Raymond Aron “Teoria dell’azione politica” a Lodi Liberale

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Nella 255esima serata di Lodi Liberale in cui presenteremo il libro di Raymond AronTeoria dell’azione politica“, pubblicato da Marsilio, insieme a Giulio De Ligio (Ricercatore associato all’Ecole des hautes études en sciences sociales di Parigi), Angelo Panebianco (Professore Emerito di Scienza politica all’Università di Bologna) e Damiano Palano (Professore di Filosofia politica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano).

Nella serata, ha detto il Presidente Maggi, è stato presentato un libro uscito da pochissimo: un volume importante che presenteremo brevemente. Ci siamo già concentrati su Aaron qualche anno fa. L’opera più divertente e stimolante è l’Oppio degli intellettuali. L’opera di Aaron è pressoché completamente tradotta in italiano. Questo libro è in anteprima mondiale. Riflette in maniera scientifica e chiara un pensiero trascritto dalle sue lezioni settimanali universitarie. Il tema è di attualità: l’approccio alla guerra, che è un avvenimento connaturata all’azione umana. Lo fa confrontandosi con maestri che hanno fatto della forza il loro principio di governo.

IL LIBERALISMO EDUCA ALLE VIRTU’ CIVICHE E MORALI ALLA LIBERTA’

Il Professor Giulio de Ligio ha introdotto la sua relazione descrivendo il suo incontro con la filosofia politica di Aaron ai tempi dell’Università a Bologna: chi non conosce Aaron non conosce la Teoria dell’Azione politica. Gli uomini “Gli uomini condividono nel tempo le azioni, il liberalismo non affronta probabilmente al giusto livello il problema della serietà della guerra, ma certamente il punto di partenza liberale è la crisi e lo strazio dell’ordine internazionale come un insieme di reazioni ai principi liberali, una suggestione in cui Aaron ci rischiara”.

UNA SOCIETA’ PER ESSERE LIBERA DEVE ESSERE INNANZITUTTO UNA SOCIETA’

“Aaron potrebbe essere considerato come un caso imminente che interviene dove l’azione presenta la responsabilità della decisione. Le sue lezioni del ’73 sono la prova della sua comprensione del ‘900. Basterebbe chiedersi che libri ha scritto Aaron: libri sulla Guerra e la Pace, sul ‘900 e non rende semplice capire perché sia stato capace di dare un giudizio istruttivo sui suoi tempi.”

COME DISTINGUERE LA VERITA’ DALLA MENZOGNA?

“Aaron obiettava ai liberale e ai pensatori politici di fare astrazione dell’ordine razionale, nelle sue pagine più intelligenti ha una prospettiva che va oltre alle dottrine, la sua difesa della libertà, risponde a domande che sono concrete, come se fosse una questione che viene dopo la precedente difesa della libertà, come elemento di risposta piena.” Un richiamo all’ordine gerarchico delle questioni che mette al centro del suo pensiero. L’argomento di de Ligio è centrale: “La difesa della libertà è anche la difesa della verità e del ruolo di un corpo politico.”

“Queste trascrizioni si occupano di un tipo particolare di azione politica, diverse sono le prospettive all’interno di come le strategie nel gioco politico dimorano: Aaron parla di questo tipo di azione politica, quella violenta, che punta a prendere il potere, anche con l’utilizzo della violenza. Per quello, in gran parte, il corso, è anche in gran parte un confronto con il pensiero del filosofo della guerra Clausewitz. Un confronto che dura per decenni.”

“Possiamo distribuire i suoi lavori sulla riflessione sulle dinamiche della guerra e contro il fanatismo ideologico.” Il professor Damiano Palano ha detto che durante la carriera di Aaron questi due aspetti li troviamo intrecciati in modo particolare, perché era letto da persone che avevano interessi legati più alle questioni basiche della vita di popolo.

“Per estensione del modello della guerra erano intesi negli ambienti della sinistra radicale del tempo come metafora della guerra adattata a tutti i fenomeni di violenza e conflittualità.”

GUERRA E POLITICA: LA POLITICA E’ IL PROGUIRE DEL CONFLITTO CON ALTRI MEZZI?

“Aaron è un autore prolifico, impegnato nella discussione pubblica, riflessioni sulla guerra e sulle sue dinamiche, polemica contro il fanatismo ideologico sono i due argomenti che principalmente lo accompagnano nei due decenni dopo la II Guerra mondiale. Questi due aspetti si intrecciano in modo particolare.”

Il professor Damiano Palano ha parlato di come la guerra abbia una serie di aspetti che la accomunano al dissenso del popolo, per estensione a questo modello si utilizza come logica e come metafora per interpretare i fenomeni di violenza e di conflittualità sociale. Non sono casuali i passaggi polemici in cui si parla di violenza in senso lato.

“Aaron tende a fare una grande distinzione per non rischiare di cadere nella propaganda. Deve confrontarsi in maniera esplicita con i pensatori del suo tempo. Fa un grande sforzo di pulizia concettuale.” Rimprovera a Clausewitz la sua teoria.

“Il potere all’interno della comunità politica cerca la legittimazione all’interno della comunità dei cittadini. La legittimazione del potere distingue la dimensione interna e interna della politica e la distanzia dalla guerra. Una componente di legittimazione che Schmitt tocca nella Teoria del Partigiano e nel Concetto del Politico.” Il professor Palano ha detto che Aaron ha detto che il ‘900 ha determinato cambiamenti radicali.

IL PERICOLO DELLE IDEOLOGIE

“Osserva che molti principi politici sono stati vissuti non scevri da ideologie, fa l’esempio della contaminazione ideologica in Schmitt. Ma tuttavia al netto delle inimicizie intellettuali, si presti fede al fatto che molti si sono abbeverati al pensiero del metodo in Weber.”

LA VITA BUONA

“I precedenti interventi hanno già messo a fuoco il pensiero di Aaron, un pensatore liberale alla Tocqueville, che fin dagli anni ’30, dopo che ha scoperto Weber, ne ha un grande fascino. Il pensiero di Aaron cade sull’Azione politica e il pensiero come Movimento. Da quel momento in poi dedica il tempo a due problemi: come garantire un ordine politico in un mondo violento tra città tra loro conflittuali e come garantire la libertà in guerra e durante i conflitti violenti.” Questi due temi si intersecano fino alla fine.” Il professor Panebianco ha parlato di Aaron e Hayek come due pensatori fondamentali del pensiero politico.

“Hayek non pensa molto alla politica, ma dedica il tempo agli ordini spontanei di cooperazione naturale privo di pianificatori.”

“Negli ultimi decenni i confini tra interno ed esterno in guerra sono notevolmente cambiati, Aaron non darà una risposta a queste domande, è prudente per quanto concerne le previsioni per il futuro europeo, molto lontano da certi realisti. Il libro è un ponte tra i libri precedenti e il grande libro su Clausewitz di qualche anno dopo. Si occupa dell’aspetto violento della prasseologia politica.”

“Ammettendo che per comprendere Aaron serva imparare le regole, allora è certo che in guerra la politica, messa in croce dalla guerra. La vita buona è all’ombra della guerra e le eccezioni non devono determinare la regola interna all’azione.” Sono intervenuti nel dibattito altri ospiti, Andrea Civili, Paolo Bernardini e Andrea Bitetto.

MC

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