Spesso ritornano

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di Enrico Gagliardi

I riflettori oggi sono ancora puntati su Alitalia; quando finalmente la cosa sembrava sul punto di chiudersi, quando vi era la pallida illusione che per una volta il mercato avesse decretato la fine di una compagnia di bandiera decotta, arrivata da anni al capolinea, la situazione ha rapidamente cambiato direzione ed ora pare che siano stati ripresi i fili della trattativa. Certo, risulta difficile ancora adesso ipotizzare un esito positivo della questione considerando che i piloti sono fermi sulle loro posizioni, granitici, e non intendono minimamente cedere alle proposte della CAI.
A prescindere da quali saranno gli sviluppi della vicenda comunque, un dato resta drammaticamente certo: per l’ennesima volta il vero sconfitto, salvo imprevisti dell’ultimo momento, sarà il mercato e il liberalismo; per l’ennesima volta l’assistenzialismo pubblico e partitocratrico dimostrerà la sua forza pervasiva. L’intervento del Presidente del Consiglio, in prima persona, ne è la prova più lampante. Allo stesso Silvio Berlusconi si deve anche un miracolo di comunicazione: essere riuscito, in una situazione nella quale è responsabile direttamente ed in prima persona, a gettare gran parte della “colpa” di un eventuale fallimento sui sindacati. Ovviamente in base al consueto principio per cui le cose si sviluppano in un rapporto almeno bilaterale, la Cgil e i rappresentanti dei piloti hanno fatto di tutto per facilitare il Cavaliere stracciando un accordo rispetto al quale non vi erano alternative. Meglio sorvolare inoltre sulle proposte di nazionalizzazione da parte di alcuni sindacalisti o peggio ancora sull’iniziativa di devolvere il Tfr dei dipendenti a favore della società stessa. Come dire, a ciascuno il proprio lavoro e le proprie competenze.
Utilizzando un gergo giuridico si potrebbe parlare della condotta di Berlusconi e dei sindacati come di una fattispecie a concorso necessario: entrambe hanno contribuito sostanzialmente alla necrosi alla quale stiamo assistendo ormai da giorni.

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