Il Gezi Park: una scelta politica che segnerebbe la storia

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MARTINA CECCO

Istanbul è in una situazione critica nella “Primavera Turca” contro lo sfruttamento del verde cittadino: tutto il mondo in queste ore sta manifestando contro l’abbattimento degli alberi nel bellissimo parco di Istanbul, il Gezi Park, famoso come piccola isola di libertà dove studenti e giovani passano parecchie ore. Un simbolo fondamentale per la città, come lo erano le Torri Gemelle, il Muro di Berlino, com’è Piazza san Pietro .. insomma un fatto di portata internazionale.

Manifestare per i movimenti ambientalisti, insieme ai circoli per gli artisti e per la difesa della libertà è diventato un modo per prendere una posizione politica, contro ogni tipo di regime e di imposizione, che si è però affinato e ha preso le distanze dalla tradizionalista sinistra “delle rimostranze” diventando invece “sistema di rete” tra chi si sente parte di questa rivoluzione, anche liberale, che si sta facendo strada molto grazie a internet e alla globalizzazione; restituzione di un’anima democratica e concertante che si pronuncia su tutto e si fa sentire.

Dagli anni novanta il parco ha cambiato completamente la sua immagine, a livello internazionale, come biglietto da visita della città, nessuno lo ricorda più negli anni della protesta studentesca, è diventato invece un “cammeo” assumendo un grande valore politico a tutti i livelli. Proprio per questo la gente manifesta, interpretando la costruzione del centro commerciale come un affronto politico al centro sinistra. Tutto il mondo si sta dissociando con queste proteste dal Governo di Erdogan.

Oltre 1000 manifestanti coinvolti nei dissesti, quasi altrettante segnalazioni e arresti, 4 persone hanno perso la vista e insieme migliaia e migliaia di manifestanti in piazza e crocchi di portavoce di ambientalisti, giovani “indignados” e studenti che manifestano in tutto il mondo.

Il Leader del gruppo CHP all’opposizione del Governo, Kemal Killicdaroglu ha chiesto protezione per i suoi manifestanti, che sono per la maggior parte studenti, giovani, artisti e intellettuali, chiamando in causa anche i deputati della sinistra laica, per difendersi dalle imposizioni del Governo attuale, cercando di spiccare un “volo di liberazione” per Istanbul.

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