Il liberalismo e la Scuola austriaca, in Lodi Liberale

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Nel 157esimo evento di Lodi Liberale di lunedì 3 gennaio è stato presentato il libro di Ludwig von Mises “L’azione umana. Trattato di economia”, pubblicato da Rubbettino Editore, insieme a Lorenzo Infantino (Professore di Filosofia delle Scienze Sociali all’Università LUISS Guido Carli di Roma) e a Raimondo Cubeddu (Professore di Filosofia Politica all’Università di Pisa). Il libro è nella sua meno obsoleta traduzione (rispetto alla prima che era arrivata agli studenti italiani, di UTET) ovvero l’edizione curata da Lorenzo Infantino.

Produttori di conoscenza, la diversità speculativa

Il libro, ha detto il Presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi, è un contributo fondamentale allo studio dell’economia moderna, grazie a un approccio tutto legato all’azione umana come fattore determinante e indispensabile di disequilibrio, che permette un miglioramento e un adattamento progressivo delle situazioni, della vita od economiche nello specifico, relativamente ai vantaggi che ne derivano, in questo caso il profitto.”

“Testi accessibili anche al grande pubblico, che spesso non vengono approcciati, a torto, da chi non è del settore, ma che sono comprensibili per tutti.”

Secondo il moderatore Maggi l’approccio a questo genere di letteratura, seppur non di facile approccio, è di indubbia utilità per tutti.

L’azione umana può essere considerata la maggiore opera di Ludwig von Mises. È stata scritta negli Stati Uniti d’America, dove l’autore, in fuga dal nazismo, è stato accolto come esule politico. Costituisce il momento culminante di una lunga riflessione, tramite cui viene data risposta ai più rilevanti problemi della vita sociale. A Mises è toccato vivere contro il proprio tempo. Ha dovuto affermare le ragioni della libertà in un contesto storico-sociale in cui le correnti ideologiche dominanti hanno portato al comunismo, al nazismo e all’aggressione dello Stato di diritto mediante un diffuso interventismo politico. Mises ha avuto sempre chiara l’idea che la cooperazione sociale si può svolgere in forma volontaria o in forma coercitiva. Anche se promettono il contrario, i programmi politici che impongono la cooperazione coercitiva restringono o sopprimono la libertà individuale di scelta. Il potere totale non produce la libertà totale; genera il dominio totale. Il totalitarismo comunista si basa sul monopolio della conoscenza e su quello delle risorse. E parimenti fa il nazismo. In questo caso, non c’è la formale abolizione della proprietà privata. Ma essa viene di fatto soppressa. È lo Stato a determinare ciò che si deve produrre e quel che si deve consumare, a stabilire i prezzi, i saggi salariali e i tassi d’interesse. Il che non solo impedisce la libertà individuale di scelta. Conduce anche, non diversamente dall’economia pianificata, alla più completa inefficienza. Prefazione di Lorenzo Infantino.

Il professor Raimondo Cubeddu ha ricordato la recente scomparsa del noto studioso Francesco Forte, economista, professore universitario ed ex Ministro delle Finanze e degli affari europei sotto i governi Fanfani e Craxi prima di introdurre l’argomento della serata.

Un compendio di economia che arriva fino al 1948

“Il periodo che Von Mises passa negli Stati Uniti non è poco, per quanto concerne le evoluzioni del suo pensare economico, in Teoria e storia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2008 tradotto da Lorenzo Maggi, lo sguardo è aggiornato secondo un parametro tuttavia stabile rispetto alla collocazione nella scuola austriaca.”

 

Politica e società: le diverse linee economiche nella Scuola austriaca

“In questo libro – che è un trattato sistematico e sintetico -viene fuori una visione chiara, che individua alcune tracce, delle linee, che vanno dritte e filate, nella Scuola austriaca, ben individuate e spiegate.”

Il “valore lavoro” rappresenta la visione della borghesia e dei produttori

“Nel pieno Novecento, due grandi esponenti come Ludwig von Mises e Friedrich von Hayek furono protagonisti, seppure in modo e direzione diversa, dell’interpretazione del mondo come un luogo economico dove l’uomo si muove. Per Ludwig von Mises sarebbe l’uomo, con il suo comportamento economico, a determinare la dimensione della persona, qui ed ora. Egli ne sviluppa l’indagine in tutte le sue declinazioni. La posizione dell’uomo nel mondo, è creatrice e – come in Nietzsche – alla fine dell’ottocento si arriva a determinare che la posizione dell’uomo nel mondo non corrispondeva a quello che era stato insegnato.” Questa visione del mondo si confronta con quella del socialismo, l’opera è del 1922, la seconda edizione rivista del 1933, ne seguono altre.

NDR: letture affini. “L’ ordine senza piano. Le ragioni dell’individualismo metodologico” di Lorenzo Infantino (Autore) Armando Editore, 2008.

Il valore dell’opera

“Questo libro era introvabile: lo trovai da un antiquario. L’edizione UTET è stata ristampata nel 2010 in modo alquanto superficiale, dal Sole 24 Ore. Era la seconda versione, non la terza edizione che è quella su cui si basa invece questa nuova traduzione.”

Il professor Lorenzo Infantino spiega che la vecchia edizione e traduzione, aveva in sé numerosi errori di fatto e anche numerosi errori di concetto. Il significato di talune parti, dunque, tra la prima e la seconda e la terza edizione, nell’edizione italiana le ultime due, è molto diverso per via della mancanza della conoscenza di alcune vicende interne alla Scuola austriaca, che sono invece fondamentali per inquadrare la teoria. In realtà sarebbe stato possibile ovviare a questo dramma di caratura invitando alla curatela qualche esponente dell’istituto italiano che si occupa di studiare questo settore di incubazione economica nato all’ombra dell’Università di Vienna.

In argomento: “La scuola austriaca di economia Un’introduzione” di Eamonn Butler.

Fondata da Carl Menger a Vienna nella seconda metà dell’Ottocento, la Scuola austriaca di economia (che è detta “austriaca” anche se ormai i suoi maggiori autori vengono da altri Paesi) ha interpretato e continua a interpretare orientamenti quanto mai radicali, spesso alternativi rispetto al mainstream.

L’azione umana ha sempre una dimensione economica

“Durante la Prima Guerra Mondiale e la Seconda Guerra Mondiale, con la nascita dei totalitarismi, ci si interroga sulla posizione dell’uomo nel cosmo, come scriveva Max Scheller, che Mises conosceva. Il confronto tra Mises e Max Weber in questo senso è implacabile. Il comportamento umano, secondo Mises, è determinato non dai fini, ma dalla scarsità dei mezzi.” In questo senso Ludwig von Mises prende una direzione più chiara rispetto alla tradizione: l’uomo che agisce non classifica i fini ma li ordina.

“Dunque l’Azione umana è un libro che crea un confronto da cui discendono molte altre cose: sono gli uomini ad agire e non le unità collettive, le unità collettive non esistono, esistono i singoli con la loro azione a determinare (scegliendo e non scegliendo) l’esito delle proprie azioni economiche. Tutto, compreso il tempo, è un fattore economico. L’economia è uno strumento attraverso cui egli articola la teoria dell’azione umana.” Il professor Lorenzo Infantino in questo modo chiarifica la sua teoria sull’equilibrio economico alla luce del disequilibrio.

MC

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