TFF 2017: “La scelta di Quintino” (Orizzonti Vicini)

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Bella la Resistenza moderna di Quintino; “Non dimenticarci!” gli hanno raccomandato i suoi compagni partigiani e allora lui ha fatto della sua seconda parte di vita, quella più lenta, un manifesto di resilienza: ad Arodolo, sopra la bellissima Molina di Fiemme, dove l’aria cruda “taglia” sia in estate che in inverno, c’è L’Albero che Parla, in realtà un personalissimo monumento alla Resistenza Partigiana (di nome Fagioli).

Serviva dover arrivare a 93 anni a vivere sul maso in alta montagna, per spiegare ai giovani che il senso della vita è attaccarsi ad essa e non – invece – combatterla? Probabile che sì, visto che Quintino Corradini è riuscito ad arrivare a raccontarla al Trento Film Festival 2017, nel cortometraggio di Gabriele Carletti, giornalista.

La mattina di Quintino inizia con un pochino di movimento; sopra la testiera del letto un gran bel quadro di femmina, un nudo provocante. E poi: Zabov “alla Trentina” di orzo e lupino e grappa, da “durarlo” tutto il giorno, allungandolo via via.

“La scelta di Quintino” – in venti minuti circa – parla di un uomo che in inverno resiste al freddo con la legna, al buio con i pannelli solari e le candele, toglie l’acqua che non si ghiacci e la porta in casa con il secchio; egli vive con la semplicità e la naturalezza di chi ha deciso di arrivare, da solo, fino a dove il tempo gli darà coscienza. Un occhio lo ha perso in battaglia, durante la guerra, mentre la memoria non fa scherzi, nonostante un ictus. Moderno quanto basta: “se la testa non funziona più, puntura”.

Non è un eremita, anzi – volentieri – se la vive nel lato difficile: un passo dopo l’altro stando attento a non scivolare specialmente sulla neve, con le Clarks, appoggiato al bastone, gira fino alla stalletta dove ci sono le caprette, dove c’è il cane, a volte se lo vanno a trovare è contento.

E allora così: con il pigiama – fatto come quelli di una volta, di felpa – di notte e col suo gillet addosso – e il camicione di felpa a scacchi – di giorno, risponde alle pressioni delle figlie che lo vorrebbero a valle. Quintino ci racconta in modo semplice e diretto la Resistenza: idea, sentimento e scelta, fino alla fine.

Tuttavia – eccezione d’obbligo – il I Maggio, data importante, è sceso fino a Trento per vedere il “suo” film.

In replica il 05.05 alle 15.15 presso il Cinema Modena a Trento.

A cura di Martina Cecco

Foto di Carletti

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