Aria liberale, liberista e libertaria tra le pagine di Capezzone, a Lodi Liberale

0
984

E’ nel 160esimo evento di Lodi Liberale che è stato presentato il libro di Daniele CapezzonePer una nuova destra. Antitasse, pro libertà, dalla parte dei dimenticati dalla sinistra“, pubblicato da Edizioni Piemme, insieme all’autore (Giornalista), Giovanni Sallusti (Giornalista) e Sergio Scalpelli (Presidente le Linkiesta Club).

Conservatori, quando si tratta di difendere libertà già acquisite

Radicali quando si tratta di conquistare spazi di libertà ancora negati

Reazionari, per recuperare libertà che sono andate smarrite

Rivoluzionari, quando la conquista della libertà non lascia spazio ad altrettante alternative

Progressisti, sempre, perché senza libertà non c’è progresso.

Antonio Martino

“Questo libro indica e suggerisce quello che serve alla destra, un liberismo populista. Collegando quindi i pensatori liberali con la quotidianità; citando il leader antitasse statunitense, che fa firmare un impegno ai candidati di ogni elezione perché non aumentino le tasse, questo libro porta alla luce con chiarezza il concetto liberale: ridurre il peso dello stato e privatizzare, ridurre la spesa pubblica, questo è il pensiero liberale oggi – ha detto Lorenzo Maggi il presidente di Lodi Liberale – laddove non ci sia nessuno che aprioristicamente debba dire dove bisogna andare, come aspirazione e prerequisito di un centro destra, oggi.”

QUELLO DI OGGI E’ IL CENTRO DESTRA MENO LIBERALE DEGLI ULTIMI 30 ANNI

“Se si vuole un centro destra liberale ci sono delle battaglie che non possono essere tralasciate: ad esempio l’eutanasia. Essere liberali significa anche mettere in pratica le idee, non perdersi in un’astrazione ideologica che porta a non sporcarsi le mani.”

Secondo il presidente dell’associazione Lodi Liberale nel libro vengono ben distinti i progressisti liberali da quelli non liberali laddove si spiega la differenza tra chi vuole e chi non vuole l’intervento dello stato nelle questioni private, nelle questioni che non sono ancora normate, che quindi sono libere. Il liberale punta a limitare lo Stato.

La fine del 2021 e il 2022 porteranno inevitabilmente sorprese e potenziali trasformazioni in tutto il mondo: il “post pandemia” sarà una terra incognita, un territorio non mappato. In uno scenario tanto mutevole, occorre porsi subito alcune domande. È finita o no la stagione “sovranista”? Cosa si può ereditare in positivo e cosa va invece corretto e ripensato? La destra ama da anni attaccare il politicamente corretto. Ma, oltre a questo, c’è una pars construens, c’è una volontà di ricostruire? E su che basi? Che cosa intende fare la destra per creare una sua autorevolezza nelle istituzioni, negli apparati dello stato, nella cultura? Avere grande forza elettorale è una precondizione per vincere, ma non basta per governare. Esiste il pericolo che i partiti di destra (governativi e non) risultino marginalizzati, commissariati, percepiti come esclusi dalle decisioni vere e ridotti solo a battaglie di propaganda? Chi sono i forgotten men italiani? Possibile che non si riesca a creare protagonismo sociale e politico di piccole imprese, partite iva, lavoratori autonomi? La destra, retorica a parte, spesso non è stata all’altezza di dare una rappresentanza efficace a questi elettori che pure guardano da quella parte. E ancora, come finirà il testa a testa annunciato dai sondaggi tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni? E che futuro avrà una federazione tra Lega e Forza Italia? Dalla copertina del libro.

Marcello Pera, Carlo Nordio, Letizia Moratti, sono i tre nomi che sono stati proposti come alta carica dello stato, che sia un punto di partenza di un nuovo percorso?

“Questo è un piccolo libro di idee, non è un piccolo libro di elogi per il centro destra, ma è rispettoso nei loro confronti. Mi posso permettere una distanza politica, ma una vicinanza intellettuale, visto che ci sono molti che con la matita blu passano le giornate a segnare quanto il centro destra attuale faccia schifo.”

Secondo l’autore del libro Daniele Capezzone, continuare a prendere di mira il centro destra, accusandolo di ogni, con l’ufficio patenti della liberalità, si crea una sorta di barriera, che impedisce di essere liberi di scegliere lo schieramento a cui appartenere.

IL CENTRO DESTRA NECESSITA DI UNA RIFLESSIONE DI FONDO, UN DIBATTITO PROFONDO DI IDEE

“Desidero un centro destra che ancora non c’è – ha detto Capezzone – e che non dovrebbe prendere la forma di una nuova gamba, di un nuovo partito, di un nuovo schieramento, operazioni molto sexy di cui diffido sempre.”

“Nessuno di noi è tanto influente e tanto ricco come era William Buckley, il fondatore di National Review, ma possiamo comunque avere un approccio di questo tipo. Autentico. Introdurre nella discussione un po’ di anticorpi e di diffidenza nella decisione pubblica, a priori. Mentre l’elettorato ha questa diffidenza, meno comprendo quando la politica difende municipalizzate fallite, etc..”

IL CONSERVATORISMO INGLESE ED AMERICANO SONO I MIEI MODELLI

“Una evoluzione favorevole del sistema politico italiano mancò tra il 2008 ed il 2013, quando si è finito per buttare via insieme all’acqua sporca, anche il bambino!” Daniele Capezzone ha spiegato che serve tenere aperta la discussione sul sistema, sul meccanismo delle primarie, su una serie di situazioni che sono necessarie, magari sul genere delle corse lunghe del sistema elettorale americano. Insomma aprendo le corse elettorali, innovando il modo di farsi notare. Partendo con qualche mese di anticipo e con un elemento di mobilitazione e di discussione di idee che coinvolge tutti.

MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI SI STANNO CONTENDENDO LO STESSO ELETTORATO

“Non solo, ma anche la classe dirigente – secondo Capezzone – la medesima fetta, mentre sarebbe importante occuparsi di una fetta più grande di elettorato del centrodestra, cioè i forgotten men italiani, il settore privato, le partite iva, i dipendenti di queste stesse imprese, che sono stati bastonati anche in questi mesi di pandemia.”

Vorrei ricordarvi che l’estremismo nella difesa della libertà non è vizio. E mi permetto di ricordarvi anche che la moderazione nel perseguimento della giustizia non è una virtù. Barry Morris Goldwater

“Non si può più dire quello che si pensa per non diventare nemici pubblici – ha detto Lorenzo Maggi – talmente al punto che essere bianchi, eterosessuali, occidentali, che ha scritto Sallusti nel suo libro, presuppone una colpa.”

E COME IN MACCHIAVELLI SI CONTEMPLA UN PROGETTO

“Questo libro è un libro necessario, la tesi del libro è il bivio dove si trova attualmente il centro destra. Il primo pregio di questo libro è di metodo, ancora prima che di merito. E’ un libro scritto all’insegna di un realismo intelligente, che è quello che ci serve oggi.” Il giornalista Giovanni Sallusti spiega che, di fronte alla sterile accademia, manca il realismo politico: in questo libro invece si trovano i riferimenti all’esistente, si trova anche un tentativo di fare una diagnosi e di trovare delle sintesi.

“Già nel metodo c’è un percorso di merito che distanzia dalla sinistra: questo libro tenta di colmare il fossato tra quello che c’è e quello che potrebbe esserci. Emerge la difficoltà di colmare questo fossato.” Sallusti ha fatto un breve excursus storico in cui si prende in esame la Costituzione italiana, vedendola per quella che è: un prodotto di tre anime, socialista, democristiana e azionista, che tutto sono meno che pensieri liberali. Dunque se è vero che in quel frangente fu eletto Luigi Einaudi, vi è un deficit di cultura liberale alla base. Puntualmente ha citato che – alla base delle gravi carenze della nostra storia italiana – vi è anche la questione della Guerra fredda, la posizione dell’Italia nell’Europa di quel tempo.

NON AVERE LO SNOBISMO ELITARIO MA IL RISPETTO PER IL PRESENTE RECENTE ITALIANO

“La cosa che mi piace discutere questa sera è l’atteggiamento rispettoso verso l’evoluzione che ha avuto il centro destra recente in Italia. Il centro destra nasce sull’intuizione assolutamente geniale del suo fondatore, Silvio Berlusconi, che di fronte all’annientamento del campo moderato, ha fondato un partito che porta alla vittoria, con una doppia alleanza con l’MSI al sud e la Lega al nord. Questa operazione ha fatto cambiare la lettura della nostra storia nazionale e del novecento.”

Sergio Scalpelli ha spiegato come Forza Italia e la Lega in quel momento, per la prima volta nella società italiana, ha fatto capolino la risposta a quella domanda di una parte della società civile che, con una decina di anni di ritardo rispetto alla zona dollaro, fa una critica di massa all’eccesso della politica pervasiva nel mercato e in sfere dell’economia e della società che dovrebbero essere lasciate libere di intrapresa. Il voto al centro destra non può prescindere da questo pezzetto di elettorato, che interpreta una domanda importantissima della compagine elettorale italiana. Su questo si innerva il concetto espresso molto bene da Capezzone.

“Molti si dichiarano inquieti per molte cose ma pochi sembrano esserlo per la libertà!” Daniele Capezzone

“Non c’è un’idea politica liberale – ha detto Scalpelli – nemmeno nella gestione dei fondi che arriveranno per coprire la crisi pandemica. Non c’è nemmeno uno schema Rooseveltiano o Keynesiano, si tratta di una impostazione plastica: negli ultimi 20 anni non è vero che il campo liberale è rimasto nicchia e non è cresciuto, grazie anche agli anni novanta, che hanno cambiato la scuola, l’editoria, magari non i social, ma l’asse del libro di Daniele Capezzone è interessante perché propone un approccio che considera la valanga di voti che appartengono al centro destra, ma che per ragioni endogene ed esogene, non ha la fiducia nella governabilità sul lungo periodo da parte del centro destra.”

MILANO, ROMA E TORINO: C’ERANO TUTTE LE CONDIZIONI PER FARCELA

Scalpelli ha fatto una disamina della situazione delle recenti amministrative, dove il centro destra non ha messo in campo le proprie risorse per vincerle. Secondo l’intellettuale si è scelto di fare cabotaggio e di non determinare nulla nella primazia Salvini e Meloni: quando una coalizione non è in grado di dire come fare per essere competitivi e credibili, lo si fa scientemente.

In fine serata è intervenuta la studentessa Lisa Kinspergher: “Ci sono tantissimi studi che sostengono come al di là delle ideologie, le persone che vanno a votare valutano gli ultimi sei mesi della gestione politica. Come dimostrato da molti studi esse votano tenendo in considerazione i risultati economici e il rispecchiamento identitario. Non tanto le ideologie e il programma politico.” Dunque secondo Kinspergher è difficile sostenere un progetto diverso, che punti alla libertà e a quelle idee che la sinistra ha dimenticato.

Infine, avremmo finalmente dovuto accettare l’ovvio ma non banale fatto che il governo non è legittimato a interferire nei rapporti contrattuali fra privati né dispone di una particolare competenza in materia. Deve soltanto limitarsi a consentire atti di capitalismo fra adulti consenzienti! Antonio Martino

MC

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome