Visita ufficiale di Gianfranco Fini in Tunisia

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di CHIARA MARIA LÉVÊQUE*

«La Tunisia non è solo un Paese prossimo geograficamente all’Italia, ma è anche e soprattutto, un Paese amico», con queste parole il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha voluto aprire la sua visita ufficiale in Tunisia lo scorso 29 giugno.

Dopo l’incontro con il Presidente della Camera dei deputati tunisina, Fouad Mebazaâ e l’inaugurazione di una mostra di quadri provenienti dalla Galleria Sabauda di Torino, Gianfranco Fini ha finalmente potuto dedicarsi all’atteso incontro con il Presidente della Repubblica Zine El-Abidine Ben Ali, cui hanno fatto seguito le visite al Ministro degli affari esteri, Kamel Morjane e al Primo Ministro, Mohammed Ghannouchi.
Dopo aver invitato ufficialmente il Presidente Ben Ali a rendere visita all’Italia, Gianfranco Fini ha sottolineato come i cittadini tunisini presenti da anni nel nostro Paese siano ormai bene integrati grazie alla «loro serietà e al loro comportamento esemplare».
Affermazione che non può che soddisfare uno Stato, quello tunisino, che ha da sempre un occhio di particolare riguardo per i suoi concittadini all’estero: sono ormai sedici gli Spazi Culturali della famiglia aperti dalla Tunisia in vari Paesi europei, di cui tre proprio in Italia, i quali giocano un ruolo chiave nel processo di integrazione dei migranti, evitando gli shock culturali che il distacco dal paese d’origine può provocare, dando modo di continuare a coltivare le proprie radici e favorendo al contempo una apertura serena nei confronti del nuovo Paese.

Nodo centrale della visita ufficiale di Gianfranco Fini in Tunisia è stata ancora una volta l’economia: dopo aver ribadito la volontà di incrementare la cooperazione bilaterale tra i due Paesi, soprattutto in materia agricola ed energetica, il Presidente della Camera ha voluto confermare con forza il pieno sostegno dell’Italia alla nomina della Tunisia a partner privilegiato dell’Unione Europea, ulteriore tassello di quel processo avviato il 1° gennaio 2008 al momento del suo ingresso nella zona di libero scambio con l’Unione Europea.
Ed è forse anche per conseguire questo ambizioso obiettivo che la Tunisia si è dotata di un vero e proprio programma di riabilitazione economica denominato “Strategia 2016”, dai contenuti innovativi ed assolutamente degni di nota.

La prospettiva tunisina è che da qui al 2016 il settore tradizionale delle esportazioni, composto da agricoltura, tessile, elettricità e materiali da costruzione, subisca un calo del 25%, in favore di un incremento del 20% delle esportazioni del settore emergente di cui fanno parte l’elettronica, le materie plastiche, l’automobile, l’aeronautica e dei settori ancor più di nicchia come biotecnologie e ambiente, per i quali è prevista una crescita pari al 5%.
Sulla scia di queste tendenze, nel Paese è in atto un interessantissimo processo di innovazione e modernizzazione che da un lato mira a rivedere l’approccio al settore tradizionale, con un incremento dello spazio dedicato alla creazione e al design, alla tracciabilità del prodotto e alle certificazioni, accompagnato da un rinnovamento dell’apparato giuridico, volto a conformarsi sempre più agli standard internazionali. Dall’altro, invece, si tratta della scelta di investire grandi energie nell’istruzione e nella ricerca scientifica in modo da rafforzare le capacità del Paese di far fronte alle nuove richieste del mercato, sempre più inclini a privilegiare in ogni settore specializzazione e know how.

Nell’era dell’iPad la Tunisia, con i suoi 400.000 studenti di cui il 30% dedito a studi scientifici, le sue 200 università e i suoi 28.000 ricercatori, cui si aggiunge un investimento in istruzione pari al % del PIL, si sta dimostrando perfettamente competitiva e in linea con le nuove esigenze mondiali.
E i primi grandi risultati di questo processo di evoluzione tecnologica non stanno tardando ad arrivare: il 30 giugno la Tunisia è stata insignita del premio delle Nazioni Unite “Campioni del servizio pubblico”, Regione Africa, quale primo Paese del continente nero ad aver avviato un processo strutturato ed efficace di “governo elettronico”.
Ultima in ordine temporale è la grande ambizione della Tunisia di diventare una piattaforma internazionale di produzione ed esportazione di energia pulita.

Il programma prevede un investimento crescente in energia solare ed eolica, un incremento dell’efficacia energetica e una interconnessione crescente con l’Italia, processo, questo, già avviato con successo in maggio quando l’allora Ministro italiano dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, diede il via ufficiale al progetto che prevede la realizzazione di un cavo sottomarino di interconnessione elettrica, della capacità di 1.000 MW, costruito e gestito da una società mista italo – tunisina, e di una centrale elettrica da 1.200 MW nei pressi di El Haouaria che porteranno entro il 2017 benefici energetici sia per la Tunisia, che ne è carente, sia per l’Italia che potrà così importarne, anche di rinnovabile, a prezzi contenuti.

* Centro di Promozione delle Esportazioni della Tunisia – Delegazione Generale in Italia

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