L’origine e i principi della rivoluzione americana a confronto con l’origine e i principi della rivoluzione francese

0
780

Lunedì 4 luglio, è stato presentato il libro di Friedrich von Gentz “L’origine e i principi della rivoluzione americana a confronto con l’origine e i principi della rivoluzione francese“, pubblicato da Sugarco Edizioni, insieme a Luigi Marco Bassani (Professore di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università degli Studi di Milano), Dario Caroniti (Professore di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università di Messina) e Paolo Luca Bernardini (Professore di Storia Moderna all’Università degli Studi dell’Insubria).

“Il libro che viene presentato stasera è poco conosciuto: parliamo di un autore che non può essere definito liberale, ma che è invece un conservatore, il quale fa un confronto tra le due rivoluzioni, americana e francese: ne esce una straordinaria diversità tra le due opzioni rivoluzionarie, la prima fu difensiva e la seconda fu offensiva; la Rivoluzione francese fu animata da idee di furore cieco, di violenza praticata e di confusione generale.” Il Presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha ricordato che il libro è stato proposto dal professor Marco Bassani, storico delle dottrine.

LA CORTE BERLINESE E LE CONTAMINAZIONI LINGUISTICHE E CULTURALI CON LA FRANCIA

“Non possiamo inserire questo personaggio tra i liberali o tra i libertari: parliamo di un pensatore conservatore che nasce nel milieu dei funzionati della corte illuminata di Federico II, sebbene egli all’epoca fosse anziano.”  Il Professor Luca Bernardini sostiene che, alla base di una saggistica di questo genere, ci sono studi filosofici, ad esempio di Immanuel Kant; autore molto brillante e attivo, dedito ad ogni tipo di divertimento, studia anche le lingue, tra cui quella inglese, da cui la necessità di mettere a confronto idee che erano fortemente radicate – sbagliate – in merito al valore della rivoluzione in Europa. In questo periodo esce questo articolo: per chiudere il secolo dei Lumi, delle Rivoluzioni e dei grandi cambiamenti.

CONTRO NAPOLEONE E CONTRO L’IMPERO

“In una seconda fase della sua vita scrive una serie di opere storiche: Gentz era considerato uno dei padri fondatori dell’unione Europea, sulla falsariga del saggio Per la pace perpetua di Kant, nel pieno delle guerre, scrive un piccolo lavoro che lo rende importante, perché non ricalca le idee kantiane, ma ne fa una versione sua, europeista.” L’autore diventa quindi molto famoso con l’opera presentata in Lodi Liberale in America ed ebbe una grandissima tradizione negli Stati Uniti.

OPERA CARATTERIZZANTE DEL TARDO ILLUMINISMO TEDESCO

Si tratta di un testo breve che, in Germania, non ha seguito, ma che invece ha grande successo nel mondo britannico e americano. Egli diventa un ponte politico e culturale tra il continente e l’atlantico. Di fatto scrive anche delle opere su commissione, in questo senso declassando in parte il suo lavoro, per tutta la vita continuerà a occuparsi di argomenti storici. Nel mondo intellettuale e politico tedesco era chiaro, in anticipo, che negli Stati Uniti si sarebbe visto qualcosa di nuovo, in particolare a esserne cosciente era la borghesia. Alle origini era diventato famoso per aver patrocinato idee sulla libertà di stampa. Ci sono pervenuti, oltre a opere e saggi, anche i suoi diari, dove emergono informazioni che parlano dell’ambiente e della realtà sociale di Gentz.

IL 4 LUGLIO OGGI

“Il Giorno dell’Indipendenza del 4 luglio è una festa che ha una grande importanza, attualmente, in tutto il mondo: non ha le caratteristiche di una festa nazionalista, ma afferma che riconoscere i principi elencati nella Dichiarazione, consegna la persona alla nazione. La democrazia americana e la sua identità quindi (al contrario delle nazioni sovraniste) affonda le radici nella tradizione e nei valori fondativi europei inerenti ordine e diritti: l’ordinamento riconosce il suo popolo.” Il professor Dario Caroniti spiega come mai i messaggi politici americani spesso e volentieri siano declinati nel loro opposto nel continente, ma altrettanto i diritti costituzionalmente sanciti in America, consentono a tutti di avere l’opportunità di essere quello che si vuole essere. Al contrario, sulla base delle idee dei rivoluzionari francesi, l’individuo risulta calpestato dalle necessità del nazionalismo.

DUE MOMENTI RIVOLUZIONARI ANTITETICI

“Nel 1800 John Quincy Adams presenta una antica e bizzarra tesi per cui gli americani avrebbero ribadito le loro origini anglosassoni come fonte dell’indipendenza, tuttavia che cosa ha causato la Rivoluzione americana e cosa rappresenta in verità?”

Il professor Marco Bassani ha sintetizzato che quella americana fu una Rivoluzione anticoloniale, ovvero una rivolta contro il colonialismo, fondamentale: le radici sono molto profonde, anche quelle ideologiche. L’autore di questo saggio non sapeva nulla degli Stati Uniti, cercava di creare un contraltare alla Rivoluzione francese per parlare dei tratti che differenziano le due nazioni e perché.

IL PARLAMENTO NON HA ALCUN POTERE SULLE COLONIE

“C’è una serie di pamphlet rivoluzionari che parlano delle radici ideologiche della Rivoluzione americana: la questione fondamentale aveva a che fare con la funzione del Parlamento di Westminster rispetto al territorio americano; l’idea era di uscire dalla logica dell’impero inglese, per arrivare a una libera confederazione indipendente; la corona sarebbe stata garante di questa sorta di confederazione spontanea.” Ad ogni modo, a fronte di una rivoluzione fiscale, c’era la dottrina della nascita di un territorio confederato.

ABBIAMO COMBATTUTO CONTRO LA TIRANNIA O CONTRO L’IDEA DELLA TIRANNIA?

“Dal 1764/65 inizia un periodo di letteratura rivoluzionaria che ha il suo culmine con la Rivoluzione, ma non esiste la manfrina della rivoluzione per la partecipazione e contro la tassazione, insomma la questione fondamentale era assai diversa.”

<iframe src=”https://www.facebook.com/plugins/video.php?height=314&href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Flodiliberale%2Fvideos%2F1006802956648529%2F&show_text=false&width=560&t=0″ width=”560″ height=”314″ style=”border:none;overflow:hidden” scrolling=”no” frameborder=”0″ allowfullscreen=”true” allow=”autoplay; clipboard-write; encrypted-media; picture-in-picture; web-share” allowFullScreen=”true”></iframe>

“Un grande liberale italiano del ‘900, Nicola Matteucci, parlava della Rivoluzione americana come di una Rivoluzione costituzionale: perché rimane quest’idea della cogenza e della forza del diritto, della costituzione sulla legge ordinaria, ma diceva che questo inizio palesasse una sorprendente continuità. Anche in questo caso forzando la storia per dare dignità alla storia del costituzionalismo inglese.” Il professor Marco Bassani sottolinea che questo storico ha cancellato tout court la Guerra Civile americana che è centrale in questo frangente.

L’interessante dibattito si è svolto confrontando le divergenti e principali questioni che radicalmente distinguono l’Indipendenza Americana e la Rivolta federale rispetto alla Rivoluzione francese e al Periodo del terrore.

Leggendo il pamphlet che Thomas Jefferson presentò si trovano le ragioni dell’indipendenza americana il titolo del libro è Esposizione sommaria dei diritti dell’America britannica del 1774.

MC

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome