Montesquieu “Pensieri, Massime, Riflessioni” a Lodi Liberale

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Nella 253esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Montesquieu “Pensieri, Massime, Riflessioni“, pubblicato da Edizioni Società Aperta, insieme a Giovanni Giorgini (Professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Bologna), Andrea Bitetto (Avvocato) e Gregorio Fiori Carones (Dottorando in Filosofia politica presso l’Università di Torino).

Lodi Liberale prosegue con un resoconto annuale di soci buono, che ha un buon riscontro, l’associazione da 4 anni organizza una conferenza a settimana, da 10 anni coordina incontri e conferenze inerenti il pensiero liberale. “Noi cerchiamo di far capire il pensiero liberale, che non è unico, non è dogmatico e spesso è confliggente tra le diverse scuole: questa è la sua ricchezza.” Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha presentato il progetto dell’associazione, che vuol valorizzare la libertà, dove è repressa e dove è a rischio, sia con autori contemporanei, che classici, storici, che statisti liberali.

“Il volume è di uno degli autori che Lodi Liberale ha considerato per primo, nel caso dell’ultima occasione di parlare di un libro di Montesquieu fu per conto dell’Ordine degli Avvocati, per uno degli incontri accreditati.”

“Questo testo è una sorta di compendio che completa questo gigante delle scienze sociali, un pensatore che – per chi si dichiara liberale – è senza dubbio un punto di riferimento. Tratta tutti gli argomenti tipici del pensiero liberale e dei suoi valori.”

UN PENSATORE CHE HA CAMBIATO IL MODO DI PENSARE LA DEMOCRAZIA IN SENSO LIBERALE

“L’opera che viene presentata oggi in questo evento è una raccolta, una collezione di frammenti, ed offre grandissime possibilità di lettura. Ho cercato di trovare una possibile linea di lettura tra i vari piani possibili, che fosse non solo di attualità”. Andrea Bitetto ha introdotto la sua presentazione sottolineando, come ha detto Gaetano Salvemini, che non aveva la completezza della scienza umana di Vico, ma lo superava.

“Montesquieu era distante dal razionalismo, era distante dalla Rivoluzione francese, nasce alla fine della Gloriosa rivoluzione inglese, ma non è irrilevante collegarlo con gli eventi storici del periodo. Nelle tre rivoluzioni, insieme non a caso a quella Americana, troviamo risposte alla consapevolezza della dimensione aperta, cosmopolita di questo pensatore: era un possessore di 3 mila volumi, un viaggiatore che conosce realtà completamente diverse, ne resta affascinato e riporta il viaggio nelle sue riflessioni. Il suo cosmopolitismo lo ritroviamo nella valigia dei Padri Fondatori.”

“Il modello inglese si è consolidato pochi anni prima, non è un contrattualista, guarda alla dimensione storica del diritto ma considera che la Monarchia stessa debba essere vincolata alla common law, questo tratto è distintivo del tipo di politica inglese, si differenza dal repubblicanesimo che, al contrario, si fonda prima sulla virtù.”

“La rivolta dei coloni americani contro la madrepatria inglese è dovuta alla lesione delle libertà che erano consustanziali alla natura della legge, no taxation without representation, ovvero non si possono imporre tasse fuori dalla sovranità personale.” Lex quia iussum, non lex quia iustum.

“La moderazione di Montesquieu comprende una libertà nel solco della legge, così come nella dialettica americana la dimensione tra la libertà e la democrazia è immanente, le Bills of Rights sono il calco cristallizzato del momento democratico. Ma il vero bilanciamento non è dato dalla moderazione dei tre poteri dello stato, ma del legista che rappresenta il demos.”

L’avvocato Bitetto ha quindi presentato il riferimento che Montesquieu fa alla “Favola delle api” quando si prefigura degli austeri cittadini che fanno del bene tanto grande quanto lo fanno altri: questo passo è probabilmente precedente alla redazione dello “Spirito delle Leggi” e in Montesquieu troviamo diverse volte un riferimento al Mandeville illuminista ma a suo modo.

I TESTI DI MONTESQUIEU E LA LORO DIFFUSIONE ORGANICA

“Questo testo è originale, non tanto perché non fosse conosciuto, ma perché il modo in cui viene organizzato e come viene spiegato dal curatore lo valorizza. Lo spirito di questo testo è quello di unificare i temi trattati per darne uno spinto di riflessione.” Il dottorando Gregorio Carones cerca di analizzare questo testo attraverso i concetti di ordine e di armonia: una buona teoria deve essere elegante, anche se imperfetta, con un po’ di armonia; Montesquieu è anche un grandissimo umanista, che studia la società nelle sue imperfezioni e nelle sue relatività, polemizza certo con Hobbes, ma anche con Spinoza.

