Lodi Liberale parla di autonomia differenziata e federalismo, con Gordon Tullock

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Nella 217esima serata di Lodi Liberale è stato presentato il libro di Gordon Tullock “La scelta federale. Argomenti e proposte per una nuova organizzazione dello Stato” insieme a Andrea Giovanardi (Professore di Diritto tributario presso l’Università di Trento), Stefano Moroni (Professore di Etica e diritto del territorio presso il Politecnico di Milano); Paolo Pamini (Professore di Fiscalità presso il Politecnico federale di Zurigo), Roberto Brazzale (Imprenditore) e Lorenzo Maggi (Presidente di Lodi Liberale).

Il presidente di Lodi Liberale ha ricordato che a Settembre l’associazione celebra i suoi primi dieci anni di vita: ha come un unico punto fermo quello del valore della LIBERTA’, da conservare, ampliare il più possibile.

“I classici liberali, i libri contemporanei di argomento scientifico, storico ed economico, gli statisti liberali nella storia, sono gli argomenti che l’associazione tratta nelle pubblicazioni. I 4 ospiti in presenza oggi parleranno di uno dei libri più autorevoli in tema di federalismo.”

“Questo libro mi ha stimolato alcuni argomenti, cinque. Il primo che troviamo disseminato in tutte le pagine, su cui si continua a tornare: un bel segno di umiltà intellettuale, è dove si dice che tutte le istituzioni umane, compreso il mercato, sono imperfette. Dunque si deve scegliere quello che a noi pare meno imperfetta. Allora, anche la scelta federale, ha dei limiti; in questo periodo si parla di autonomia differenziata: da una parte chi la vede come causa della creazione di un paese arlecchino, dall’altra la panacea di tutti i mali. Non è vera né l’una, né l’altra.”

“La seconda osservazione, nel secondo capitolo, riguarda il compito di ogni governo di cui noi subiamo gli effetti e le azioni, ed è quello di soddisfare con la fornitura di beni e servizi la maggior parte dei cittadini.”

“Il terzo aspetto che più mi è interessato è che, la molteplicità di governi (bouquet) che riescono a soddisfare le preferenze di tutti, sono quelli di piccola dimensione, dove i cittadini, in ragione del numero ridotto di soggetti amministrati, possono essere più soddisfatti.”

Il quarto profilo riguarda il tipo di piccoli governi, che non sono solo quelli che danno migliori risposte alle risposte dei singoli, dove la democrazia, nel suo essere un disastro è il meno peggiore dei regimi possibili, che non riesce comunque a soddisfare le istanze delle minoranze. Per una sorta di tirannia della maggioranza. Ci devono allora essere molti governi, alcuni di carattere territoriale, altri che si occupano dei problemi, che trovino accordi tra loro, che garantiscano meglio il soddisfacimento delle preferenze rispetto agli altri e un migliore controllo di cittadini ed elettori su quelli che sono i governi. In questo modo si riesce anche a manifestare in modo migliore il dissenso. Esistono però anche dei casi in cui non sempre piccolo è bello, perché ci sono le economie di scala, dove l’autore dimostra che ci sono dei servizi che possono essere resi solamente dai governi più grandi. Lo Stato, le entità sovra-statuali: la diplomazia, la difesa, la depurazione delle acque.”

Il professor Andrea Giovanardi ha riassunto che sono memorabili le pagine in cui dimostra che, le dimensioni più grandi, non sono effetto del progresso, ma sono le economie di scala che giustificano l’utilizzo della forma di governo sovrastante, che rende in modo più efficiente certi servizi. Occorre verificare che esista un principio di economia di scala: va dimostrata. In linea generale, se non si dimostra questo, il piccolo governo, è il migliore.

“L’ultimo punto in questione è che, secondo l’autore, il costo dei servizi devono essere sostenuti da chi ne fa uso: i cittadini che pagano le spese devono essere di quel territorio, ci deve essere un fondamento di autonomia tributaria, per cui chi chiede le imposte dà i servizi, in modo che il controllo sia più stringente.” Il professor Andrea Giovanardi ha sottolineato quali sono le varie osservazioni che ha tratto dal libro, cercando di collegarle alle istituzioni umane attualmente in vigore in Italia.

OSSERVAZIONI PUNTUALI IN MERITO AI SINGOLI ASPETTI

“Attualmente – ha detto – il dibattito è particolarmente delicato, perché la parola differenziata, sta trasformandosi in asimmetrico, perché in questa differenziazione imperfetta, tutto sarebbe da verificare: oggi, invece, il dibattito è di partigianeria e di opinione e non è verificato.”

