Israele: Lodi liberale presenta il libro “Ritorno a Sion”

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Nella 317esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Ritorno a Sion. Breve storia dello Stato di Israele dalle origini ad oggi” insieme a Ugo Volli (Professore emerito di Filosofia e teoria dei linguaggi all’Università degli Studi di Torino), Claudia De Benedetti (Presidente Agenzia ebraica per Israele – Sochnut Italia), David Elber (Ricercatore di Storia di Israele) e Niram Ferretti (Saggista e scrittore).

“La Brigata ebraica ebbe a combattere anche in Italia, con un grande valore simbolico, questa brigata fu poco compresa e attualmente è ancora non accettata durante le manifestazioni del 25 Aprile. Ad ogni modo Lodi Liberale è apertamente schierato dalla parte di Israele, una democrazia liberale vera e propria, non certamente una democrazia che non sia giusta. Lo scacco di Israele è troppo pesante e il 17 ottobre è una data di non ritorno.”

“Il libro in questione parla della storia di Israele dall’inizio alla fine, questo è un libro perfetto per conoscere in poco tempo il percorso della nazione e per insegnarlo a scuola. I personaggi della storia di Israele sono presentati capitolo per capitolo.”

Il professor Ugo Volli ha presentato il suo libro per la prima volta in pubblico cominciando da Lodi Liberale: il libro è stato scritto perché in questo momento tutti stanno parlando di Israele, in tutto il mondo, ma le persone che condannano Israele non lo conosce quasi per niente, specialmente insegnanti e intellettuali che hanno un buco di informazione molto grosso che corrisponde a un atteggiamento da parte dell’opinione pubblica che parte dall’ignoranza.

“L’Italia, rispetto all’Europa, è uno dei paesi che più criticano Israele, solo il 6 per cento delle persone sono convinte che Israele possa difendersi. Naturalmente le persone non sanno che il terrorismo di Hamas e delle altre organizzazioni durano da anni prima del mandato di Palestina del 1920. La Palestina è solo una espressione geografica ed è la parte residuale dei coloni, mai divisa amministrativamente ancora dall’Impero Ottomano, sono scarti di terra libera assegnata per mandato a Israele”.

La vita ebraica è sempre stata nascosta: attualmente c’è chi pensa che sia un occupante, invasore e genocida fuori posto. Cercheremo di capire come mai non è per niente così. Manca l’informazione su Israele e si continua a mescolarlo con gli altri paesi del Medioriente per motivi geografici.

Claudia de Benedetti ha raccontato che cosa sia che ha dato origine a Israele: la salita verso Israele è un percorso che fanno coloro che sono stati dispersi nel mondo. Tutti noi abbiamo imparato tanto di Informazione Corretta e specialmente ci siamo resi conto di cosa significhi la democrazia. Lo Stato di Israele ha solo 77 anni, 27 mila persone sono morte per difendere una popolazione di circa 10 milioni di migranti climatici.

Il Muro di Gerusalemme è un simbolo del mondo intero, dove ogni anno un milione di persone lascia il suo messaggio per il mondo e per la vita. Sono infinite le critiche che possono essere mosse a Israele, molte hanno anche a che fare con le attività che sono richieste dal Dipartimento di Stato americano, ma l’Occidente non entra nel merito della questione e non si occupa di interagire in modo corretto con Israele continuando a procastinare.

Quando i terroristi attaccano gli israeliani non parlano di israeliani ma parlano di ebrei, per questo è diverso il modo in cui si devono interpretare i fatti. Qiesto libro, ha detto la scrittrice, è molto importante perché parla di cosa motiva il Congresso Sionista di Basilea e cosa spinge Israele a continuare a portare avanti la memoria storica. La scrittrice ha parlato della Guerra dei Sei giorni e della Terra di Israele.

Il Presidente Lorenzo Maggi ha effettuato una disamina del movimento Free Palestine, che porta avanti un’ideologia di morte e di repressione, convinti che questa sia la libertà, mentre passa da improbabili capriole in difesa dell’ambiente a battaglie politiche gretine. Dimostrando di non avere peso.

David Elber ha parlato di come è stato preparato questo testo: vengono tratteggiati i punti principali della nascita dello stato moderno di Israele. Purtroppo oggi è fortemente radicata la credenza che Israele non sia nato prima del 1947, con la famosa Risoluzione, ma questo è un elemento che non è esatto. Lavorando sulla storia di Israele è evidente che esso è nato molto prima, la risoluzione ONU è un fattore successivo.

