Reagan e il Giorno della Liberazione fiscale: quando lavoriamo per noi stessi e per le nostre famiglie?

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Nel 132esimo evento di Lodi Liberale è stata la volta del libro di Gennaro SangiulianoREAGAN. Il Presidente che cambiò la politica americana“, pubblicato da Mondadori, insieme all’autore (Direttore del TG2), Giulio Terzi Di Sant’Agata (Ambasciatore e Presidente del Global Committee for the Rule of Law – Marco Pannella) e Marco Respinti (Giornalista).

Sono liberale perché ho studiato, sono radicale perché ho capito. Marco Pannella

Ronald Reagan è forse uno dei leader politici conservatori più iconici della storia americana. È conosciuto come il leader della libertà e del successo individuale, idee che hanno costituito la base delle sue opinioni su tutto, dall’economia alla religione, al commercio. Le credenze di Ronald Reagan sono diventate un modello per la leadership conservatrice, che molti aspiranti politici mirano a seguire. Ma cosa ha aiutato le opinioni politiche di Ronald Reagan a diventare così ferme, e per questo, così durature?

IL PRESIDENTE CHE TUTTI RICORDANO COME IL MIGLIORE

“Reaganiani indefessi ed impenitenti, come secondo statista non potevamo non presentare il libro sul 40esimo presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Un presidente coerente che ha cercato di imporre le idee che aveva sviluppato nel corso degli anni, che aveva maturato grazie a un percorso di evoluzione che l’ha portato da governatore della California a presidente USA, lasciando dietro di sé una scia di valore andata avanti ben oltre la sua presidenza. Nel libro si citano il famoso Speech e la scena della Curva di Laffer. Resta però da citare anche l’episodio dello sciopero dei controllori aerei. Il presidente Reagan durante il discorso al Giardino delle Rose il 5 agosto del 1981 decise di licenziare 11.359 controllori di volo in sciopero da due giorni, che si rifiutavano di tornare al lavoro. La loro astensione comportò la cancellazione di circa 7 mila voli e violava le leggi federali.” Il presidente di Lodi Liberale Lorenzo Maggi ha introdotto la serata e i suoi ospiti partendo da qui.

Il mio obiettivo non è di approvare nuove leggi ma di farle abolire. Vi ricordo che l’estremismo nella difesa della libertà non è un vizio. E lasciate che vi ricordi anche che la moderazione nella ricerca della giustizia non è virtù“. Da “Il vero conservatore” di Berry Goldwater.

“La forza di un personaggio come Reagan l’abbiamo palpata quando in questi giorni Joe Biden lo ha citato, utilizzando la storia come una cassetta degli attrezzi, con delle intuizioni che ci fanno prefigurare il futuro. Son ormai passati 40 anni dalla presidenza Reagan, che intervenne in un periodo non dissimile a quello attuale. L’America all’epoca aveva una disoccupazione a due cifre, l’inflazione e una situazione di stallo nell’ammodernamento, oggi noi siamo in condizioni per certi versi, analoghe, in occidente.”

Gennaro Sangiuliano ha ricordato che Ronald Reagan ha avuto in mano per due mandati il governo della California: nato sulla main street di Tampico in Illinois, era figlio di una situazione molto umile. Da una famiglia non certo in vista. Con padre alcolista e di origini irlandesi. La famiglia era inserita nella comunità protestante dei Discepoli di Cristo. Lavorò nel cinema e fu parte del sindacato degli attori, prima di darsi alla politica.

IL FUOCO SEMPRE ACCESO DEL CONSERVATORISMO

“Nella Biografia di Giuseppe Prezzolini, che aveva la cattedra della Storia della letteratura italiana alla Columbia University, si spiega il termine CONSERVATORE per come viene visto in USA. Il termine viene dall’indoeuropeo Knavu, colui che controllava che il fuoco non si spegnesse la notte. In questo simbolismo il valore del fuoco viene traslato come valore della comunità. Tocca infatti ai Conservatori salvaguardare il nocciolo fondante dei valori ed identitario di una società, per tirarli fuori quando è tempo di ammodernarli!”

