Figure dell’Italia Civile: il libro di Pier Franco Quaglieni

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E’ il titolo che mancava nel nostro panorama editoriale. Un saggio capace di guardare la crisi politica e morale dell’Italia di oggi con la lente di ingrandimento puntata sull’esempio e i valori lasciati in eredità dagli uomini di ieri.

“Figure dell’Italia civile” (Golem edizioni) ,anche in ebook, è il nuovo libro di Pier Franco Quaglieni. Trenta ritratti di italiani che hanno lasciato un segno importante nella storia più o meno recente. Trenta personalità della politica, della cultura, dell’economia e del giornalismo tratteggiati nelle linee essenziali con finezza e attenzione al dettaglio, riuniti in una galleria ideale che si snoda dalla prima metà del Novecento alla vigilia dei nostri anni, per ricordare al lettore quanto la conoscenza del passato sia utile per comprendere e quindi reagire davanti alle difficoltà del presente.

Ecco i maestri del liberalismo, da Luigi Einaudi a Marcello Soleri, i padri della Costituzione e delle libertà repubblicane da Piero Calamandrei a Leo Valiani, le personalità della politica, del giornalismo e della cultura da Mario Pannunzio a Norberto Bobbio, Federico Chabod, Adriano Olivetti, Primo Levi, Mario Soldati, Indro Montanelli, Carlo Azeglio Ciampi, Alda Croce, Carlo Casalegno, nomi che, in epoca recente, sono stati accantonati troppo in fretta nell’archivio della memoria collettiva.

Una memoria che Quaglieni, direttore del Centro “Mario Pannunzio” di Torino, lascia emergere nell’analisi di un percorso storico declinato da un doppio punto di vista: rendendo omaggio, da un lato, “a quell’Italia che contribuì, dopo il 1945 a far rinascere il nostro paese dalla guerra perduta ricostruendo le istituzioni democratiche e creando il benessere della Nazione” e, dall’altro, posando lo sguardo, in prospettiva, sull’Italia di oggi.

A questo proposito, il giudizio di Quaglieni è sferzante: “La volgarità ha raggiunto livelli inauditi che hanno fatto perdere il senso stesso del valore della cultura e del suo rapporto con la politica intesa come disinteressato impegno civile al servizio della società”. La situazione è seria, per non dire drammatica, eppure il giudizio dell’autore di “Figure dell’Italia civile” non è ispirato dal pessimismo.

Nell’allestire la galleria dei personaggi, Quaglieni ha diviso i loro nomi in due capitoli: “Le radici”, “Maestri e amici”, definizioni dietro le quali il confronto con le idee lascia sempre spazio al fattore umano, rappresentato spesso in aspetti inediti o poco noti. E’ così che il lettore del saggio, procedendo lungo la conoscenza dei trenta ritratti, finisce per formarsi un’idea precisa: in ogni epoca della recente storia italiana, dal dopoguerra alla contestazione, dagli anni di piombo a Tangentopoli e oltre, l’Italia ha avuto uomini capaci di andare controcorrente.

Personalità che hanno sfidato le mode e i conformismi (Pannunzio, Montanelli), non si sono arrese alle intimidazioni sessantottine (Franco Venturi), hanno difeso e rafforzato le istituzioni (Ciampi), hanno pagato con la vita (Casalegno ed Enzo Tortora) la coerenza alla dignità delle proprie idee.

Ricordando l’attività del Centro “Pannunzio” a Torino, nelle ultime pagine del volume, Quaglieni scrive: “Ci sono stati anni difficilissimi ma le difficoltà non sono mai cessate perché un Centro libero, senza appoggi politici, a Torino o in qualsiasi altra realtà diventa un fatto scomodo, antipatico, da combattere specie con la congiura del silenzio”.

Ma il silenzio, verrebbe da dire, non ha avuto partita vinta. E la pubblicazione di “Figure dell’Italia civile” ne è la prova più positiva e evidente.

Di Mauro Anselmi

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