“Presentare un libro è creare delle curiosità” Carlo Nordio a Lodi Liberale

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La 150esima serata di Lodi Liberale ha come oggetto della presentazione il libro di Carlo Nordio Appunti di storia e di costume“, pubblicato da Piazza Editore, insieme all’autore, Giammarco Brenelli e Angela Maria Odescalchi. L’iniziativa è inserita nel contesto delle serate di presentazione di libri, curate dal Presidente di Lodi Liberale, Lorenzo Maggi.

Durante la serata è stato messo a fuoco il concetto del metodo liberale e del buon senso, dando una lettura consona al principio del diritto: oltre agli incontri preziosi per rimettere in gioco il pensiero liberale, oltre a parlare dei Classici del pensiero liberale, l’esperienza introdotta nel 2021 è di una strutturale collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Lodi.

Questo libro contiene una parziale raccolta degli articoli di “terza pagina” pubblicati dal Messaggero e dal Gazzettino ogni sabato da quattro anni a questa parte. Apparentemente non hanno un filo conduttore che li leghi insieme, perché la loro stesura è stata ispirata ora da un anniversario, ora da un suggerimento della redazione, ora da un’intuizione occasionale. E l’amico lettore si domanderà perché in questo “mélange de tout” si trovino episodi della seconda guerra mondiale e punizioni di criminali nazisti, stragi terroristiche e omicidi a sfondo sessuale, ritratti di statisti e recensioni, l’eresia di Ario e persino il processo a Gesù.

In effetti una logica sistematica non c’è. L’unica, a volerla cercare, è costituita dalla curiosità di esplorare, da dilettante, alcuni importanti aspetti della Storia e della vita. E in fondo è questo il ‘modesto obiettivo’ dell’autore. Sollecitare la curiosità del lettore, inducendolo a considerare le cose sotto una prospettiva più vasta di quanto non suggeriscano le apparenze. E magari a conciliare, sia pure con notevole sforzo, la tristezza per le brutture del mondo con la serenità della riflessione indulgente e benevola.

IL BUONSENSO LIBERTARIO

In merito al Green Pass: “Se decidi di socializzare come meglio credi allora devi dimostrare di saperlo fare senza mettere a repentaglio la sicurezza altrui!”

“Siamo l’unico paese d’Europa dove non esiste un vero e proprio movimento organizzato liberale. Il libro del dottor Nordio (che è liberale) – ha detto Gianmarco Brenelli – contiene una serie di articoli di giornale che hanno un unico filo conduttore. Esso è la lotta contro il fanatismo. Si tratta di articoli che possono essere visti come saggi, perché affrontano le grandi questioni della storia della filosofia e del diritto, che sono ben curati, con uno stile pacato che si contrappone al modello del PM combattente, antagonista, che si batte contro il fenomeno.”

Eppure, nelle considerazioni del dott. Brenelli emerge chiaro e tondo, in riferimento al libro, che il percorso politico italiano non ha appreso il metodo della conduzione politica liberale, ma la storia (come citato nei diversi esempi fattuali) si è svolta o come attori che operavano nel contingente o come difensori di ideologie: quello che non è il principio liberale, che ben distante se ne sta dalla mancanza di ragionamento di ampio raggio. Questa è stata la storia italiana, senza la spinta propulsiva di un metodo aperto, di questo si tratta di ragionare, partendo da questo libro.

LA QUESTIONE MORALE

“Augusto Guerriero era un giornalista che è stato una «grande firma» del secondo dopoguerra in Italia. che commentava la gogna mediatica ante litteram dei magistrati negli anni ’50 e scriveva articoli di politica interna in cui faceva presente la questione della mafia, anticipando mani pulite, cercando di fare luce nelle vicende che sottostavano i dissesti economici, una voce nel deserto.”

Parlava degli sperperi del denaro pubblico, i peculati e gli scandali politici, come quello di Michele Sindona, chiedendo arresti e indagini più estese.

LE PROVE FALSE

“Si parla in questo modo di come nel tempo i processi si sono evoluti al punto che, in televisione, gli spettatori vedono quanto predisposto per esigenze comunicative, allontanandosi definitivamente dal concetto di Processo come Sede della verità. La conferenza stampa e il talk show hanno sostituito l’aula di giustizia.”

Ha un senso? Da quando il PM, l’avvocato, il giudice sono un personaggio televisivo? E in questi contesti come possono resistere ancora, i giudici, calpestati nella loro funzione primaria?

UN APPELLO AL RITORNO DELLA CULTURA DEL DIRITTO

“La crociata contro il populismo penale, detto giustizialismo, è l’appuntamento per i prossimi mesi: il giustizialismo è oggi un movimento collettivo, punitivo, di massa, che vuole una giustizia immediata, basata sulle evidenze, senza deroghe. Quando sentiamo parlare di determinate assoluzione e quando il popolo è deluso e quando reclama giustizia, è quella del Processo, del PM che fa il suo dovere.”

