Liberi Imprenditori Autonomi

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di LORENZO CASTELLANI

L’iniziativa parte dalla Regione principe dell’imprenditoria italiana, la Lombardia. I piccoli e medi imprenditori costituiscono una nuova associazione per difendere i propri interessi. I principi ispiratori sono quelli del liberismo e del federalismo. Lo scopo è quello di garantire a tutte le imprese una pari opportunità sul piano civile, affinchè possano esprimere realmente le loro capacità in un regime di libera concorrenza.
Questa associazione costituitasi per la tutela delle attività imprenditoriali si chiama LIA, liberi imprenditori autonomi. Il gruppo può essere ricompreso in quello che è stato definito il “partito dei tartassati”, composto prevalentemente dai piccoli e medi imprenditori. “Nel 2009 avete pagato il 55% di tasse” recita lo spot LIA rivolto agli industriali. Il manifesto “ideologico” continua poi sottolineando la necessità di proteggere il ceto imprenditoriale dalle ispezioni con le armi della Guardia di Finanza, dei metodi coercitivi a volte assunti da tale forza dell’ordine.

La LIA si scaglia poi contro il doppio bilancio fiscale e civile e contro la sovrapposizione di tasse tra Stato ed autonomie locali come Comuni, Province e Regioni. Ribadisce il sacrosanto e liberale principio garantista auspicando alla riduzione delle intercettazioni telefoniche inutili ai fini dell’indagine e ad una “cultura del sospetto” diffusa in certi ambienti della magistratura nei confronti degli stessi imprenditori. Dopo la pars destruens il manifesto si concentra sulla pars costruens. L’associazione chiede infatti “controlli con visite previo appuntamento predeterminato” e la “smilitarizzazione della Guardia di Finanza” eccetto i casi di indagine su reati di contrabbando, traffico di stupefacenti e mafia. L’associazione imprenditoriale si batte per il passaggio ad un’aliquota al 35% in termini di tassazione fiscale. Non manca poi il tema federalista con il favore al passaggio della potestà impositiva dallo Stato alle Regioni. L’ultima parte del manifesto ha invece connotazione più spiccatamente liberale.

LIA promuove la semplificazione burocratica con eliminazione degli adempimenti fiscale ed il bilancio solo civile come nel resto d’Europa. Non resta inosservato il principio della legalità. L’associazione chiede infatti lotta all’elusione fiscale nelle grandi aziende e banche, sequestro dei beni e carcere per gli evasori totali ed un giustificato e corretto controllo contro l’evasione fiscale. Dunque un’iniziativa, quella degli imprenditori autonomi, volta a salvaguardare prerogative ed interessi della vera e propria spina dorsale dell’economia produttiva italiana troppo spesso bersagliata da iniquità e coercizioni derivanti dall’oppressivo esercizio del potere statale.

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