Quando scatta il diritto di resistenza? “Il potere dei senza potere” in Havel

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Nella 178esima di Lodi Liberale è stato presentato il libro di VÁCLAV HAVEL “Il potere dei senza potere”, pubblicato da Itacalibri, che presenteremo insieme a Stefano Bruno Galli (Professore di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università degli Studi di Milano), Rocco Buttiglione (Professore di Filosofia presso l’Istituto di Filosofia Edith Stein di Granada) e Alessandro Vitale (Professore di Geografia Economica e Politica presso l’Università degli Studi di Milano).

“Uno statista importante Perché è un emblema del sistema della resistenza cecoslovacco, ha deciso di contrapporsi fisicamente con l’opera teatrale, politica, con la sua stessa vita attiva, un personaggio che ha avuto un percorso complesso: la dimostrazione di come a partire da un singolo uomo che aggrega intorno a sé le persone, riesce a fare la differenza!” A presentare la serata è stato Lorenzo Maggi, il Presidente di Lodi Liberale.

I DIRITTI UMANI E IL REGIME COMUNISTA

“In Cecoslovacchia c’è stato un regime alquanto duro, al quale segue quello che conosciamo come periodo della Primavera di Praga, alla quale è seguito un regime plumbeo ed oppressivo. Secondo poi è bene sapere che Praga è una grande capitale culturale europea”. I comunisti non erano abituati a sentir parlare di libertà di opinione, di diritti umani, per cui a Praga gli intellettuali più legati alla tradizione mitteleuropea decidono di unirsi in un movimento in gran parte clandestino che prevedeva di seguire la falsariga di quel che è conosciuto come il documento della Carta di Helsinki; si trattava di una iniziativa nota a pochi, dove si parlava di filosofia politica e si promuovevano iniziative fondate sull’antichità classica, il cristianesimo e appunto i diritti fondamentali di libertà.

“Il regime – ha detto il Professor Rocco Buttiglione – li metteva in prigione, ma c’era una grande movimentazione politica di libertà, per ostacolare il regolare funzionamento della cancelleria di Praga, per cui con un sistema di protesta attraverso l’invio di cartoline massivo”. Tutta questa storia, ha detto Buttiglione, ha portato a un collegamento tra il Papa Giovanni Paolo II e il nostro autore, in Cecoslovacchia, che ha pronunciato il discorso di benvenuto in aeroporto proprio quando era appena stato rilasciato dal carcere.

IL POTEREDEI SENZAPOTERE

“In Italia, in quel periodo, c’era l’idea che la democrazia e la verità fossero concetti relativi, mentre per chi viveva nel regime comunista le cose stavano in modo del tutto differente: i senza potere cosa possono fare concretamente?” Il libro parla del primo atto di libertà di chi non ha il potere di aver potere, che secondo quanto scritto nel testo consiste, in prima battuta, nel dire la verità, ancorché banale.

CREARE UNA POLIS ALTERNATIVA

“Zanussi in quel periodo stava girando un film interessante, che si intitola IL CONTRATTO e che riguarda le vicende della borghesia; in questo film si parla della verità, del valore della verità alla luce della fiducia sociale. Nel regime comunista tutti avevano paura di essere in mano alle spie del regime, che le spie fossero molte, per cui non si diceva nulla, nemmeno la verità: in questo modo si impara a vivere nella menzogna e dunque ci si ritrova sottomessi al potere del neo totalitarismo o del post totalitarismo, in particolare fondati sul RELATIVISMO cognitivo, dove la verità non esiste e ciascuno è solo contro il potere, che ha pieni strumenti per imporsi!” Dire la verità è il primo passo per fare politica. Intorno a Carta 77 si fonda un cerchio di persone che intendono assumersi la responsabilità della propria esistenza e della nazione, che non sono servili al regime.

PRAGA E’ PIU’ AD OVEST DI VIENNA

“Il regime – ha detto Buttiglione – è caduto nel momento in cui la fiducia cieca nel regime stesso è scemata, in questo modo sono caduti via via tutti i regimi comunisti! Tutti, anche i soldati, hanno una coscienza.”

IL DISSENSO NON E’ SOLO UNA REAZIONE AL POTERE MA UNA CONCETTUALIZZAZIONE

“La storia di Havel è interessante perché la sua parabola dalla scarcerazione alla presidenza della repubblica è davvero veloce, si parla di pochissime settimane, per cui risulta emblematica: comunemente a Milan Kundera portava in alto la bandiera della Mitteleuropa.”

Il Professor Stefano Bruno Galli ha illustrato quanto la riflessione sulla civiltà mitteleuropea sia uno dei punti centrali della diffusione delle idee democratiche nell’Europa dell’Est; il contributo che Havel dà al pensiero politico è rilevante. Dalla morte di Joseph Stalin inizia un percorso di destalinizzazione, in cui ricorre la falsificazione dei dati, della comunicazione, della politica che – nella propaganda – parlava di cose che non erano vere, dando una visione idealizzata dell’economia, della società post regime.

