Il referendum peggiora l’obbrobrio elettorale

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di Raffaello Morelli

La data del 21 giugno per il referendum elettorale di Guzzetta è ora ufficiale. Sono ormai accademiche le polemiche sull’opportunità di accorparlo nell’election day del 6-7 giugno. Resta il disappunto per l’occasione persa di fare qualche risparmio ( che ci sarebbe stato, a parte la sua controversa quantificazione, minimo oltre 150 milioni di euro secondo il Ministro dell’Interno) e per irrobustire l’abitudine di diversi altri paesi, a cominciare dagli Stati Uniti, di far esprimere il cittadino su molti argomenti nello stesso giorno. Però queste considerazioni non intaccano la sostanza del referendum elettorale. Questo Referendum era e resta, al di là delle intenzioni, una cosa pericolosissima per le istituzioni democratiche.

Il Comitato Batti il Referendum Elettorale ha messo in funzione un suo sito www.battilo.it, in cui si può ritrovare una sintesi sull’argomento, completa e agevole da consultare. Gli essenziali dati su cosa chieda il referendum, chi ne siano i promotori, il perché batterlo e il come batterlo (seguito da un sondaggio on line per trovare il modo più efficace di raggiungere lo scopo), i principali dati organizzativi del Comitato, i numeri telefonici e la mail per contattarlo, il modo di fare donazioni a suo favore e otto più approfondite domande e risposte sulle questioni in ballo e il loro quadro politico istituzionale.

Il Comitato non polemizza con l’istituto referendario in generale ma attacca frontalmente questo specifico Referendum Elettorale, segnalando che peggiora indiscutibilmente la legge vigente, un obbrobrio già di per sé . E siccome il Referendum conferma quello che è il più grave difetto della “porcata” – l’aver tolto al cittadino la possibilità di scegliere il proprio rappresentante – il risultato che si otterrebbe, qualora il Referendum fosse approvato, sarebbe un restringimento inaccettabile del pluralismo politico e delle libertà di rappresentanza.

Il Comitato Batti il Referendum Elettorale mette a nudo le clamorose bugie che raccontano i promotori (comprovate), tipo il dire che approvare il Referendum servirebbe ad abrogare la legge vigente e fare una nuova legge. E osserva che la politica seguita dai promotori è contro i piccoli partiti ed il pluralismo. Infatti , con un premio di maggioranza spropositato e senza condizioni ( il 55% dei seggi al primo partito, che in pratica può equivalere ad un premio di circa il 25%), rende ininfluenti gli altri movimenti e senza effetti i dibattiti e le confluenze tra diversi. Tutto viene ridotto ad un affare tra due gruppi più grossi che si contendono il potere. Così si vogliono obbligare gli elettori a votare per un tutto precotto e non per i rispettivi rappresentanti. Per di più i promotori commettono un errore strutturale di valutazione sulle condizioni del paese. Continuano a puntare sul criterio dell’ingegneria costituzionale e della mistica del dividersi tra buoni e cattivi, quando invece il paese avrebbe bisogno di riscoprire le idee, la discussione, il lavoro politico, il progettare soluzioni concrete dei problemi reali del cittadino.

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