Leghismo in bicicletta e giornalismo sciatto

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Key words: leghismo e mondiali di ciclismo – giornalismo da cortile – tremontismo

Giornalismo da cortile

Dice bene Piero Ostellino sul Corriere di Sabato scorso (27/9) che il giornalismo nostrano è decaduto e bada solo al pettegolezzo. Quello italico, fatte le dovute eccezioni, è sempre stato un giornalismo retorico, da menestrelli, che affonda le sue radici nei tempi dei cantori delle glorie dei vari signorotti. Questi si accompagnavano e circondavano di pettegolezzi. L’equazione mercato dei media – fondi pubblici (“per la democrazia” cita la norma), – decadenza economica e sociale – propensione culturale sciatta degli stessi giornalisti. da come risultato quello che vediamo e leggiamo ogni giorno. Ostellino va lodato, ma il primo quotidiano da incriminare è proprio quello per cui scrive e che per troppo poco ha diretto con straordinaria professionalità.

Leghismo e mondiali di ciclismo

Certo la politica non aiuta, e utilizza il giornalismo a proprio piacimento. Non esiste indipendenza, o quasi. Basta vedere la triste comparsata leghista ai mondiali di ciclismo. Non solo la politica interferisce con il mercato (non quello del pesce e della frutta, cari leghisti, il Mercato), anche con lo sport. Le Olimpiadi sono state una tristissima sfilata di politici dello sport, riciclati, trombati, falliti, galoppini. E la TV di stato a dargli spazio. Così anche ieri, i mondiali di ciclismo sono diventati uno spot politico per la padania. Atleti di tutto il mondo hanno fatto le comparse inconsapevoli di un teatrino politico montato per l’occasione. Potevano i suddetti giornalisti perderselo? No.


Tremontismo

Lasciamo per un attimo donnine e pettegolezzi, di cui il Corriere pullula, per riflettere sul tremontismo. Ormai è sancito che il Ministro dell’Economia voglia autocelebrarsi non solo come politico – cosa di cui ultimamente si occupa poco – ma come carismatico pensatore, statista, architetto del futuro, plasmatore di una nuova ideologia, di una forma di pensiero che ci traghetterà verso la ricchezza. I tempi che ha scelto gli danno ragione, l’economia è in recessione, la finanza stecca, non vi è momento migliore per accusare la libertà di mercato, per poi ritrattare modestamente, riconoscendo il ruolo del mercato, non della libertà, accusare le globalizzazione, per poi rivedere criticando un modello di globalizzazione. Nel suo ultimo pamphlet a cui il Corriere (a proposito di quanto sopra) ha dedicato un’intera pagina, esprime l’ultimo tentativo di risolvere con presunzione i problemi del mondo. L’analisi economica fa acqua da tutte le parti. Si parte con uno stile lontanamente “alla Sartori” (mi perdoni il Prof) per finire con la celebrazione del prossimo G8. Se c’è il problema (siamo in tanti a questo mondo, che scoperta, cibo e materie prime scarseggiano) manca l’ipotesi, l’argomentazione, e la dimostrazione. Non chiediamo verifica e falsificazione, ma almeno qualche proposta, che non c’è. Criticare il mercato è troppo facile oggi, dimenticando quanto il mercato libero ci ha resi tutti un po’ più ricchi e benestanti, quanti abbiano una casa negli US, e quante “.com” si siano riprese dalla crisi. Ogni fase economica ha una sua crisi, il mercato libero è tale quando può affrontare i periodi di difficoltà trovando soluzioni nuove e migliori. Lo hanno affermato Ostellino sul Corriere di oggi e il Financial Times di Sabato.

La nostra proposta al Ministro è di impegnarsi sulle questioni di casa propria prima di proporsi a risolvere i problemi del mondo. Siamo in recessione ormai, e questo ci sta. Ma serve qualcuno che si impegni a trovare delle soluzioni concrete per far ripartire l’economia.

Intanto il Dollaro ha ripreso a salire, e CAI sembra cosa fatta. Veltroni? Berlusconi? Letta? Hanno vinto tutti, ha perso il paese. Se CAI è la soluzione migliore al momento, resta la peggiore a cui si potesse giungere. Il perché lo abbiamo spiegato. Non ci resta che continuare a “godere” di un monopolio.

A Milano si è tenuta la fiera del Porno, almeno quella non l’hanno ancora vietata.

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