DDL Alfano: anche Wikipedia è a rischio

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di LUCA MARTINELLI

Gli effetti del DDL Alfano sulle intercettazioni potrebbero essere molto più ampi di quanto si immagina: l’estensione anche ai “siti informatici” dell’obbligo di rettifica alle notizie ritenute lesive della dignità di qualcuno o contrarie a verità potrebbe costituire un duro colpo perfino per Wikipedia, la famosa enciclopedia libera.

L’articolo 29 del disegno di legge, nella sua attuale formulazione, richiede che eventuali dichiarazioni o richieste di rettifica siano pubblicate “senza commento” e “entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono“. In caso di inadempienza, la sanzione può arrivare fino a 12.500 euro.

Se la norma entrasse in vigore così com’è oggi, i gestori di qualsivoglia sito informatico sarebbero di fatto assoggettati a quanto prevede la legge sulla stampa, anche se non sono iscritti all’Albo dei giornalisti o il loro sito non è registrato come testata giornalistica.

Similmente alla blogosfera, anche Wikipedia rischia – secondo quanto denuncia Wikimedia Italia, associazione per la diffusione della conoscenza libera – di vedere “sensibilmente ridotta la possibilità di riportare informazioni in maniera neutrale, o di riportarle del tutto”.

Wikipedia è un progetto a partecipazione volontaria e diffusa: chiunque disponga di un collegamento a internet può modificare e apportare cambiamenti visibili in tempo reale alla quasi totalità delle pagine del progetto. Non esiste alcuna redazione o comitato editoriale o organismo che si occupa della valutazione o accettazione delle modifiche: ogni utente è responsabile per i propri contributi.

Su ciascun argomento è garantita la possibilità di esporre tutti i punti di vista basati su fonti attendibili. Eventuali informazioni non veritiere presenti nelle voci sono rimosse non appena scoperte dai volontari. Infine, le pagine di discussione delle voci permettono ai lettori di segnalare eventuali errori, di richiedere delucidazioni o correzioni sui contenuti della voce ed ottenerle quando queste si rivelano motivate.

Qualora venisse approvato l’ampliamento del diritto di rettifica nella sua attuale formulazione, chiunque si ritenesse leso nella propria dignità da informazioni (anche veritiere) presenti su Wikipedia avrebbe diritto a far rettificare tali informazioni a suo piacimento. Essendo tali rettifiche obbligatorie e non modificabili, di fatto esse entrerebbero in conflitto con il principio del punto di vista neutrale su cui l’enciclopedia si basa.

In poche parole, anziché “riportare le diverse teorie inerenti la voce trattata” e rappresentarle “in modo chiaro, imparziale e con il supporto delle fonti, in modo da permettere a chi legge di comprendere quale punto di vista la teoria rappresenti”, come riportato dalle linee guida, Wikipedia sarebbe costretta ad ospitare opinioni non modificabili, e non informazioni verificabili.

Inoltre, non esistendo una redazione centrale ed essendo la comunità wikipediana composta esclusivamente di volontari, sarebbe impossibile individuare un utente che si debba fare carico della pubblicazione delle rettifiche entro i termini stabiliti, aumentando i rischi in sede giudiziaria per la Wikimedia Foundation (WMF) – la fondazione no profit che gestisce Wikipedia e i progetti correlati.

Si prospetta dunque un futuro in cui Wikipedia, nella sua sola versione in lingua italiana, possa essere meno “libera” delle altre versioni sorelle. Un primato davvero poco invidiabile, che potrebbe essere scongiurato attraverso una profonda revisione del progetto di legge attualmente in discussione.

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