Immondizia, malattie, clandestini, sbandati: Los Angeles e le “sanctuary cities” al collasso, nel silenzio dei liberal

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Più di un anno fa, quando ne parlai per la prima volta, su Atlantico, dovetti premettere che non stavo citando da The Onion, il più famoso news site satirico d’America. Oggi, quando negli Stati Uniti si parla del degrado delle sanctuary cities (traduzione: città rifugio per disperati e sbandati di ogni sorta), non è più necessario precisare: le notizie corrono e ormai è chiaro che il disastro, particolarmente in California, è di proporzioni gigantesche. A Los Angeles, conclamata capitale degli homeless people d’America (che nel corso degli ultimi dodici mesi sono aumentati del 12 per cento raggiungendo il numero di 59 mila persone), le montagne di rifiuti crescono a vista d’occhio, e con esse, inevitabilmente, il numero dei topi. A poco sono serviti – se non sono stati del tutto inutili – i tentativi di ripulire almeno parzialmente le zone messe peggio. Il supervisore della Contea, Janice Hahn, ha definito la situazione “demoralizzante”. La cosiddetta Skid Row area della città, dice all’Associated Press Estela Lopez, direttrice esecutiva del LA Downtown Industrial Business Improvement District, è il “ground zero” della crisi, dove la puzza dei rifiuti domina incontrastata insieme alla violenza. “Non posso camminare per strada senza pensare che una pulce infetta potrebbe saltarmi addosso,” dice la signoraLa sua preoccupazione, per altro, non è affatto esagerata, dal momento che il morso di pulci infette provoca non solo il tifo e la salmonella, ma anche la peste bubbonica. Ad esempio, almeno 9 persone risultano aver contratto il tifo tra luglio e settembre dell’anno scorso nel downtown della Città degli Angeli. E secondo NBC Los Angeles, l’intera contea ha fatto registrare ben 124 casi nell’arco dei dodici mesi del 2018.

Ma l’invasione delle pulci infette come si spiega? E’ semplice, questi insetti sono per lo più trasportati dai topi e da altri roditori, a loro volta in vertiginoso aumento per le ragioni di cui sopra. Insomma, l’incremento della popolazione dei roditori non è solo un fastidio urbano, è un pericolo pubblico. La peste bubbonica è già endemica tra le pulci “ospitate” dagli scoiattoli rurali in California, Arizona, Wyoming e altri stati. I cambiamenti climatici possono sicuramente favorire l’allargamento delle aree infestate dalle pulci portatrici del contagio, portando queste ultime a più stretto contatto con gli umani. “Tutti i cambiamenti climatici che incrementano il numero di pulci fanno aumentare anche la diffusione della pestilenza”, ha detto al Los Angeles Times la dottoressa Janet Foley, professore di Medicina ed Epidemiologia alla University of California, Davis.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso dal punto di vista dell’allarme sociale è stata nei giorni scorsi lo sconsolato grido di dolore di un popolarissimo medico di Los Angeles, un’autentica celebrità i cui interventi sui media nazionali e locali fanno audience da capogiro: Drew Pinsky, conosciuto semplicemente come Dr. Drew. Ospite della trasmissione di Laura Ingraham (The Ingrahm Angle), su Fox News, si è lasciato andare a questa amara confessione:

“In questo momento, a Los Angeles, siamo al collasso totale delle necessità fondamentali della civiltà. Abbiamo un’esplosione di casi di tubercolosi, siamo una delle pochissime città degli Stati Uniti che non hanno un programma di controllo dei roditori, e la raccolta rifiuti è un completo fallimento. Abbiamo avuto casi di tifo lo scorso anno e ne avremo la prossima estate. Sento dire dagli esperti che la peste bubbonica è già qui, e presto si diffonderà attraverso le pulci infette dei ratti. E infine abbiamo anche questa malattia infettiva a trasmissione oro-fecale che si chiama febbre tifoide (da non confondere con il tifo, n.d.r.). Tre casi, uno confermato, probabilmente tre. Una cosa incredibile. Io non riesco a credere che vivo in una città in cui… – questo non è terzo mondo, è medioevo. I Paesi del terzo mondo si offendono se li si accusa di essere in queste condizioni. Nessuna città della terra tollera una cosa del genere. L’intera popolazione è a rischio.”

La California, ha aggiunto Pinsky, non è in grado di gestire questa situazione, per non parlare delle migliaia di immigrati illegali, sprovvisti di qualsiasi documentazione sanitaria, che “inondano” le maggiori città. “Il governo insiste che il problema sono gli alloggi, mentre in realtà abbiamo a che fare con malattie mentali croniche, tossicodipendenza, gente che non vuole abbandonare la strada”, spiega Pinsky. “Se dai loro una casa in cui vivere la rifiutano. Ed è questa la popolazione più vulnerabile. E la situazione è destinata a peggiorare drammaticamente la prossima estate. Sono molto preoccupato per loro”. Infine, se gli si chiede di dare una spiegazione del fatto che oggettivamente i politici liberal stanno facendo troppo poco per alleviare la situazione, egli risponde che sono “disgustosamente negligenti”.

Che dire? E’ incredibile che a fronte di un fallimento così evidente e clamoroso, e con le conseguenze che ne potrebbero derivare, oltre a quelle che già sono sotto gli occhi di tutti, le amministrazioni responsabili non siano state ancora prese d’assalto dai cittadini e contribuenti infuriati. Il tutto nella quasi ignavia, se non nel silenzio assordante, dei media mainstream, di solito implacabili e perennemente a caccia di scoop che possano danneggiare o scalfire la reputazione del conservatore di turno, che si tratti del presidente o dei suoi più stretti collaboratori, oppure del candidato alla Corte Suprema che bisogna massacrare a tutti i costi. Anche questa è l’America.

DI ROB PICCOLI IN ATLANTICO QUOTIDIANO

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