DirPubblica: in merito al GreenPass da remoto

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La Dirpubblica ha proposto ricorso contro il divieto di adibire al lavoro agile i dipendenti pubblici senza green pass. Lo ha annunciato l’avvocato Carmine Medici, difensore del sindacato, durante la trasmissione La critica del 20 ottobre scorso. Com’è noto, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 settembre 2021, si è stabilito che a decorrere dal 15 ottobre 2021 il lavoro «in presenza» costituisce la «modalità ordinaria» di svolgimento della prestazione lavorativa; a decorrere da quella stessa data, i dipendenti pubblici devono esibire il green pass (e cioè il «certificato verde Covid-19») per accedere ai luoghi di lavoro, così come stabilito dal decreto-legge n. 127 del 2021.

https://www.youtube.com/watch?v=GGRKkG2M5LY&t=6320s

 

Alla vigilia della fatidica data del 15 ottobre, sono state approvate le Linee guida volute dal Ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che stabiliscono il divieto di adibire al lavoro agile i dipendenti pubblici che siano sprovvisti del green pass e questo perché il ricorso allo smart-working sarebbe ‘elusivo’ dell’obbligo di possedere ed esibire il certificato verde Covid-19. «Tuttavia», sostiene l’avvocato Medici, «l’obbligo di esibire il green pass è previsto per accedere al luogo di lavoro, dovendosi per tale intendersi la sede di servizio, e non anche per svolgere la prestazione lavorativa presso il proprio domicilio in modalità di lavoro agile, per cui non si comprende quale sarebbe l’obbligo che verrebbe eluso». Piuttosto, «il divieto di adibizione al lavoro agile per quei dipendenti che sono sprovvisti del certificato verde Covid-19 costituisce un trattamento discriminatorio per quei dipendenti che hanno scelto liberamente di non voler aderire alla campagna vaccinale, tenuto conto che allo stato non sussiste alcun obbligo vaccinale generalizzato imposto per legge».

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