“Il compito del governo non è quello di indicare quello che è meglio per l’umanità – ha detto – ma di soddisfare la necessità dei cittadini. Oggi come oggi lo Stato invece si occupa di redistribuire la ricchezza per produrre uguaglianza: tra persone e tra territori. In questo senso lo Stato, oggi, è centralizzato fortemente, perché l’uguaglianza è giustizia, è scopo unico e assolutizzante e sull’assunto che i profili dell’efficienza e delle preferenze dei singoli sia livellato su una soglia minima, invalicabile, che deve essere garantita a tutti i cittadini dello Stato. E’ chiaro che devono esserci dei Livelli minimi di prestazione, ma dipendono dalla finanza pubblica: il destino quindi è che i livelli si abbassano se non ci sono i soldi per pagarli.”

“La conseguenza di questa ideologia molto diffusa – ha detto –  è la totale sottovalutazione dell’importanza dei piccoli governi.”

LE REGIONI NON HANNO FALLITO, NON E’ DIMOSTRATO CHE LO STATO FARA’ MEGLIO

Invece di migliorare la gestione dove lo Stato va male, si colpisce dove va meglio, cercando di allineare i servizi per ridurre il malcontento centrale.

“I costi dei servizi, nei governi centrali, sono sostenuti anche da chi non li usa. La perequazione in logica unidirezionale, da una parte all’altra del paese, capita anche in altri stati, dove ci sono territori meno ricchi che in una prospettiva federale deve essere finalizzato alla riduzione dei problemi e non al mantenimento di una gestione di sussidiarietà verso i mezzogiorno del paese che va sempre peggiorando.”

LE TASSE SONO UNO DEI MODI PER GESTIRE IL POTERE

“Questo libro fa emergere molto questo problema, perché dice che tendenzialmente ogni cittadino dovrebbe pagare i servizi di cui usufruisce: non è l’elogio dell’egoismo, ma un modo per far funzionare meglio le cose. Per spendere i soldi.” Il meccanismo porta al monopolio politico e annulla la democrazia. Il nostro paese è gestito così e andrebbe completamente rivisto.

 

 

IL MECCANISMO CENTRALISTA AUMENTA QUASI AUTOMATICAMENTE LA SPESA PUBBLICA

“Chi ha la capacità di spesa ma non è responsabile del meccanismo, considera solamente il lato positivo della vicenda perché sono soldi già arrivati, il PNRR è un esempio calzante.” Il presidente Lorenzo Maggi ha spiegato come mai non c’è responsabilizzazione nei finanziamenti e negli investimenti.

 

“Leggere questo libro è stato coinvolgente perché spiega in purezza il pensiero di Tullock. Il primo capitolo parla delle Associazioni  di Proprietari. Esse organizzano una serie di servizi e di prodotti e i regolamenti che vigono in quel luogo. Una volta che tutto è venduto, le regole sono condivise. Il contratto sociale è reale e riguarda tutti: gli imprenditori raccolgono i profitti e chi ha acquistato i beni e i servizi deve tenerne le regole.” Il professor Stefano Moroni ha spiegato come mai avere delle regole certe a livello locale, nella piccola dimensione, è utile per il proseguo dei governi, nel mix di governi grandi e piccoli e in termini di tipologia.

“I governi pubblici si occupano sempre di gestire con maggioranza democratica, mentre quelli privati si basano sulle contrattazioni. In questo senso il diritto del singolo è più garantito nel secondo, mentre nel primo va continuamente adeguata la scala per renderla idonea al tipo di servizio richiesto. In questa logica lo sviluppo demografico e tecnologico diventano utili per la valutazione della scala.” Stefano Moroni ha dunque detto che l’innovazione tecnologica è di attualità nel governo. Il mix verticale è quello che riguarda le dimensioni, orizzontale la tipologia.

Leggendo il libro si trovano diverse ragioni per cui il governo piccolo è migliore. Particolarismo, informazioni, controllo, flessibilità, efficienza sono i cinque punti di maggiore soddisfazione.

L’analisi teorica di governo di Tullock si basa anche sulla possibilità di difendere la differenziazione, che si aggiunge al frazionale e al particolarismo; il mix di Tullock non è più un solo autogoverno: serve un termine nuovo per esprimerlo?

Il libro non è più stampabile e rintracciabile, andrebbe riedito almeno per i lettori italiani, si trova in prestito nelle biblioteche universitarie e alcune copie nella casa editrice.

I COMUNI SVIZZERI E IL FEDERALISMO

“In Svizzera il carico fiscale pro-capite è basato su tre diverse imposte, a tre diversi livelli. Gli effetti fiscali svizzeri sono pesanti, si va dall’oltre 50% al 31% minimo che costituisce la forbice di pressione fiscale tra le persone residenti. La cosa interessante è che varia tra cantoni e anche tra comuni.” Il professor Paolo Pamini ha spiegato come mai, se ci si sposta tra comuni diversi, si ha una situazione completamente diversa. Spostandosi da pochi chilometri la situazione cambia.

