono troppo rigorosi e severi, troppo drastici e perentori per un liberale, nei confronti di uomini politici di cultura sicuramente liberale, che hanno operato in tempi difficili, emergenziali, che date le circostanze di allora hanno premuto sul socialismo liberale che a Friedman e a Martino non andavano bene. Il riformismo sociale che a quei tempi era per la maggiore.”

“Quando Antonio Martino parla con Nicola Porro parla con il pubblico, parla con un giornalista internazionale, sa che le sue parole andranno a finire in tutto il mondo. La sua cultura austro-italiana, anglo-americana ha delle basi davvero distanti dal pubblico italiano, che lo comprende con fatica.” L’austro-economo Rothbard aveva definito il maestro Friedman come un liberale di corte del vecchio establishment, uno statalista inflazionista e un tecnico efficiente nel suo lavoro malvagio. Va tenuto conto quindi che – al di là dell’empirico – ci troviamo anche in un mondo vero.” Della Valle non riconosce il lato pratico e meno idealista di Martino, in queste dichiarazioni, perché il percorso psicologico evidentemente era troppo alto per scendere a compromessi con i bisogni spicci degli anni sessanta e settanta in Italia.

UN MODELLO DI PENSIERO CHE AFFONDA LE RADICI FIN DALLE ORIGINI DELLA CRISTIANITA’

“Il titolo in effetti crea del disagio, sia a sinistra che a destra, che tra i  liberali: c’è una differenza importante tra il concetto di libertà naturale e di libertà morale: al tempo stesso, però, nessuna azione che non sia volontaria può essere considerata virtuosa o peccaminosa se il peccato sia o meno permesso: tutta una tradizione cattolica da Sant’Agostino a San Tommaso ha visto nel Cristianesimo il principio assoluto di rispettare la libertà del singolo.” Il ricercatore Bernardo Ferrero ha messo in evidenza come, la Costituzione, di per sé, la religione, non sono questioni che si rifanno alle piccole cose. Quindi riporta l’assicella del concetto di libertà morale al senso della libertà dell’individuo.

UNA STORIA ITALIANA DA RACCONTARE

“Se una persona è costretta a compiere una certa azione, tale azione non è definibile come morale. Diceva Rothbard (l’etica dell’intenzione). Inoltre nessun atto forzato ha a che fare con la virtù, bisogna essere liberi di essere virtuosi. Insomma, questo libro è un insieme di pensieri di Martino e dell’autore che contempla molte cose pratiche, dove ci si focalizza su questioni concrete, non su questioni di puro intellettualismo. In questo libro sono messi in evidenza i danni che fa lo Stato e i danni dell’Ideologia statale, con la sua ingegneria finanziaria lacché del sociale. Si trova qui tutto un riepilogo di quelli che sono stati gli anni del percorso italiano, del cattocomunismo che ha effettivamente corrotto tutto quello che hanno incontrato, anche il partito liberale.”

LA DITTATURA DELLA DEMOCRAZIA SI E’ INSERITA IN SILENZIO PORTANDO L’UMANITA’ A ESSERE SCHIAVA TOTALE

“Le libertà che si perdono marginalmente con il passare del tempo diventano un terrificante mostro, perché le persone non ricordano più, non riescono a capire, non ricordano più. Fino alla seconda guerra mondiale non si usava sempre il passaporto, eppure dall’emergenza della guerra, la necessità di farsi riconoscere personalmente, è diventata ottica di emergenzialismo, tanto che ci portiamo dietro i documenti.”

NON DIFENDIAMO LA LIBERTA’ DI SCAMBIO PER LA CONCORRENZA E LA QUALITA’, MA PERCHE’ IL VALORE DELLA LIBERTA’ E’ IN SE!

“Abbiamo qualcosa in noi che dinanzi agli altri che ci trascendono nei loro valori, come diceva Antonio Rosmini: la proprietà è l’altro! I diritti sacrali di una persona. Martino questo lo aveva compreso.”

“Martino aveva capito l’insufficienza del liberalismo italiano.”

 

IL TITOLO NON HA UNO SCOPO TEOLOGICO

Nicola Porro ha riassegnato la cifra del suo libro, che non voleva essere un libro del calibro di un ricercatore o di uno studioso che si sta concentrando sul limite filosofico: il giornalista ha sottolineato che il titolo è stato scelto per molti motivi, ma ha certamente il merito di aver fatto volare la tiratura del libro anche in ambiti dove non sarebbe mai stato preso in considerazione, insomma, un libro che parla del concreto. Le alternative erano “Honda Civic” oppure “Amo il mio Casio”, vestito come un signore aristocratico inglese ma con un orrido gusto per gli orologi. Questo è un libro che omaggia Martino, ma che porta un entusiasmo per il professore nel senso empatico del termine.