SAMETOVA REVOLUCE, LA RIVOLUZIONE DI VELLUTO CECOSLOVACCA

“La Cecoslovacchia nel nostro ideale politico si chiude con il sacrificio di Jan Palach che si dà fuoco in piazza, ma in realtà sono diverse le persone che si sono sacrificate per dare un segno forte di protesta. Paragonato alla Polonia e all’Ungheria il periodo post rivoluzionario, caratterizzato dal controllo poliziesco, è esageratamente più repressivo.” Secondo il professor Stefano Bruno Galli anche nella Cecoslovacchia del post totalitarismo era possibile costruire un sistema parallelo di opposizione, che non è un oggetto di conquista di potere ma semplicemente di opposizione al potere per la conquista della vasta zona grigia che sta tra rivoluzionari e reazionari. Il Movimento del dissenso arriva al 17 novembre del 1989 quando l’esercito si ritrova a dover reprimere i giovani di Piazza San Venceslao e l’esercito si rifiuta.

“Anche le vicende di questi giorni certificano che il Muro di Berlino è caduto addosso all’occidente, perché i paesi che hanno abbandonato il post totalitarismo hanno abbandonato il regime e abbracciato un sistema più democratico – ha detto Galli –  mentre i paesi dell’occidente han celebrato principalmente se stessi, la vittoria della democrazia, del libero mercato, senza pensare (come dice appunto Havel) che il discorso si sarebbe dovuto prendere con cautela”.

Vaclan Havel è stato tra i principali protagonisti del dissenso durante il regime comunista in Cecoslovacchia. Eletto presidente della Repubblica nel 1989, e dal 1993 al 2003 è stato presidente della Repubblica ceca. I suoi esordi lo avvicinano al teatro dell’assurdo. L’esperienza del dissenso riguarda il secondo periodo della sua produzione, cui appartengono Lettere a Olga (1983), scritte alla moglie dal carcere, e altre opere.

IL DISSENSO

Descrivendo un sistema post-totalitario, in cui l’«io» sembrerebbe condannato all’irrilevanza, sorprendentemente Havel ne fa invece il perno e il protagonista della vita pubblica perché «tutti coloro che vivono nella menzogna ad ogni momento possono essere folgorati dalla forza della verità» con esiti imprevedibili sul piano sociale: «nessuno sa quando una qualsiasi palla di neve può provocare una valanga». La vita stessa di Havel mostra che un «io» non de-moralizzato, cioè non rassegnato alla menzogna, può diventare attore della trasformazione della storia di un Paese e dell’intera Europa: «Solo con una vita migliore si può costruire anche un sistema migliore».

 

La figura dell’intellettuale dissidente è un esempio emblematico della persecuzione contro chi era contrario al regime: parlare con chi è stato internato per dissidenza o con i famigliari di chi è stato deportato in Siberia, persone di straordinaria levatura culturale, che hanno vissuto il Gulag, sono di una importanza anche attuale.

INDIVIDUO LIBERO E NON COLLETTIVISMO

“Questo libro per di più tratta di aspetti universali del rapporto tra individui e potere, della tenzione tra il voler fare prevalere il collettivo, il potere politico sull’individuo fino ad annullarlo, fino alla tendenza opposta, la prima cosa da tener presente in un contesto come questo, fondato sul liberalismo.” Il professor Alessandro Vitale ha messo in rilievo come il ‘900 abbia vissuto una cesura senza ritorno, relativamente al rifiuto delle grandi impalcature gerarchiche, politico burocratiche, industriali: l’individuo ha vissuto una nuova centralità fondata sulla logica del dissenso.

L’ETICA ANTEPOSTA ALLA POLITICA

“I sistemi comunisti non possono che essere visti come uno statalismo in forma integrale e la rivolta dell’individuo ha diversi risvolti, ad esempio la capacità di rivedere il diritto naturale, l’indipendenza dell’individuo, la subordinazione automatica all’autorità politica, l’obbedienza cieca come norma.” Secondo il professor Alessandro Vitale in questo libro sono messi in luce aspetti molto diversi dal solito: dal rifiuto della menzogna sistematica, orwelliana, alla falsificazione del potere, servo di se stesso e delle proprie menzogne della propaganda!

IL TOTALITARISMO COSTRUISCE SULLA PAURA

Havel spiega come la vita nella menzogna renda di poco conto la vita della persona singola e del motivo per cui il dissenso, in questo consenso, è un germe che mantiene vivo il senso della persona, come essere umano. La cosa interessante del Movimento Dissidente è che – in linea di massima – non ha mai meditato la rivoluzione come sistema da anteporre al sistema, ma proprio come puro margine di libertà.

IL DIRITTO DI RESISTENZA DELL’INDIVIDUO IN HAVEL

“Alcuni aspetti di Havel sono attuali: ci ammonisce sulla tragica realtà della possibilità permanente del totalitarismo, perché esso dipende da come lo Stato decide di organizzarsi.”

“Questi enormi apparati di potere nello Stato moderno possono diventare sempre peggiori; la violazione della legalità, quando denunciata, non smette di essere repressa nella violenza. L’accentramento del potere politico comporta il rischio che l’Ordinamento giuridico venga considerato come una finzione, che dunque l’individuo, abdicando alla resistenza e cedendo alla tirannide, si disabitua a riconoscere il totalitarismo.”

“Havel era boemo, era quindi cristiano e antidogmatico” ha detto Buttiglione. “L’esperienza del dissidente è legata alla sua testimonianza.”

 

MC

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