IL PRINCIPIO DI EQUIVALENZA FISCALE SU CHI UTILIZZA I SERVIZI IN UNA GIURISDIZIONE

“I cantoni svizzeri sono degli stati sovrani a tutti gli effetti, fatte salve le pochissime deleghe alla federazione. Esistono dei comuni intermedi, ad esempio per la gestione delle scuole. La gestione funzionale non coincide con quella politica.”

Al netto dei costi potremmo ben riassumere che il paragone tra Svizzera e Italia è impietoso, un benestante italiano, secondo la proiezione elvetica, è poco più di un povero ed ha molte esenzioni.

The new federalist nel 1787 erano una serie di articoli che servivano a spingere in favore della costituzione americana scritta poi nell’89. Attualmente la JEF in Unione europea, ha istituito un’associazione culturale che parla di queste cose, ma in riferimento ai paesi europei, dove si parla della struttura orizzontale e verticale delle costituzioni.

Il professor Pamini auspica che in Svizzera si possano risolvere alcune dimensioni federali, mentre in Italia possano essere aumentate, ma il punto di approdo è la discussione di un federalismo europeo, che oggigiorno tra i diversi stati rischia di diventare strutturalmente simile agli Stati uniti d’Europa, ma gestiti con una visione locale che sarebbe peggiorativa.

Secondo il presidente Lorenzo Maggi non si potrà nemmeno lontanamente aspirare a una gestione simile a quella svizzera.

Il punto di vista del relatore Roberto Brazzale, ospite noto a Lodi Liberale, imprenditore, ha spiegato come nel suo percorso di impresa in Italia e all’estero, ha avuto modo di osservare la differenza storica di trasformazione degli Stati dal punto di vista politico e parallelamente economico.

LO STATO NON ESISTE, E’ UN’ASTRAZIONE

“In questo momento però – secondo Brazzale – un libro come questo diventa interessante perché l’autore si permette di ipotizzare delle forme di convivenza civile molto particolari.”

LA CONVIVENZA TRA LE PERSONE: GLI STATI SI FANNO MAN MANO, NON A PRIORI

“In uno Stato come quello italiano, che è un’astrazione, dove sta l’indipendenza degli individui e delle istituzioni? Noi ci troviamo a convivere come esseri umani che non possono avere delle regole personali, ma devono condividerle perché le devono mettere insieme con quelle degli altri. La bellezza di ciò è che viviamo in una anarchia assoluta in cui cerchiamo di dare un ordine, che chiamiamo Stato, che ha una logica redistributiva. Tra la scienza e l’amministrazione dello Stato c’è molta analogia. Se la scienza non mette alla base la falsificazione non è vera, ma per la politica è lo stesso. Non esiste una regola, ma ogni situazione ci suggerisce una situazione diversa a seconda del bisogno. In alcuni casi serve avere una dimensione estesa, in altri casi meno estesa.”

SOPRA SI TASSA E SOTTO SI SPENDE

“Ancora oggi i padri fondatori dell’Unione europea, che si stanno rigirando come uno spiedo di uccelli, vive nella situazione che la responsabilità della tassazione e il monopolio della tassazione è innalzato, mentre più si arriva all’individuo, più il peso della responsabilità aumenta.” L’imprenditore Roberto Brazzale ha spiegato che le aree che hanno sofferenza maggiore godono da più tempo del vantaggio redistributivo, il che è dovuto alla propaganda e alla persuasione.

IL DECENTRAMENTO E IL GOVERNO: LA VIOLENZA DELLO STATO SUGLI INDIVIDUI

“Gli italiani sono refrattari al mercato, vogliono le corporazioni ed i consorzi, il modello dell’impresa privata non c’è, perché deve continuare a modificarsi: questa elasticità, che caratterizza le imprese, dovrebbe fare da scuola anche al governo, ma così non è. Le regioni del mondo non hanno alcun ruolo nella politica, lo vediamo anche attualmente nella tragica evidenza ucraina nel Donbass dove, quello che conta, è la sovranità e non il governo, la volontà della popolazione.” Brazzale ha detto che, se è vero che le identità sociali, in ottica del federalismo sociologico, spontanea, analogica, di comune sensibilità, funziona, allora c’è una omogeneità culturale e sociale.”

VOTARE CON I PIEDI

“Ogni 3 morti, 2 nati. Chi vota con i piedi non è solo chi si trasferisce, ma anche chi non nasce, in Italia.”

Ciascuno di noi aderisce al parassitismo altrui in questa gigantesca ottica redistributiva.

Martina Cecco

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