“Tra le intuizioni di Reagan c’è la creazione della Silicon Valley, che per primo mise a punto lo sviluppo improntato alla ICT e alla HT informatica, partendo dalle prime reti internet dopo arpanet. Reagan era presidente quando l’ex unione Sovietica si stava allargando con la sua influenza in tutto il mondo, portando con sé le armi, che aveva in gran numero, rispetto al resto d’Europa, ad esempio.”

UN PERIODO DI POLITICA INTERNAZIONALE CRITICA, BEN AFFRONTATO

Abile in politica internazionale, abile nella gestione dell’impresa militare e nell’investimento in armamenti, abile nella gestione della questione nucleare, negli anni novanta, dopo l’invasione dell’Ambasciata americana a Teheran. Il fenomeno di Reagan non è una casualità sul modello trumpiano, bensì viene da tradizione democratica, sulla corda di Roosevelt, posizione dalla quale lentamente si distacca per divenire l’interprete di qualcosa di molto profondo che si stava creando nella società americana: il pensiero conservatore, appunto.

“Nella dittatura del politicamente corretto è bello ricordare che Reagan e la Thatcher furono in grado di rimettere al centro del mondo la persona, il cives, l’individuo, che nella città moderna è degradato a consumatore con il codice a barre. Egli fu un tentativo di riscatto forte dell’occidente, con un richiamo ai valori distintivi originati dalla civiltà greco romana, rispetto ad altre.” Sangiuliano spiega come Reagan abbia cambiato il sistema dell’approccio alla povertà, stroncando la sussistenza e dando strumenti per alzare la classe proletaria verso il ceto medio: il lavoro non è un fatto salariale, si lavora per promuovere se stessi. 

“Reagan individua nelle troppe tasse la causa del soffocamento della società e dello sviluppo economico, mentre abbassandole si liberano molti fondi per la crescita, certamente non si abbatte nell’immediato il debito pubblico, ma resta una grande nostalgia legata a quegli anni, profondamente marcati dalla sua azione, che non fu solo americana, ma che contagiò tutto il mondo occidentale, con energia positiva, con ottimismo e con pensiero imprenditoriale” spiega Sangiuliano come anche l’Italia fosse una potenza della moda, economica, che negli anni Ottanta si confrontava con Germania e Regno Unito anche grazie all’ottimismo americano.

IN MEZZO A UNA NARRAZIONE SBAGLIATA E DENIGRANTE

Marco Respinti, autore de “Ronald Reagan, Un americano alla casa Bianca” ha preso parte al meeting per confrontarsi con l’autore Sangiuliano, visto che la bibliografia italiana su questo presidente non è abbondante, allo scopo di iniziare a colmare questo vuoto intellettuale.

“Ronald Reagan fu probabilmente il più importante e decisivo presidente degli USA. Il suo operato è facilmente documentabile, anche se gli USA hanno avuto molti presidenti importanti e significativi. La sfida, però, che ha vinto Reagan è stata quella di combattere il comunismo a livello internazionale:”

“Reagan, essendo un politico pervenuto dal mondo del cinema, interpretava la volontà di una parte di questo importantissimo mondo americano, nel centro delle cose, non periferico. Sul piano economico il cinema rappresenta una voca importante e di grande peso, anche come strumento di cultura e di formazione. Anche la stessa epopea del Western, che viene dopo la guerra Civile, si pone come elemento di riconciliazione della cultura nazionale. Viene così a portare quel pensiero, seppure dalle umili origini, che sono quelle dei romanzi e delle main street.”

“Finalmente alla Casa Bianca arrivava un uomo che rappresentava il Sogno americano, fatto di americani che hanno un ideale simile.”