“Il soggetto in quest’opera sta su un micro piano, che è sovrastato da altri livelli di potere e di società: il soggetto libero quindi è colui che consente di realizzare l’armonia e non la limitazione della libertà da parte del sistema, del potere, della natura delle cose.”

“Le consuetudini di un paese, come modi e maniere con cui i cittadini si comportano, sono determinanti per lo spirito delle leggi e vanno semplicemente indirizzate da un buon legislatore che – eventualmente – può anche cambiare. Lo stesso disordine è il primordio di un nuovo ordine. Il corpo sociale cambia e il buon legislatore deve cogliere il cambiamento delle massime e non il cambiamento delle leggi in sé. Il livello macro è la rete entro cui i soggetti si trovano. Il secondo piano meso consiste nell’armonia tra i poteri, cioè la realizzazione di un sistema bilanciato in cui i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario concordino, nella ratio. Nel momento in cui un potere sovra-determina un altro potere allora la vita e le cose delle persone sono a rischio e la libertà è limitata.”

“A livello individuale l’armonia del soggetto è consentita solamente nel momento in cui una legge è chiara, è compresa e viene fatta rispettare: gli uomini che non sono in questa situazione sono schiavi, il dispotismo è un modo di uguaglianza tra i sottomessi, ma in cui la caratteristica comune è la privazione della libertà, dunque, la libertà è un valore che viene prima dell’uguaglianza, per la realizzazione dell’armonia dell’individuo. Non solo un soggetto, ma intere nazioni possono essere schiavi, nella sottomissione a un regime dispotico, ad esempio.” Gregorio Carones ha dunque visto che dietro al cittadino sia l’ésprit del cittadino ad essere volto all’armonia: l’educazione ha una grande importanza nel pensiero di Montesquieu, come in tutto il pensiero liberale, a partire da Adam Smith.

FONDANTE IL PENSIERO MODERNO DELLO STATO LIBERALE

“Montesquieu è stato probabilmente colui che più ha influenzato i Padri Fondatori che partirono per gli Stati Uniti: ora si trova una enorme mole di materiale che viene riunita come qualcosa che deve dare luogo a una forma armonica. Fu un innovatore, che scriveva con alle spalle una lunga tradizione di storia del pensiero politico, ma la cosa più interessante è che – così come riusciva a dare organicità allo spirito delle leggi – allo stesso modo riesce a rendere interessante questa incredibile ricchezza di conoscenze che è data da una inesauribile curiosità.” Il professor Giovanni Giorgini ha dunque proposto una riflessione sulle forme di potere rette e le forme di potere deviate, alla luce della divisione dei poteri. Ha quindi parlato del dispotismo, che secondo Montesquieu è stata la realizzazione che ha avuto storicamente più successo: quando la grandezza dello Stato ovvero le conquiste portano per una via naturale al dispotismo nella gestione del grande Stato, quindi ad esempio il dispotismo asiatico Ottomano e Cinese.

“Il dispotismo è quella forma di governo che rende i cittadini tutti uguali nella schiavitù: quando Montesquieu prende in considerazione la differenza tra dispotismo e governo moderato commenta che la ragione per cui la maggior parte dei governi sono dispotici è che il dispotismo viene da sé, mentre per il governo moderato serve discutere di sistema e di interessi di tutti. Non è semplice.”

“Sulla schiavitù Montesquieu fa delle osservazioni in cui parla dell’istituzione di un diritto in cui un uomo è padrone di un altro uomo, nella sua vita e nei suoi beni, ed è contraria al diritto naturale, perché la causa di questa generazione di potere non è legittima. Dice. Quindi, secondo il pensatore, nonostante fosse presente ovunque, questa pratica non era in sé in linea tra il diritto naturale e il diritto positivo (Liberi e Indipendenti come in Locke).”

Il professor Giorgini dunque ha concluso la sua relazione spiegando come Montesquieu abbia compreso che i pregiudizi del secolo spesso sono stati trascurati, a volte sono stati spinti per personalismo di chi governa, ma spesso sono stati messi da parte perché i pregiudizi e i preconcetti sono una componente umana, ma il male avviene quando i pregiudizi non si criticano, non si esaminano e anzi si applica rincarandone il peso.

Durante la serata è intervenuto uno scrittore, Massimiliano Pappalardo, che ha discusso del concetto di aspettative e desideri: quando un desiderio ontologicamente determinato, diventa volontà di diritto, soggettivo, nel considerare che questa politica attuale contemporanea possa diventare un personalismo, un relativismo dell’individuo che chiede delle leggi per gratificare i personali bisogni, a prescindere dal contesto, come concretizzazione di un’aspettativa di legislazione.

Martina Cecco

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