Arresti a Milano: inferto un colpo alle Nuove Br

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di SALVATORE ITALIA

È fatto assodato che le disfunzioni sociali siano l’alveo più produttivo per la nascita e la proliferazione dei fenomeni di eversione terroristica.
In concomitanza di momenti critici sul piano economico, quando le difficoltà economiche individuali aumentano e le tensioni sindacali sono più forti, le organizzazioni terroristiche ricompaiono sul palcoscenico della politica.
È quanto sta accadendo in questo periodo in Italia con tentativi diretti a ripristinare l’organizzazione comunista combattente delle Brigate Rosse.
Ricordiamo in tal senso a Milano l’arresto di Costantino Virgilio e Manolo Morlacchi il figlio dell’ex brigatista Pierino Morlacchi e a Roma l’attentato davanti alla sede dell’Associazione Carabinieri in congedo rivendicato dal Nucleo Mario Galesi.

Il Presidente del Ce.A.S. [Centro Alti Studi per la lotta contro la violenza politica e il terrorismo] Sen. Maurizio Calvi ha recentemente rilevato che i gruppi rivoluzionari sebbene siano in una avanzata fase di riorganizzazione militante, vista la disponibilità di armi e la conoscenza di tecniche per la realizzazione di ordigni esplosivi, hanno perduto una leadership politica nonostante abbiano acquisito conoscenze informatiche divenendo dei veri e propri professionisti in materia.

Se da un lato, poi, è risorto il terrorismo rivendicazionista con gli ultimi temuti attentati dei Baschi in Spagna e le nuove frontiere della New IRA in Irlanda, da sempre collegati alla organizzazione terroristica italiana; dall’altro, l’ampia area anarco-insurrezionalista, storicamente scissa dalla attività di reclutamento e organizzazione delle BR, stavolta sembra uno dei canali conduttori del sistema delle relazioni europee del terrore. Il Ce.A.S. mette in guardia gli osservatori del settore, rilevando che non bisogna scindere la riorganizzazione delle BR dal contesto internazionale e specificamente da quello Europeo.
Il Sen. Maurizio Calvi afferma che «Il fatto che ci fosse l’esigenza di costruire un manuale per il miglior comportamento rivoluzionario, un codice di condotta per militanti indefiniti, fa pensare ad una organizzazione reticolare e parzialmente spontanea simile ad Al Qaeda, che si rivolge a cellule che non partecipano più all’ordine rigido delle colonne armate, ma che sono in grado di agire autonomamente e anche automaticamente sulla base di istruzioni per l’uso auto divulgato. Il fatto che non si scelga internet per non essere tracciati in rete, mostra una certa consapevolezza tattica, per evitare in controlli delle forze dell’ordine».
Sullo sfondo resta una crisi economica che costituisce il fattore più importante di attrazione rivoluzionaria dei possibili simpatizzanti, «una crisi – conclude il senatore Calvi – che è il presupposto della crescita dei movimenti rivoluzionari, vista anche la continuità degli arrestati e la pressione di contrasto della polizia».

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