Premio Internazionale alla Libertà VIII edizione

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Lucca – Piazza San Martino
18 giugno 2010, ore 21

I Premiati
Ricerca Scientifica – Gorge V. Coyne
Astrofisico, già direttore della Specola Vaticana

Giornalismo – Ettore Mo
Inviato del Corriere della Sera

Cultura – Gabriella Battaini Dragoni
Direttore Generale del Consiglio d’Europa

Arte – Ferdinando Scianna
Fotografo di fama internazionale

Premio Speciale alla Libertà – Rebiya Kadeer
Leader mondiale del popolo Uyghuri

Il Premio, ripreso da Rai 2, sarà trasmesso il 22 giugno in seconda serata

Per partecipare alla serata è necessario confermare
entro il 15 giugno allo 0583.461725 o premiolucca@yahoo.it

Società Libera è particolarmente grata a Lucca per aver reso possibile lo svolgimento in questa città dell’ottava edizione del Premio Internazionale alla Libertà, che qui assume un valore del tutto particolare. Ricorre infatti quest’anno il centenario della nascita di Mario Pannunzio, autentico lucchese, grande giornalista e sincero liberale. Pannunzio fu liberale intransigente eppure lieve, capace di riorganizzare dopo la catastrofe fascista la presenza culturale dei liberali e di raccogliere attorno ad essa le migliori espressioni di quella tradizione. Sulle colonne del “Mondo” non c’era contrapposizione tra liberali conservatori e innovatori, fra destra e sinistra, fra crociani ed einaudiani, tra liberisti e keynesiani: o, se c’era, era mantenuta a un livello altissimo di confronto intellettuale: esso assicurò così un reciproco arricchimento e un contributo prezioso al dibattito di un’Italia che, assieme alla democrazia, ricostruiva purtroppo consorterie ideologiche, laccioli corporativi e connivenze economico-politiche. Fu questo il segno del fallimento di Pannunzio, del suo cenacolo e in generale della cultura laica?

È la tesi sbrigativa di chi attribuisce all’esperienza liberale un senso fatalmente elitario, di cui è stata espressione la frequente frammentazione della sua rappresentanza politica. La critica è suggestiva, e in parte fondata, ma trascura la sordità alle sollecitazioni liberali da parte delle forze politiche maggiori, espressioni per lunghi anni della fedeltà a dogmatismi e totalitarismi e di ogni genere; nonché la propensione di larga parte della società civile a cercare nella politica protezione e tutela.
In questo senso, la lezione di Mario Pannunzio rimane attualissima e merita di essere riproposta all’attenzione soprattutto dei più giovani: ancora meglio se accompagnata, come in questa occasione, dall’esempio di espressioni spesso eroiche dell’attaccamento alla libertà e della fiducia nella sua forza incomprimibile.

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