IL PARAGONE CON BERRY GOLDWATER

“Nel 2006 esce un libro che cita il disastro glorioso che portò alla sconfitta Berry Goldwater: negli anni sessanta questa era la prova per l’interpretazione dell’America non rappresentata dalla politica. Seppure vero che il partito Repubblicano perde le elezioni, è anche vero che in quel momento egli portava un ulteriore volto del conservatorismo americano, sfidando prima di tutto il suo partito stesso. Il suo mondo però non scompare e vengono create le Grandi fondazioni, i Think Tank e le riunioni di pensiero.”

“Time for choosing: dopo il grande discorso il 1 dicembre 1964 Ronald Reagan scrive sul National Review un articolo in cui parla del Movimento conservatore e del Partito repubblicano, una scommessa su cui GoldWalter aveva perso. La rimonta comincia a salire.”

LA SERA DEGLI ANCIENT HEROES

Le antiche e provate verità che guidarono la repubblica americana durante i suoi primi giorni bastano ottimamente anche per noi”.

Ci dicono, continua Goldwater, che il conservatorismo è antiquato. Ma l’accusa è assurda, perché i principi su cui si fonda la posizione politica conservatrice derivano dalla natura immutabile dell’uomo. Il metodo conservatore di affrontare i problemi consiste semplicemente nell’applicare la saggezza, l’esperienza e le verità del passato ai problemi d’oggi.”

Il discorso del presidente Ronald Reagan “Tear down this wall” segnò la sua visita alla Porta di Brandeburgo a Berlino il 12 giugno 1987, a seguito del vertice del G7 a Venezia. Mentre Reagan parlava, le sue parole furono amplificate da entrambe le sponde del muro di Berlino, raggiungendo sia i tedeschi orientali che occidentali.

 


UN GIGANTE NELLA STORIA DELL’AMERICA

“Nel fare storia attraverso le vite degli uomini politici e le loro biografie, in senso crociano, si riportano alla luce le diverse sfumature di un’epoca: vedendo la storia come la cassetta degli attrezzi nelle nostre mani per gestire le situazioni e capire che cosa accade intorno a noi, esprimendo delle politiche in grado di servire il bene comune. Si è riflesso benissimo nell’estrema attualità del pensiero di Ronald Reagan.”

Secondo Giulio Terzi di Sant’Agata, e con la contrapposizione tra i due grandi blocchi USA e URSS e con la presenza, importante sul piano globale, dell’Iran, Reagan si trovava anche a dover gestire i fallimenti della presidenza Carter.

Ronald Reagan ha determinato la crescita della potenza americana: il suo mandato termina nel 1989 e lascia un mondo molto diverso da quello che era prima della sua presidenza. Il crollo del Muso di Berlino ha determinato la fine di un periodo nero. Ma insieme a Reagan, anche la presenza di Giovanni Paolo II, che ha contribuito alla fine della Guerra Fredda, terminata senza sparare nemmeno un colpo. Egli, dice Sant’Agata, ha incarnato il cambiamento.

LIBERALE COME POCHI LO SONO STATI

“Il metodo democratico, secondo Reagan, poteva eliminare completamente la nocività e la minaccia di chi pensa che le organizzazioni si possono dominare con la logica bolscevica. Il suo metodo era attuale, nonostante ora viviamo in un contesto di radicalizzazione estrema. Ora come ora lo stesso Biden si trova in estrema difficoltà nel riuscire a colmare il gap sociale tra le sue parti, in America, in un gioco partisan.”

“Reagan utilizzava lo stesso metodo di Biden, seppure con uno stile diverso: quello della ricerca del consenso trasversale. Non sarebbe potuta andare in altro modo: meno spesa pubblica, meno Stato, investimenti di risorse nella difesa, fare deterrente nei conflitti, sono le principali idee alla base del pensiero conservatore di Ronald Reagan.”

A cura di Martina Cecco

 

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