Regionali 2010: meglio ricominciare da zero

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di LUCA MARTINELLI

Mentre il Governo è impegnato a trovare una soluzione al “caos liste”, che temiamo sarà poco politica e molto discutibile, riteniamo necessario fornire anche noi il nostro contributo alla soluzione di questo pasticcio inimmaginabile.

Siamo convinti che tutto questo sia il risultato ovvio (non tanto negli effetti che abbiamo di fronte agli occhi, quanto nelle sue linee generali) di un processo di costante svuotamento di importanza delle formalità decise dalle leggi elettorali. Da 15 anni a questa parte, come minimo, i radicali hanno testimoniato come le liste venissero presentate quasi sempre in condizioni di palese illegalità. Di competizioni falsate ne abbiamo vissute molte, solo che non ce ne siamo mai “accorti” fino in fondo.

Denunce del genere, in un Paese civile, avrebbero portato alla rimozione dei responsabili ed eventualmente al ripensamento delle formalità giuridiche a cui assoggettare la presentazione delle liste. E invece no. Le uniche reazioni avute dal sistema si sono concretizzate in provvedimenti di auto-assoluzione per tutti quei comportamenti illegali messi in atto dai partiti: attacchinaggio selvaggio, presentazione di firme false, raccolte di firme avvenute a liste non complete o addirittura non avviate, candidatura di persone che non potrebbero essere neppure candidate, stando a quanto dice la legge.

Per fare un esempio, sia Roberto Formigoni, candidato presidente per il centrodestra in Lombardia, che Vasco Errani, candidato presidente per il centrosinistra in Emilia – Romagna, non potrebbero candidarsi, perché la legge vieta la terza candidatura consecutiva a chi è stato eletto per due volte di fila a suffragio universale. Eppure, nessuno dei due schieramenti ha ritenuto opportuno presentare o appoggiare ricorsi contro i due candidati “illegali”.

I problemi sorti in questi giorni sono solo, temiamo, la punta di un iceberg: abbiamo modo di ritenere che un controllo a tappeto delle liste in tutte le regioni coinvolte permetterebbe di riscontrare ulteriori casi di non attinenza alle norme.

In aggiunta a questa illegalità diffusa, il Governo vorrebbe adesso “sanare” tutto attraverso un decreto legge, che permetterebbe di riaprire i termini per la presentazione delle liste. Questo, dopo aver urlato al misfatto, al golpe, all’attentato alla democrazia, dopo aver fatto ricorso alla piazza e ad affermazioni irresponsabili che avrebbero portato, in un Paese civile, alle dimissioni immediate di chi le ha pronunciate.

Siamo stanchi di non poter considerare l’Italia come un Paese civile. Siamo stanchi di vedere che il principio di rispettare tassativamente termini e regole vale per i cittadini, ma non per i partiti politici, che pure questi termini li decidono.

È per questo che sosteniamo la necessità di annullare questa tornata elettorale e di convocare nuovamente i comizi elettorali, così come riteniamo necessario una riforma condivisa delle procedure per il raccoglimento delle firme. Insomma, pensiamo che sia necessario ricominciare da zero e con nuove regole, per impedire che in futuro si continui ad agire nell’illegalità.

Allo stato, questa sembra essere l’unica, vera “soluzione politica” percorribile e dignitosa.

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