Calcio: società aperta Vs società chiusa

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di PIETRO PAGANINI

Anche ai mondiali di calcio vince la società aperta. La formazione della Germania ne è la massima espressione: 10 dei suoi componenti sono naturalizzati, quasi metà della squadra non è nata in Germania. A questo dovremmo aggiungere che la media anagrafica non supera i 25 anni. E poco importa se la Germania vince giocando molto bene, questo, piuttosto, non fa altro che confermare la nostra ipotesi. La squadra tedesca riflette il clima culturale e politico del proprio paese. Sbaglia chi sostiene che la politica non dovrebbe occuparsi di sport, che non dovrebbe influire sulle decisioni tecniche perchè non ne ha le competenze. Essa dovrebbe invece condizionarne le decisioni strategiche. La società tedesca è in evoluzione, e il calcio come altri ambiti partecipa ai processi di trasformazione, diventandone, come nel caso dei Mondiali, un modello. La Germania è oggi una delle nazioni più Liberali al mondo. Non solo perchè i Liberali giocano un ruolo fondamentale nella coalizione di Governo (nonostante restino ancora una forza politica minoritaria), quanto perché essi rappresentano un’espressione culturale che sempre più tedeschi oggi abbracciano, che si sintetizza proprio nella società aperta, la società che include ed esalta le diversità piuttosto che disconoscerle. Diversità uguale opportunità. Se il calcio è metafora della vita, citando Gianni Brera, Italia e Germania sono agli antipodi.

In questo caso gli interventi di ministri e politici ci sono molto utili, perchè espressione dell’Italia, non solo di quella che è scesa in campo. Il nostro è un paese ancora impegnato a dividere, escludere e a deprecare qualsiasi tentativo di APRIRSI/esporsi alle diversità. Gli azzurri schierano un “oriundo” acciaccato dopo che per un anno l’intero paese si è interrogato se “nazionalizzarne” un secondo; dopo che per dimostrare che non siamo razzisti se ne voleva portare uno di colore ma nato in Italia. Al pluralismo dei Liberali tedeschi rispondiamo con il “padanismo” dei leghisti e di un intero sistema politico incapace di contrapporre un progetto politico al populismo becero che serpeggia a destra come a sinistra. La debolezza del PdL e del PD è proprio qui, nell’incapacità di contrapporsi, di presentarsi come una proposta credibile, una proposta Liberale, appunto. Non sarebbe solo il calcio a beneficiarne ma l’intero sistema paese. Berlino è ormai un punto di riferimento per la cultura e l’arte mondiale, come lo sono Londra e New York, come non lo è più Milano, come non lo è mai stata Roma.

Sarebbe ora di aprirci alle diversità. Non ci dobbiamo preoccupare solo del fatto che nelle posizioni di comando manchino le donne, dato già grave in se, ma che manchino Hamed, Miroslaf e Arvind. Se non ci interessano le sorti del paese, della sua economia e delle prossime generazioni, facciamolo almeno per il nostro calcio, per vincere i prossimi mondiali.

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