Sono tutti dei miti che si sono creati nel tempo, per questo il libro spiega che le date storiche non sono la storia di un percorso. Il 25 è il giorno in cui il libro è stato scelto perché è una data che nel 1920 è stato compiuto il primo passo ufficiale per la creazione dello Stato di Israele. Nella Prima guerra mondiale il crollo dell’imperialismo è stato parallelo al Medioriente, quando l’Impero Ottomano è caduto e le frandi potenze hanno deciso l’assetto futuro del Medioriente che conosciamo ancora oggi. In questo periodo è nato anche Israele, ma all’epoca in Europa gli Stati nazionali nacquero in modo indipendente. In Medioriente si crearono dei mandati internazionali che avevano lo scopo di creare Stati Nazionali, mano a mano, a seconda della popolazione che li abitava. Tra questi stati c’era anche il mandato per la Palestina.

Nel testo si parla di queste cose. Ma se si legge come recuperare la storia, anche su internet, per vedere i testi originali del mandato per la Palestina, questo è stato designato come Stato nazionale del popolo ebraico, da diventare indipendente dopo un processo dell’ausilio della potenza mandataria, in questo caso la Gran Bretagna. Dunque 30 anni prima del 47/48 con la dichiarazione di Indipendenza.

Quindi la narrazione che Israele sia stato istituito a causa dei Campi di concentramento è falsa. Tra le varie cose è falsa pure questa, visto che il mandato della Palestina aveva una parte a est e una a ovest del Giordano, designato agli ebrei, ma poi il territorio venne ulteriormente diviso il 16 settembre 1922 per farne due Stati. Da questo momento in avanti si può parlare di due popoli e due stati. Uno per lo stato ebraico a ovest del Giordano il 25% per Israele, il 75% uno Stato arabo (la Transgiordania a regno hascemita di Giordania) e questo territorio è stato estratto dal mandato per la Palestina del popolo ebraico.

Nel 1946 il territorio Cisgiordano e Transgiordano erano ancora coordinati, poi diventano indipendenti. La parte rimanente è stata accompagnata dall’ONU per evitare la guerra civile che era già pesante. La proposta fu accettata anche se fortemente penalizzante, gli arabi invece non la accettarono e gli stati confinanti invasero il territorio. In questo modo il patto per la divisione delle terre è stato violato irrimediabilmente dalle popolazioni arabe che non accettano la presenza degli ebrei.

Attualmente, ha ricordato Maggi, gli arabi in Israele sono una piccola minoranza ma sono rappresentati politicamente, anche nei partiti e non c’è paragone tra la rappresentanza degli stranieri in Israele rispetto agli stranieri negli altri Paesi Arabi.

La denuncia di Maggi è che in Italia si utilizzi l’argomento di Israele per fare strumentalizzazione politica a tutti i livelli, anche nelle Università occupate dalle frange Propal. Il Movimento Vogliamo Studiare, che è contrario a queste occupazioni, viene sempre estromesso dalle discussioni, anche se la loro opinione è semplicemente di non occupare le Università per questo motivo.

Niram Ferretti ha introdotto il suo intervento partendo dal 7 ottobre, dal Movimento di Resistenza Islamica di HAMAS, ovvero perché una Resistenza? Secondo le parole di HAMAS resiste alla invasione e al sopruso, ma nel 1988 lo Statuto dell’associazione politica è il Mein Kampf, ovvero la descrizione pragmatica per occupare tutta la regione Palestina per trasformarla in un possedimento eterno dell’Islam, che deve tornare all’Islam come sta scritto nel diritto classico cioè le terre che hanno avuto una occupazione islamica, anche temporanea, è stata definita islamica per volere di Allah senza la possibilità di alcun accordo o conciliazione e argomenti vari, con l’unico dovere per la Jihad come lotta per l’eliminazione del popolo ebraico. Queste persone sono tollerate dal 1988.

Lo Statuto, per essere ammesso alla discussione sui bambini di Gaza, è stato aggiunto nel 2017 sostituendo il termine ebrei con il termine sionisti. Hamas non ha mai preso posizione contro la Siria per il massacro dei bambini in Palestina del nord, si occupa solamente di fare proselitismo contro Israele. Ad ogni modo la campagna di Hamas è fondamentalmente programmatica che il genocidio dell’etnia ebrea. Per questo, in questo contesto, non ha alcun senso parlare di Palestina e di politica, perché chi è sceso in piazza urlando Free Palestine from the River to the Sea significa sterminio del popolo ebraico e nessuno di questi utili idioti che è sceso in piazza potrebbe mai sopravvivere un minuto nelle terre del regime di Hamas. Tantomeno esprimerle.

Martina Cecco

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