IL PM PONE DELLE TESI E SI MUOVE COME UNO SCIENZIATO

“In questo senso torna attuale Carl Popper, con la sua teoria della falsificazione, che cerca di capire quando e con quali condizioni questa tesi sarà falsa. Il PM lavora accettando solo ed esclusivamente la regola del processo.”

UN ACCENNO A COSA FU IL BRIGATISMO

Il brigatismo fu il frutto di un’ideologia rivoluzionaria, sorta sul mito della Resistenza tradita e alimentata da una visone apocalittica del cosiddetto sfruttamento del proletariato. Fu gestito da giovani disposti a uccidere e a morire per una causa in cui credevano con dedizione fanatica. Fu un errore considerarlo prima un fascismo mascherato, e poi un prodotto di belve umane, definizione enfatica e riduttiva che non considera la complessità dell’adesione acritica a un vangelo rivoluzionario. Come tutte le rivoluzioni, anche questa alla fine fallì, dimostrando la saggia definizione di Rivarol, che sono le prefazioni sanguinarie di libri mai scritti.

IL PROCESSO A SOCRATE, IL PROCESSO A GESU’

“In questo libro vi sono due punti che colpiscono: il richiamo alla curiosità, lo spirito con cui il dott. Nordio invita il lettore ad approcciarsi agli argomenti e che è importante anche per un avvocato; il ritorno alla visione primaria del processo, individuando attraverso eventi storici l’andamento sinusale della civiltà, che ha picchi e cadute ricorrenti”. Secondo la Dott.ssa Angela Maria Odescalchi in questo libro si citano molti esempi che sono emblematici della civiltà, dove in mezzo alla consapevolezza della limitata potenzialità dell’uomo, in realtà poi l’uomo riesce sempre ad uscirne e a reagire.

Offrire il processo allo sguardo mediatico senza la mediazione del “rituale” giudiziario significa, spesso, mandare in scena uno spettacolo dell’assurdo che indebolisce giustizia e informazione, pilastri delle democrazie liberali. E non contribuisce a svelare il “mistero” del processo.

“La storia dell’uomo si fonda su fatti sostanzialmente iniqui: il giudizio di riprovevolezza ex post rappresenta la funzione, lo stimolo, il pensiero dell’avvocato, del modo in cui lavora. Nel capitoletto relativo al processo agli attentatori di Hitler l’autore cita brevemente che tutti gli avvocati si allinearono alla tesi dell’accusa – come avevano fatto i sovietici, in passato, concludendo che il colpevole sarebbe caduto con l’accusa – insomma gli avvocati non avrebbero svolto il loro ruolo, ma nonostante questo, in seguito si inizia a diffondere la tesi che ci fossero accordi. Questo provocò nei cineoperatori il lavoro di taglio che evidenziava la ribellione dell’uomo.”

DA MILOSEVIC’ A NORIMBERGA

Odescalchi pensa che “Il Mistero del Processo”, sia un libro che ha a che fare con questo ideale di giustizia popolare, che è diversa dalla giustizia dell’aula penale. Il libro è di Satta Salvatore, edito da Adelphi nel 1994. L’opposto del Processo di Norimberga. Le basi per un principio di diritto penale internazionale.

CAMBIARE IDEA, IL BENEFICIO DEL DUBBIO

“E’ stato uno dei primi articoli che ho scritto, quando ho cessato la carica di Magistrato, avevo tempo e scrissi questo articolo per Il Messaggero come uno dei primi, perché esprime il relativismo della nostra esistenza, del destino dell’uomo, che come veniva rappresentato dalle parche platoniche, è un filo che si interrompe a un certo punto. Lo stesso Einstein scrisse – da pacifista – la lettera di richiesta per la costruzione della Bomba atomica a Roosevelt. Per esempio. Insomma: anche in questo caso si nota come il percorso dell’uomo sia vario. Lo stesso Robert Oppenheimer cambiò idea sul suo ordigno, pentendosene.”

Le due doti fondamentali di un magistrato sono l’umiltà e il buonsenso. Dopo la salute infatti vengono la libertà e l’onore. Entrambe queste ultime hanno a che fare con il lavoro delle Forze dell’Ordine e dei Magistrati, che hanno un potere enorme sulla vita intera delle persone.”

LA DOTTA IGNORANZA

“Più cose di sanno, più ci si accorge di non averne conoscenza, quindi aumentando la conoscenza aumenta anche la consapevolezza di quante cose non si sanno. La nobile fatica è tanto più nobile quando ci si rende conto che non si arriverà mai alla fine della conoscenza, ma nemmeno all’accrescere dell’ignoranza. Il buon senso si impara dalla cultura generale e dall’esperienza.” Il Dott. Nordio ha raccomandato ai giovani di leggere: libri, di cultura generale, classici, che siano vari, per capire molte cose in modo trasversale e quindi per aprire la mente. Gli articoli che sono stati scritti hanno dietro una forte documentazione e una certa cura, ma sono scritti in modo da essere letti tutti d’un fiato.

A cura di Martina Cecco

 

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