Giustizia dell’altro mondo #6

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di Enrico Gagliardi

La vicenda Englaro rappresenta un vero e proprio affresco delle condizioni di questo paese, affresco che va oltre la drammatica vicenda umana alla quale abbiamo tutti assistito. In un certo senso siamo davanti ad un autentico reperto di un’epoca (per usare le parole di un grande uomo), quella della totale assenza dello stato di diritto e della legalità. A prescindere da come la si pensi nell’odissea di Eluana si è assistito a continui strappi della legge; della Costituzione in primo luogo, con l’approvazione un decreto legge in contrasto con ogni più elementare principio che regola l’art. 76 della nostra Carta Fondamentale, forzando le prerogative del Capo dello Stato e conducendolo in uno scontro istituzionale senza dubbio non richiesto e non voluto; in secondo luogo del rapporto tra poteri, volendo cancellare un provvedimento irrevocabile della Corte di Cassazione tramite un atto dell’esecutivo; ed in terzo luogo della legge ordinaria attraverso l’approvazione di una legge ad personam, o meglio, contra personam tesa a bloccare ed a intervenire successivamente al pronunciamento compiuto.

Si è proceduto per forzature insomma, stravolgendo ogni norma e consuetudine e creando un precedente pericolo e che farà discutere ancora per molto.

Per fortuna la Costituzione “ha risposto bene”, ha resistito al tentativo di fare della decretazione d’urgenza un uso sballato. I meccanismi messi in atto dai Padri Fondatori hanno risposto egregiamente ad un momento di crisi istituzionale. Un ruolo importante l’ha giocato anche Giorgio Napolitano il quale ha svolto il suo ruolo di custode della Costituzione nella maniera migliore.
Tutto questo però non elimina il dato più grave: si è cercato a più riprese, con più tentativi, di violare le più elementari basi del diritto costituzionale e dello stato di diritto autentica piattaforma ideologica di un vero governo liberale (come evidentemente questo non è): ed è notorio, un paese senza stato di diritto e legalità è un paese destinato al declino democratico e morale.

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