Burocrazia, di Ludwig von Mises, a Lodi Liberale

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Nella serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro “Burocrazia” di Ludwig Von Mises insieme a: PIER GIUSEPPE MONATERI, Professore di Diritto privato comparato presso l’università di Torino; ALESSANDRO VITALE, Professore di Geografia economica politica presso l’università degli Studi di Milano; BERNARDO FERRERO, Vicedirettore di Storia Libera.

Il presidente dell’Associazione, Lorenzo Maggi, ha introdotto la serata con una breve riflessione sulla Scuola Austriaca. Ha detto che il libro è un testo di facile lettura, che è stato ripubblicato da Rubbettino con introduzione di Lorenzo Infantino e consiste in una analisi di che cosa sia lo Stato Burocratico, che ritiene che lo stato debba esistere con poche funzioni, limitate, che difendano la libertà dei cittadini. In questa funzione è centrale il concetto economico dei prezzi e del mercato. Nel libro si parla quindi dei ruoli minimi, difesa, ordine interno, opere pubbliche che non si ripagano da sole e gestioni di questioni minime, che non possono essere modulati dalla logica dei prezzi. Mises, ha detto Maggi, esclude dal mercato tutto ciò che viene gestito in modo burocratico, con l’applicazione pedissequa di norme e di regolamenti. Per questo l’analisi è strettamente attuale, anche se non riguarda necessariamente l’Italia. Il libro ha ben 80 anni, ma merita ancora – ha detto Maggi – di essere letto, venduto, comprato, regalato e discusso.

IL CONCETTO BUROCRATICO E’, IN SE’, NEGATIVO

“Il modo in cui gli italiani conoscono Mises è attraverso la conoscenza della sua critica del concetto di piano economico di Stato, nel momento in cui in Italia erano in atto le statalizzazioni dei servizi.” Il professor Pier Giuseppe Monatieri ha cercato di dipanare il pensiero della Scuola Austriaca, per argomenti. “Bruno Leoni è il protagonista della diffusione del pensiero della Scuola Austriaca in Italia.

Le considerazioni partono dal fatto che, la burocrazia, tocca anche le imprese e quindi, in un certo senso, molte imprese, se sono statalizzate, sono essenzialmente un ricalco dell’ente pubblico.. L’impresa però, allo stesso modo, alla lunga, crescendo, assume certi modi. Il professor Monatieri ha quindi descritto come il mercato, in sé, non è gratis, perché il costo transattivo è sempre presente e ci sono dei contratti, che devono essere rispettati. I contratti sono quindi delle risposte alle richieste del mercato.

“La burocrazia è una sorta di necessità del mercato, ma tutto dipende dalla diversa forma di burocrazia. Ogni nazione ha la sua. Un esempio su tutti è quello francese, dove la burocrazia è sempre stata funzionante. A seconda della grandezza delle istituzioni si determina anche il tipo di burocrazia.”

IL BUSINESS CYCLE

“Si tratta del costo per aprire, mantenere e chiudere un’impresa. Lo spirito del liberalismo, nel mercato, è fortemente cambiato, perché Hayek e Mises non sostenevano che la legislazione dovesse e potesse essere superiore alla questione della giustizia, per cui la burocrazia – avendo origini strutturali – non deve perdersi nei regolamenti, ma questi possono essere ridotti, nonostante attualmente i modelli alternativi sono sempre più percorsi che non questi.”

LE CONSEGUENZE DEVASTANTI DELLA BULIMIA BUROCRATICA

“Mises è colpito dalla gestione burocratica, che si differenzia dalla gestione del profitto, con un’azione di Governo che prende il posto dell’iniziativa privata. Questo massimo punto lo abbiamo nel programma ‘Stato e Rivoluzione’ di Lenin. L’assonanza tra la Prussia e la Russia consiste nel fatto che il primo modello prussiano era afferente il modello leninista. Attualmente molti studenti celebrano il leninismo, senza pensare alla sua evoluzione verso il totalitarismo, conseguenza logica di una estremizzazione del potere dello Stato. Questi giovani, che difendono la sorveglianza, il controllo e la burocratizzazione totale, mi mette molta tristezza.” Il professor Alessandro Vitale ha vissuto in Unione Sovietica e ha conosciuto in prima persona il controllo statale dell’economia, la centralizzazione del potere e altre forme di coercizione che – in occidente – abbiamo toccato appena con mano.

“Mises sa benissimo che la burocrazia non è un fatto moderno e contemporaneo, sa che esso è consustanziale alle aggregazioni politiche ed ha avuto delle caratteristiche molto diverse tra nazioni. Con lo Stato moderno e burocratico il controllo è paradossalmente più alto che nell’epoca remota, perché lo Stato totalitarista permea tutta la vita degli individui. Tocqueville riteneva che la malattia dello Stato fosse, in realtà, insita nel concetto di Stato moderno.”

IL MERCATO E’ SEMPRE AL CENTRO DELLA SOCIETA’

“Mises riteneva che anche nel socialismo puro non possa esistere una totale indeterminazione del costo, perché il pianificatore comunque ha in mano elementi per determinare i prezzi, come anche vale per il mercato nero, dove si determinano i prezzi.” Bernardo Ferrero ha presentato la visione di Mises rispetto al pianificatore pubblico, cercando di fare il punto sulle differenze tra socialismo e statalismo e parlando delle prime azioni che ha messo in atto Milei per affrontare il problema della mancanza di liberalizzazione in Argentina.

“Il mercato è alla base della divisione del lavoro che – in Mises – è il fondamento della società. Egli parla anche di divisione intellettuale del lavoro, una divisione che dà origine al prezzo, che non ha senso se è visto in maniera isolata. Mises sostiene che tutti critichino la burocrazia, come qualcosa di lento che non funziona, ma non capiscono che non è la burocrazia la causa dei problemi, ma la statizzazione dell’economia, cioè lo stampo russo sovietico collettivistico o quella formalmente privata, basata sul controllo, che è quella tedesca del socialismo germanico.” Mises sviluppa queste tesi nel libro “Il Governo onnipotente. La nascita dello Stato totale e della Guerra totale”.

IL SOCIALISMO E’ LA CAUSA DEI MONOPOLI

“Se anche ci fosse una sola e unica impresa essa sarebbe portata a migliorarsi e a performare, con una sorta di innovazione prasseologica ed economica, cioè la creazione di valore, che si verifica per principio, grazie a un calcolo economico. Anche le sezioni che non producono direttamente per la vendita, ma che producono per il servizio interno, tendono a performare. Rothbard, sulla base di questa teoria, sostiene che non esista nessuna possibilità da parte di un unico produttore di essere l’unico monopolista, ma questo è possibile solo ed esclusivamente per colpa del governo socialista e delle sue imposizioni.”

LA STATOLATRIA

“In questo libro Mises – secondo Ferrero – analizza anche la componente sociale e parla delle tasse sul reddito e del problema del mancato accumulo di capitale delle generazioni contemporanee, che non riescono a vedere come il profitto sua un margine speculativo e in quanto tale la spinta verso le risorse.”

La serata è proseguita con l’intervento del giornalista Stefano Magni e del professor Paolo Luca Bernardini.

Martina Cecco

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