Scomparso Renato Altissimo: ex ministro e leader del PLI

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E’ morto Renato Altissimo, ex segretario del Partito Liberale Italiano dal 1986 al 1993 e più volte ministro. Sotto processo per la tangente Enimont, fu poi condannato per finanziamento illecito dei partiti. Da tempo malato, era ricoverato all’Ospedale Gemelli di Roma. Nato a Portogruaro, Altissimo aveva 75 anni e fu anche vicepresidente Confindustria. Proveniva da una famiglia proprietaria di una fabbrica dell’indotto Fiat vicino a Torino. L’esponente Ncd Fabrizio Cicchitto, in una nota di cordoglio, lo definisce “intelligente e colto”.

Come scrive l’agenzia Ansa, Altissimo fu protagonista di primo piano del Pentapartito che dominò gli anni Ottanta della politica, in cui si mosse da esponente di spicco del Pli. Fu, deputato in cinque legislature e ministro: nel governo Cossiga I, nei governi Spadolini I e II e nel governo Fanfani V da titolare della Sanità, nel governo Craxi I da responsabile dell’Industria.

Celebre anche per essere un ‘viveur’ e un assiduo frequentatore delle notti romane – in particolare di quel ‘Tartarughino’ che fu un buen retiro serale per diversi esponenti della Prima Repubblica – Altissimo, volto abbronzato, fronte ampia e immancabile basettone, fu travolto, come tanti altri, dal principale processo giudiziario di Mani Pulite, l’inchiesta sulla maxitangente Enimont. Lo scandalo delle mazzette da 150 miliardi non travolse solo Altissimo coinvolgendo nomi celebri come La Malfa o Forlani e sotterrando, di fatto, il Pli. Altissimo, che nel 1993 ammise di aver ricevuto diversi milioni in maniera illecita, fu definitivamente condannato a 8 mesi nel 1998. Venti anni dopo, con un libro scritto a quattro mani con Gaetano Pedullà e pubblicato nel 2012 tornerà su quegli anni raccontando le sue verità ed inediti retroscena sotto un titolo che non lasciava spazio a dubbi: “L’inganno di Tangentopolì.

Il suo percorso politico, però, non si concluse. Nel 2014, tornava infatti sulla scena con ‘I Liberali’, movimento che, promuovendo il rilancio dell’economia e un’accelerazione sulle privatizzazioni, raggruppa, tra gli altri, alcuni pilastri del liberalismo italiano come Alfredo Biondi e Carlo Scognamiglio.

fonte: R.it

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