Come funziona l’indice delle liberalizzazioni, in Lodi Liberale

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Nella 23esima serata di Lodi Liberale di lunedì 14 dicembre 2015 è stata presentata l’edizione 2015 dell’Indice delle liberalizzazioni insieme a Rosamaria Bitetti, Giovanni Sallusti, Carlo Gendarini, Alessandro De Nicola, Lorenzo Maggi e Giuliomaria Montini.

L’Indice delle liberalizzazioni indaga il grado di apertura in nove settori dell’economia (carburanti, gas, lavoro, elettricità, poste, telecomunicazioni, trasporti aerei, ferrovie e assicurazioni) negli Stati membri dell’Unione europea e in Gran Bretagna. Cipro (49 punti su 100), Lettonia e Croazia (con 56 punti ciascuna) e Grecia (a 57). L’Italia si colloca a metà classifica con 67 punti. È questo il risultato dell’Indice delle liberalizzazioni 2015, che a partire da quest’anno estende l’analisi dai 15 Stati membri della “vecchia” Europa a tutti gli attuali 28 Stati membri dell’Ue. Obiettivo dell’Indice è censire il grado di apertura alla concorrenza in dieci settori dell’economia per ciascuno degli Stati membri. I dieci mercati esaminati sono: distribuzione dei carburanti per autotrazione, mercato elettrico e del gas naturale, mercato del lavoro, servizi postali, telecomunicazioni, televisione, trasporto aereo, trasporto ferroviario e assicurazioni. Per ciascuno di questi settori, è stata definita una griglia di criteri e sottocriteri per misurare l’efficacia delle dinamiche concorrenziali. In ogni settore, al Paese che risulta più aperto è stato attribuito convenzionalmente un punteggio pari a 100: di conseguenza, il punteggio attribuito a tutti gli altri Paesi è interpretabile come la distanza dalla frontiera. Studiare il grado di apertura alla concorrenza nei diversi Stati membri è importante per tre ragioni: una economica, una istituzionale e una politica. Dall’Indice delle Liberalizzazioni 2015, pubblicato da Istituto Bruno Leoni.

“Convinti che siano strumenti fondamentali da incrementare in Italia, che spesso sono confusi con la privatizzazione, per questo sovrapposti ed ostacolati. Invece la liberalizzazione consiste nell’abbattimento delle barriere per aprire i mercati e consentire una maggiore libertà economica.” Lorenzo Maggi ha sottolineato la disperata necessità italiana di liberalizzare il mercato, togliendolo dalla politica e dandolo in mano agli imprenditori.

“Gli ostacoli principali sono di carattere politico: norme di tipo coercitivo, con modelli che non sono aderenti alla realtà. Liberalità significa aprire i mercati. Cittadini e consumatori sono trascinati in una corrente di efficienza e di miglioramento. Le norme che ostacolano il mercato hanno una concezione della concorrenza statica e perfetta che non è aderente alla realtà. Pretendendo che tutti siano uguali e con una gestione centralizzata si arriva lontanissimi dalla libera concorrenza e vicini al modello sovietico.”

L’Italia si collocava a metà, nel 2015, dopo le nazioni che hanno attuato le riforme per primi. Il processo del miglioramento economico e di mercato, dipende molto strettamente dalla semplificazione e dalla liberazione dalle normative oppressive. L’Italia ha molti lacci che la tengono ferma sul sistema e ben lontana dal concetto di liberalizzazione.

Il motivo per cui l’Italia è incastrata e non riesce a liberarsi dai vincoli è legato al sistema di protezioni: di protezione in protezione la possibilità di liberalizzare è diminuita. In Italia non c’è una reazione perché in molti ambiti si sta ancora bene: il sistema delle riforme dovrebbe tuttavia essere graduale e coinvolgere tutti i settori. Nel breve periodo i lavoratori si trovano in difficoltà, solo in seguito si vedono i risultati, per cui – per fare delle riforme- serve anche progettare un sistema cuscinetto per garantire i servizi a chi è penalizzato nella prima fase.

Lorenzo Maggi è del parere che la mentalità italiana sia lontana dall’idea di liberalizzazione, lo si veda con gli orari di lavoro, con le apertura dei supermercati, l’organizzazione delle vendite (porta l’esempio delle edicole), e quant’altro. Il tutto viene pianificato a monte, per cui permane il disperato bisogno di una cultura della libertà, in questo senso.

QUI l’Indice delle Liberalizzazioni 2020

Indice delle liberalizzazioni 2020 (brunoleoni.it)

 

 

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