La corsa alla conquista della Casa Bianca attraverso un videogame

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La corsa per la Casa Bianca incalza e la data del rush finale, ovvero l’8 novembre, si avvicina. Donald Trump per i Repubblicani ed Hillary Clinton per i Democratici, chi vincerà?

Per saperlo possiamo certamente affidarci ai sondaggi d’opinione, ma non vi piacerebbe avere voi stessi la possibilità di partecipare – in prima persona – a questa appassionante gara politico-elettorale, anche al fine di comprendere meglio i meccanismi che regolano il sistema di voto negli Stati Uniti d’America?
La Eversim, casa produttrice francese di videogame geopolitici, ha, allo scopo, diffuso un nuovo pc game: ovvero la nuova versione di “The Race for The White House 2016” (acquistabile e scaricabile al sito: http://www.theraceforthewhitehouse.com oppure sulla piattaforma Steam al link: http://store.steampowered.com/app/525080), i cui protagonisti sono proprio loro: Trump e Clinton, oltre che alcuni candidati minori, ovvero la verde Jill Stein, il libertario Gary Johnson, il leader del Constitution Party Darrel Castle ed uno stravagante personaggio chiamato Alison Looper, che concorre con l’Alison Party.
Una volta scelto il nostro candidato, il nostro scopo sarà quello di muoverci sulla cartina degli Stati Uniti d’America, partecipando alle varie Convention, esponendo così il nostro programma, tentando in questo modo di fare presa sia sul nostro elettorato tradizionale, che su quello potenziale.
Nel gioco ciò avviene scegliendo fra le numerose dichiarazioni pubbliche che ci verranno proposte e riguardanti ciascuna i temi di stretta attualità degli Stati Uniti d’America. Una volta selezionata la dichiarazione programmatica che riteniamo più appropriata, il nostro candidato apparirà in televisione e farà la sua dichiarazione. Ciò determinerà un aumento oppure una diminuzione dei nostri possibili consensi. Se ad esempio la nostra dichiarazione pubblica sarà in sostegno dell’ambiente è molto probabile che otterremo il consenso verde e che presto saremo contattati dalla lobby ambientalista, la quale sarà ben lieta di finanziare la nostra campagna elettorale. La stessa cosa avverrà se ad esempio il nostro programma sarà incentrato sulla diffusione delle armi da fuoco o in favore dei diritti degli omosessuali o in favore dei ricchi petrolieri: la lobby di riferimento ci sosterrà pubblicamente attraverso cospicui finanziamenti.
I finanziamenti in questione ci saranno pertanto utili a finanziare la nostra campagna elettorale attraverso: l’acquisto di appositi spazi pubblicitari televisivi (avremo la possibilità di decidere lo slogan del nostro spot ed in quale Stato USA farlo trasmettere); l’acquisto e diffusione di manifesti pubblicitari; l’apertura di nuovi comitati elettorali che ci saranno utili anche per incrementare ulteriori entrate; il finanziamento di una massiccia campagna sul web.
E’ chiaro che, come nella realtà, più finanziamenti riceveremo, più sarà facile tentare di convincere i potenziali elettori a suon di spot e pubblicità massiccia!
Potremo inoltre incrementare le nostre entrate partecipando ai vari convegni di raccolta fondi organizzati dalle varie associazioni e lobby: da quella degli attori “liberal” a quella dei petrolieri, dei fondamentalisti religiosi e così via.
Sono previsti, inoltre, ben tre dibattiti televisivi fra candidati. Il giornalista porrà loro specifici quesiti (sempre diversi in ogni partita !) e a turno i candidati dovranno rispondere entro uno specifico tempo limite. Un apposito sistema di “sondaggio istantaneo” è in grado di misurare il gradimento del telespettatori e quindi dei potenziali votanti e, pertanto, a fine dibattito, sarà incoronato un vincitore, il che gli permetterà di incrementare i suoi consensi ai fini della corsa verso la Presidenza degli Stati Uniti d’America!
A fine campagna, ovvero l’8 novembre…ecco arrivare i risultati: apparirà dunque la cartina degli USA e, Stato per Stato, saremo in grado di vedere quanti delegati il nostro candidato sarà riuscito a conquistare. Osserveremo pertanto la percentuale di voti del nostro candidato ottenuti in quello specifico Stato e, se i voti saranno maggiori rispetto a quelli del nostro avversario, avremo conquistato lo Stato e tutti i suoi delegati. In questo senso è sempre bene focalizzare la campagna elettorale sugli Stati con il maggior numero di delegati, quali ad esempio il Texas, la California e la Florida, ovvero quelli che potrebbero far pendere il piatto della bilancia dalla parte del nostro candidato.
Un videogame simpatico, divertente e realistico per comprendere meglio i meccanismi delle elezioni statunitensi ed alla fine porsi comunque un quesito amaro: ma è davvero una forma di democrazia popolare rappresentativa?
Di Luca Bagatin

1 COMMENTO

  1. E come c’era da aspettarsi, gli Americani hanno dato il ben servito ad Obama, il peggiore presidente degli Stati Uniti, superando perfino Jimmy Carter quello del pasticcio con l’Iran…
    Dunque, contrariamente a ciò che i media tradizionalmente di sinistra sostenevano, ha vinto nuovamente e finalmente il candidato dell’odiato capitalismo…
    Eppure, alla RAI c’è stato addirittura chi sostenesse che il socialista dichiarato Sanders l’avrebbe potuta spuntare; pura illusione perché quello, non avrebbe preso più del 20% dei voti della stessa Hillary…
    Ora, chi faceva il tifo a sinistra, potrà ricredersi e capire che il discorso di Trump era solo per ottenere voti ed ha capito meglio di tutti cosa bisognava dire per vincere… Ed ora, speriamo – io ci credo – che riesca ad emulare il grande Reagan…

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