L’eutanasia della democrazia, Lodi Liberale insieme all’Ordine degli avvocati incontra Giuseppe Benedetto

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Nel 171esimo evento di Lodi Liberale di LUNEDÌ 11 aprile è stato presentato un libro di attualità contemporanea, ovvero l’opera di Giuseppe BenedettoL’eutanasia della democrazia“, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme all’autore (Presidente della Fondazione Luigi Einaudi), Nicolò Zanon (Giudice della Corte Costituzionale) e Tiziana Maiolo (Giornalista).

“Il percorso che riguarda la collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Lodi consente di acquisire i crediti formativi: in questo periodo di dibattito pubblico parlare di immunità parlamentare, delle ragioni storiche per cui vennero introdotte delle guarentigie, del perché sono state introdotte in Costituzione, con un volume che arriva alla spiegazione dell’importanza del concetto è una provocazione. In un periodo in cui la classe politica – anche per via del basso livello in generale – viene vista come negativa di per sé, un testo come questo potrebbe attirare gli insulti e l’epiteto di difensore della casta e della classe politica.”

Ripercorrere il dibattito del 1992-1993 consente di ricostruire gli elementi che influenzarono una decisione affrettata. Valutare comparativamente il regime delle garanzie per i parlamentari consente di comprenderne il ruolo in tutte le democrazie moderne. Con la prefazione di Sabino Cassese.

 

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LODI LIBERALE E’ IL SALOTTO DEL LIBERALISMO ITALIANO CLASSICO

L’Avvocato Giuseppe Benedetto così ha identificato l’associazione ospite della serata: “Il periodo che il libro considera va dal 1992 al 1994, una terribile legislatura liberticida, che ha anche visto la modifica dell’articolo 68 della Costituzione italiana. Il libro è schierato, ma non impedisce di segnalare anche una serie di abusi che sono stati fatti da parte di quell’istituto, ad esempio relativamente alla X legislatura, che sarebbe la precedente.”

Giuseppe Benedetto è un avvocato penalista, giornalista ed è attualmente presidente della Fondazione Luigi Einaudi. Il pensiero liberale è noto come un baluardo della garanzia dei diritti, della libertà.

DOBBIAMO APPROVARE QUALUNQUE COSA, SE NO CI VENGONO A PRENDERE CON I FORCONI

Il libro ha un taglio deciso, la storia che si racconta parte dai mesi precedenti la legislatura considerata, contiene numerosi dialoghi e testimonianze dirette, che sono riportate in virgolettato. Nel libro si trovano le persone e i modi che hanno portato a questo marasma che ha tramortito la libertà in politica. Seppure nel cuore di un contesto molto difficile, quello italiano. L’errore tutto italiano, secondo Benedetto, è di aver considerato il concetto delle immunità come una difesa della persona, cioè un mezzo per proteggere un nemico pubblico del popolo, mentre la legge sarebbe stata concepita in linea con quelle europee, con quelle inglesi, con quelle americane, che proteggono la politica in sé, il Parlamento in sé. Tra coloro che si sono maggiormente schierati contro il Parlamento il Generale Pappalardo (noto personaggio pop ndr) che era in Parlamento in veste socialdemocratica e che ha patrocinato questa causa, le istanze del populismo allora nascente, poi crescente, ma forse attualmente declinante.

LA NORMALITA’ E’ QUELLA CHE C’E’ IN EUROPA

“Nel 1989 entrano in vigore le modifiche al Codice di Procedura Penale, le indagini preliminari avevano assunto una determinata funzione, in tale modo si poteva dare un giudizio politico: questa idea arriva a circa il 60% dei voti in Parlamento, siamo nel 1993. In seguito è successo che la democrazia è finita, la manifestazione in piazza è con la vicenda delle monetine a Craxi. Insomma ancora oggi ci portiamo dietro i risultati di quella scelta di intervenire sulla legge in un modo diverso.”

IL DANNI DEL POPULISMO

Aver eliminato l’articolo 68 relativamente l’autorizzazione a procedere penalmente contro i parlamentari ha manomesso l’equilibrio tra Parlamento e Magistratura tradendo la Costituzione come era stata prevista dai padri costituenti. Giovanni Benedetto racconta in modo chiaro come il populismo, con la sua forza improvvisamente esplosa, abbia completamente devastato come un elefante nella cristalleria, il senso del fare politica italiano.

UNO STATO CHE NON ERA CAPACE DI AFFRONTARE I PROBLEMI

La giornalista Tiziana Maiolo ha raccontato di come le dinamiche dall’altra parte della barricata, cioè in politica, fossero davvero sconclusionate, tanto che l’incertezza regnava sovrana, tutti preoccupati semplicemente di non andare in prigione senza motivo, visto e considerato che non c’era alcuna chiarezza su quello che sarebbe accaduto.

L’EPOCA DEGLI AVVISI DI GARANZIA, DEGLI INQUISITI, DEI DISPERATI, ALLA DERIVA

“Lo Stato, non essendo in grado di usare le forze dell’ordine per sconfiggere la mafia, fede le Leggi speciali, che non ci hanno mai abbandonato; in contemporanea era partita la dinamica della presunta pulizia politica all’interno del Parlamento. Quando uno Stato promulga delle leggi improvvise per prendere del tempo nel valutare, rischia – come accaduto – di promulgare leggi non costituzionali” ha detto Tiziana Maiolo.

L’AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE ERA PREVISTA PER PROTEGGERE LA LIBERTA’ NON DALL’ESECUTIVO, MA DALLE LESIONI DA PARTE EVENTUALMENTE DELLA MAGISTRATURA

Il VicePresidente della Corte Costituzionale Nicolò Zanon ha detto che la sua presenza, su questo tema delle guarentigie, sono il cuore dello Stato di Diritto, della divisione dei poteri e dell’equilibrio dei poteri: “Quando cominciavo a studiare il primo tema che affrontai fu proprio quello dell’immunità parlamentare. Ho sempre pensato che è triste rendersi conto che i nostri concittadini non sappiano che il Parlamento è il luogo principale delle nostre libertà. I custodi dei diritti e degli individui non sono i giudici, in realtà, ma il Parlamento. Luogo di creazione e di difesa della libertà dei cittadini nei confronti dei sovrani. La caduta del prestigio del Parlamentare è un grande problema. L’immunità non era un privilegio, ma era funzionale al Parlamento.”

I criteri per il diniego all’autorizzazione a procedere era il fumus persecutionis, ovvero riscontrare già dagli atti delle procure la volontà di nuocere. Aver eliminato questo ha portato notevoli squilibri.

Con il diniego su Craxi e Citaristi, fecero – di fronte alla richiesta presentata per illecito finanziamento ai partiti e corruzione – una sorta di spacchettamento dell’autorizzazione a procedere, votando contro il reato di corruzione. Dunque la Procura di Milano si rivolse alla Corte costituzionale con un ricorso. In quel periodo dunque ci si trovò a dover argomentare le ragioni della Procura, a Roma si tennero le udienze, fu una discussione molto interessante che si concluse però in un nulla di fatto, in quanto approvando la modifica all’articolo 68, dunque avendo tolto la barriera, non era necessario un pronunciamento decadendo la questione. Cessazione della materia del contendere comporta procedibilità. Questo è uno degli esempi che Zanon ha portato: il libro parla anche di queste cose.

In quel periodo i mass media erano attivi nel rilanciare questi argomenti, che avevano una grandissima presa sulla gente.

 

A cura di Martina Cecco

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