L’ANTICO REGIME E LA RIVOLUZIONE di Alexis de Tocqueville

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L’associazione Lodi Liberale ha presentato il libro: “L’antico regime e la rivoluzione” di Alexis Tocqueville insieme a: GIOVANNI GIORGINI, Professore di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Bologna; MARIO TESINI, Professore di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università degli Studi di Parma; ROBERTO GIANNETTI, Professore di Storia delle Dottrine politiche presso l’Università di Pisa.

“L’associazione inaugura la X stagione, che si celebra l’11 settembre prossimo: il percorso fin qui fatto ci rende particolarmente orgogliosi, per le adesioni di giovani, per la gestione dei social e per il lavoro che c’è dietro. Siamo all’inizio di un anno associativo per cui è importante ricordare ai soci di rinnovare l’adesione, per sostenere le spese delle serate in presenza.” Il Presidente Lorenzo Maggi ha ringraziato i propri soci, che sono in gran parte persone di primordine.

“Questa sera accogliamo tre professori della stessa disciplina, cioè la Storia delle Dottrine Politiche.”

Il momento è emblematico perché Lodi Liberale alterna su 3 cicli di incontri alternati in presenza e via web, parlando di Grandi classici del pensiero liberale, pubblicazioni di attualità e Grandi statisti liberali nel quinto lunedì del mese.

“Per realizzare un pensiero liberale servono forti ideali, forte leadership e forte cognizione di causa” è emblematica quindi la presenza questa sera di tre professori di storia del pensiero politico su Tocqueville. La democrazia americana fu spiegata per la prima volta da questo autore, che mise in chiaro le differenze tra la Rivoluzione Americana e quella Francese.

Il libro serve a dimostrare che la Rivoluzione Francese impose con la forza certe scelte, che furono il risultato obiettivo della politica condotta precedentemente. La centralizzazione della Francia portò alla rivoluzione.

In questo libro si parla anche di burocrazia, pubblica amministrazione e situazioni di legiferazione normativa pervasiva, che si imponeva con ricatti e favori. Il sentimento religioso cristiano, infine, è citato come esempio di principi di diritto che sono vantaggiosi per la libertà della persona.

LA RIVOLUZIONE FRANCESE DIMOSTRA I GRANDI ERRORI STORICI

“Tocqueville dichiara che in questo libro egli dimostra un amore per la libertà alquanto fuori stagione, che gli viene da molto lontano, come vale per l’altro grande classico. I testi sono entrambi molto difficili da classificare. La democrazia in Europa era alquanto scalcinata, perché si rifaceva ancora a Senofonte e Tucidide.” Il professor Giorgini ha spiegato come e con quali problemi si è presentata, in Europa, l’opzione democratica.

“La Rivoluzione francese, secondo Tocqueville, non si staccò dall’accentramento amministrativo creato dall’Ancien regime, per cui comprendere la rivoluzione è possibile solo in antitesi all’antico regime.”

“La Borghesia francese, ammassando gli operai a lavorare insieme, ha dato forma a una classe parigina di poveri e operai che hanno aumentato la loro coscienza di classe, i philosophes hanno avuto un ruolo chiaro perché tra loro seguivano una dialettica continua, sono autori che hanno influenzato la rivoluzione.” Tutti gli autori che non avevano un ruolo politico, elaboravano sistemi politici distanti dalla natura umana, ma gradevoli da leggere e da studiare.

SOCIETA’ RICCHE E POTENTI, MA CIO’ CHE CONTA SONO I GRANDI CITTADINI E I GRANDI POPOLI

Il presidente Maggi ha riassunto il concetto di religioso, rispetto a Tocqueville: i classici restano comunque dei testi che hanno una certa distanza rispetto a noi e non sempre parliamo di libri facili da comprendere.

LA DEMOCRAZIA LIBERALE E’ TALE SE E’ LIBERALE

“Abbiamo tra le mani un libro a metà tra i compiuto e il non compiuto, Tocqueville aveva in mente un’opera che arrivava al di là da punto di vista cronologico: parliamo di un libro omogeneo, che non richiede una ulteriore parte aggiuntiva per chi arriva fino in fondo e in questo senso assumiamo su di noi la consapevolezza dell’autore, specialmente nelle lettere, dove scrive di sé e delle cose che ha scritto che saranno un tesoro importante per i posteri.” Dopo una lunga carriera politica e parlamentare egli era ancora sulla breccia, ma si rende conto che il destino della Francia non è quello. Il professor Tesini ha fatto un riassunto della situazione storico. Politica della Francia nell’epoca di Tocqueville, intorno al 1850.

“L’opera rende conto di due esiti: la Rivoluzione e la Controrivoluzione del dispotismo autocratico, con la perdita delle libertà politiche e la salvaguardia delle idee rivoluzionarie come violenza e prepotenza.” Il libro è scritto nel contesto del secondo impero, nel 1856 quando largamente è finita la forza della Costituente.

UN PUNTO DI VISTA DIVERSO, LA SCIENZA POLITICA NUOVA IN TOCQUEVILLE

“Mutamenti apparentemente di grande portata non intaccano, in realtà, gli elementi fondamentali della civiltà: la spiegazione di Tocqueville della Rivoluzione francese è più complessa, la sua analisi la vediamo anche da altre tesi, come quella appena esposta nel precedente intervento, ovvero che riguarda la correlazione tendenziale tra il miglioramento delle condizioni economiche e il fenomeno rivoluzionario.”

Il professor Giannetti ha spiegato la teoria secondo cui la vera rivolta e la vera insoddisfazione emergano maggiormente quando iniziano miglioramenti sociali e non nei momenti peggiori. Questa tesi è profondamente contro marxista.

Il quadro in cui si inserisce la Rivoluzione francese è un cambio di crescita, un cambio migliorativo, che è sulla stessa linea del caso della Rivoluzione russa, ma come vediamo oggi accade anche nella Rivoluzione islamica, nella Rivoluzione iraniana. Sono tutti dei casi, come anche quello della Rivoluzione polacca, che sono contesti di miglioramento economico. La tesi di Tocqueville ha dato luogo a molte teorie che hanno tentato di spiegare il paradosso di Tocqueville.

“Noi ci occupiamo di Tocqueville e cerchiamo di capire quali sia il loro paradosso. Nella sua analisi fa riferimento a un modello di azione impermeato sulla razionalità strumentale. Prende le mosse da eventi strutturali che alterano il quadro individuale e cambiano il calcolo degli interessi rispetto persone e attori istituzionali. Si potrebbero fare molti esempi, ma i due più calzanti sono quello in cui Tocqueville si sofferma sull’ordine dello stato in Francia, la sua crescita, come maggior impresa del regno; un altro caso che citiamo è quello ricordato prima, della questione dei contadini, che in Francia erano soggiogati a un potere centralizzato di contadini proprietari che cambiano il loro punto di vista rispetto al potere centrale. I contadini sarebbero rimasti insensibili, altrimenti, ai prelievi, se non lo vivessero come un sopruso.

Martina Cecco

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