“Il libro vuole appassionare le persone alle idee semplici del liberalismo. Martino è sempre rimasto anticonvenzionale, era sempre dalla parte sbagliata della storia e il motivo per cui questa intervista è importante è che Martino era il secondo tesserato di Forza Italia e ne aveva intuito l’effetto dirompente.” Il giornalista Nicola Porro ha ricordato che per i liberali, ci sono stati anni in cui è stato difficile capire chi si tesserava che cosa faceva e perché, con numerosi tesserati che raccoglievano truppe cammellate e non i liberi pensatori, tutto sommato. C’è un pezzo della storia del pensiero liberale che andava raccontato, a prescindere che a Martino piacesse o meno Malagodi.”

Per capire questo libro serve avere una conoscenza del background liberale italiano, conoscere le associazioni, conoscere il percorso che ha fatto la LUISS, etc.. insomma Antonio Martino ha visto una secolarizzazione del Partito Liberale italiano che è precipitato notevolmente su questioni che sono molto diverse rispetto a quelle in campo.

ALL’INFERNO SI SCENDE LENTAMENTE, LA LIBERTA’ DI PERDE A PICCOLI PASSI

Nicola Porro fa un confronto molto delicato tra il concetto della droga e del liberalismo, sottolineando il problema che l’abitudine è un concetto isolante: un dittatore si abbatte facilmente, la perdita di libertà progressiva e graduale, no. E’ silente.

“Nei libri di Martino si capiscono le cose in modo semplice: le cose devono essere comprese e il buon senso è quel che più è liberale. Anche le grandi truffe sono state fatte lentamente, tutte le discese agli inferi sono lente, non esiste un giorno in cui si scende all’inferno, ma la perdita delle libertà avviene a piccoli passi e i piccoli segnali che si colgono, vanno messi in evidenza immediatamente.”

SEMPRE PRECISI SUI PRINCIPI E I COMPROMESSI SOLO NEI DETTAGLI

Attraverso questo libro si parla della spesa pubblica degli anni ’80 come insostenibile, nonostante si possa dire la stessa cosa anche oggi, dove spendiamo il doppio. Quando si dicono delle cose bisogna tenere a mente il principio per cui vengono dette delle cose: se si dice che bisogna mettere il casco, abdicando al principio, non si spiega il perché e il dove persiste l’assicella dell’obbligo.

LIBERI NEL SOLCO DELLA LEGALITA’ OVVIAMENTE

“Questo omaggio a Martino è semplicemente un ricordo. Molte cose che sono state dette da Martino sono state togliere e cassate proprio perché non volevo alimentare una polemica su persone che avrebbero magari stracapito i giudizi che lui spesso aveva nei confronti di persone conosciute, insomma un modo di parlare che non si comprende facilmente. La bellezza del pensiero liberale, nella sua incertezza, è che bisogna sempre essere in linea con i principi casomai facendo compromessi sui dettagli.” Insomma, l’intervento di Nicola Porro è stato molto interessante e non rimane che lasciare spazio alle pagine del libro, leggendolo possibilmente tutto di un fiato.

https://www.kobo.com/it/it/ebook/il-padreterno-e-liberale

Sono intervenute nella serata molte persone di spicco tra cui l’Onorevole Andrea Giorgio Felice Maria Orsini, ultra liberale, il cui intervento è stato pari a una relazione; il Giornalista Stefano Magni, invitato a Lodi Liberale e giornalista per 10 anni a l’Opinione.

“In questo frangente? Il rischio più grande è la questione monetaria, la posizione della Banca Centrale Europea, che stampa denaro per comprare il debito pubblico degli stati e queste sono questioni fondamentali, perché la moneta è l’unico settore imprescindibile dell’economia, il mezzo di scambio accettato, corrotta lei corrompi tutta l’economia. Dalla Weimar con il crollo del marco del 1923, dopo 100 anni, troviamo che i problemi sono gli stessi e le risposte sono le stesse. Sappiamo cosa era successo e Antonio Martino era l’unico che in Italia era in grado di capire queste cose, ha detto in chiusura il ricercatore Bernardo Ferrero.

Appuntamento alla prossima con “La storia monetaria degli Stati Uniti” ha concluso Lorenzo Maggi, sottolineando che tutti i libri a disposizione della sala sono andati a ruba. Principio liberale? Un solo libro e molti richiedenti rimasti? Alziamo il prezzo.

A cura di Martina Cecco

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