BOLLO AUTO, A ROMA SI DICE “SOLA” PER INDICARE UNA FREGATURA

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A Roma, si definisce “sòla” (con la “o” rigorosamente aperta) sia una fregatura (“ammazza che sòla…”) sia chi è abituato a dare fregature (“quello è un sòla…”). Non conosco l’equivalente lessicale fiorentino, ma Matteo Renzi rientra certamente nella categoria.

L’ultima “sòla” renziana riguarda il bollo auto. Nel corso della sua chat settimanale, il Presidente del Consiglio ha dichiarato che sarebbe cosa buona abolirlo, ma che per farlo occorrerebbe alzare le accise sulla benzina. Ecco la sòla: mi levi una tassa, e mi alzi un’altra tassa.

E’ bene che si sappia che il sòla Renzi e i suoi sodali (“solette”?) stanno bloccando da due anni la mia proposta di legge per abolirlo davvero il bollo auto: e ovviamente senza altre tasse, ma lavorando – per le coperture – sui tagli di spesa.

Riassunto delle puntateprecedenti:

  1. nel corso del 2014,presento una ragionevole e praticabile proposta di legge a mia firma. In sintesi, con la mia proposta, chi acquista un’auto nuova non paga il bollo auto per ben 3 anni (addirittura per 5 anni, in caso di auto green). Trascorso questo tempo, varrà la logica del “più inquini, più paghi”, con una tassacommisurata alle emissioni. In più, in questo secondo caso solo per i veicoli green, si fa salire al 40% il livello di deducibilità per le auto aziendali. Si tratta di misure liberali, pro-consumatori, che possono dare ossigeno al settore auto. La mia opinione è che il trattamento complessivamente subìto dal contribuente-automobilista sia predatorio e inaccettabile da parte dello Stato: bollo, imposta di trascrizione, deducibilità crollata per le auto aziendali, in aggiunta all’assicurazione e alle accise sulla benzina… E’ un inferno fiscale che richiede un risarcimento e un cambio di paradigma. Per questo ho scelto di fare il possibile e di battermi per invertire la rotta.

In più il bollo, come si sa, è una delle tassepiù odiate dagli italiani. Colpirla significherebbe dare un segnale positivo ai cittadini, e anche incoraggiare il rinnovo di un parco auto che si è fatto complessivamente vecchio in Italia. Aggiungo che, stavolta, non si agirebbe con il meccanismo degli incentivi, ma con una riduzione di tasse, quindi con un intervento strutturale e favorevole al contribuente.

  1. Essendo alloraPresidente della Commissione Finanze, affido il compito di relatrice della proposta alla brava deputata renziana Fregolent. Si registrano numerose prese di posizione a favore anche da parte del viceministro Casero.
  2. Il 10 luglio del 2014,sostanzialmente all’unanimità, la Commissione Finanze della Camera approva la proposta di legge. Si esprime a favore il viceministro Casero, si esprime a favore la relatrice, il Pd vota sì.
  3. L’intero mondo delleauto, delle moto, dell’”automotive”, si esprime a favore, apprezzando la serietà dell’operazione. In numerose occasioni pubbliche (penso ai convegni “Missione mobilità” animati da Pierluigi Bonora, con la partecipazione dell’intera filiera produttiva), tutti spingono in positivo per una proposta che non è un incentivo per i produttori, ma un taglio di tasse secco per i cittadini.
  4. Nei mesi successivi, inopinatamente,Governo e maggioranza, in Commissione Bilancio, sollevano dubbi sulla copertura. Offro informalmente altre quattro ipotesi di copertura, oltre alla quinta già presente nella proposta (tutte centrate su tagli di spesa). La maggioranza, in Commissione Bilancio, non può ovviamente votare contro (come si dice a Oxford: si sputtanerebbe…), ma non vuole nemmeno votare a favore, quindi non si esprime.
  5. Il provvedimento arrivain Aula senza l’ok della Commissione Bilancio. In Aula, il viceministro Casero, pur ribadendo il proprio parere favorevole, invita a riportare rapidamente in Commissione Finanze la mia proposta, per lavorareinsieme a una conclusione utile.
  6. Da allora, sparisconoCasero, il Pd, tutti quanti. Nelle due successive leggi di stabilità, per sovrammercato (fine 2014 e fine 2015), Governo e maggioranza si esprimono contro un emendamento dei Conservatori e Riformisti (che ricalca la mia iniziale proposta di legge) per abolire il bollo.
  7. Ora Renzi torna achiacchierare, ma lo fa, appunto, da “sòla”, proponendo di alzare un’altra tassa, in cambio della cancellazione del bollo.

Ovviamente, come Conservatori e Riformisti, insisteremo, daremo battaglia, torneremo a chiedere la calendarizzazione del nostro provvedimento. Ma questa vicenda mostra, una volta di più, l’approccio non serio, non leale, esclusivamente propagandistico, con cui si muove Palazzo Chigi.

Ps: qualcuno informi gliscienziati di Palazzo Chigi (“sòle” e “solette”) che il provvedimento, peraltro, oltre a essere coperto – anzi: stracoperto – con i tagli di spesa da noi proposti, sarebbe anche in grado di generare ulteriore gettito, grazie all’aumento delle vendite di auto e moto e quindi all’aumento del gettito Iva.

 

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