Senza Unione federale il destino degli europei e’ segnato

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GIULIO ERCOLESSI: “L’’EUROPA VERSO IL SUICIDIO?
prefazione di Federico Orlando
” Ed.Dedalo, Bari
marzo 2009 – ISBN 9788822055125
pp. 240 – brossura – f.to 12,5 x 21 cm
16,00 €

Perché cambiare l’’Europa? Il pamplhet di Giulio Ercolessi dà una risposta a questa domanda che ci poniamo, soprattutto, in questa vigilia elettorale.

GIULIO ERCOLESSI: “L’'EUROPA VERSO IL SUICIDIO?“Un futuro di progressiva irrilevanza nel mondo globale pare essere il destino ineluttabile dell’Europa se gli europei non sapranno correre per tempo ai ripari.” L’autore vede un possibile suicidio di questa Europa intergoverntativa. La conseguenza di questo suicidio è, forse, la scomparsa della nostra società del benessere? Forse. La conseguenza più grave, però, potrebbe essere la scomparsa della nostra società libera.

Dice Ercolessi: “E, con l’’irrilevanza dell’’Europa, è destinato a venir meno almeno metà del peso nel mondo globale di una civiltà politica che avrà certo molti torti e colpe da farsi perdonare, ma che è anche storicamente portatrice delle conquiste della democrazia liberale, dei diritti umani, del ‘rule of law’, cui molti europei e molti occidentali continuano ad attribuire un valore e una vocazione universale; e cui molti, anche fuori dei confini dell’Occidente, continuano a guardare come a un modello che meriterebbe di essere oggetto di ulteriori espansioni e trapianti. ”

Giulio Ercolessi in gioventù è stato segretario del Partito Radicale pannelliano. In età matura ha rivolto uno sguardo al di fuori dei confini nazionali. Attualmente è animatore di una bella rivista (“Gli Stati Uniti d’Europa) che riproduce la testata di una rivista ottocentesca tenuta a battesimo da Hugo, Jhon Stuart Mill e Cattaneo. Questa rivista è distribuita in allegato alla storica rivista “Critica liberale” diretta da Enzo Marzo, altro ex giovane ribelle liberale.

Ercolessi da seguace di Spinelli, Rossi e Colorni non poteva essere anche un visionario. Immagina un difficile modo per cambiare il destino dell’Europa.

“Il processo di integrazione potrebbe… riproporsi in forme nuove…Se…i paesi non intenzionati a procedere sulla via dell’integrazione federale, e anche uno solo di essi, possono bloccare qualunque modifica dei trattati vigenti…non potrebbero invece impedire ad alcuni Stati membri di procedere autonomamente fra di loro sulla strada di qualcosa di simile ad una fusione federale: un processo analogo a quello avviato con il Benelux prima ancora della creazione dell’Europa comunitaria…”

Indubbiamente è un modo difficile per cambiare il destino d’Europa, ma perché, superando la vocazione nazionale (e un po’ nazionalista) dei partiti attualmente in circolazione, non costruirci attorno un partito europeo riformatore di liberali e di democratici? (bl)

INDICE: Prefazione di Federico Orlando – Premessa – Cap. I. L’Europa, unita verso una tranquilla estinzione politica. Un destino che non è ineluttabile –- Cap. II. Liberi tutti? I costi dell’irresponsabilità degli Stati -– Cap. III. L’’Europa degli Stati, vittima e capro espiatorio delle loro deficienze –- Cap. IV. In lode dell’Europa dei mercanti –- Cap. V. I confini delle identità politiche –- Cap. VI. L’identità europea: retaggi atavici e modernità europea –- Cap. VII. L’identità europea: radici cristiane e laicità dell’Europa –- Cap. VIII. L’identità europea: “gabbia d’acciaio” o Europa del diritto e dei diritti –- Cap. IX. Le alternative all’Europa federale –- Cap. X. I confini dell’Europa politica –- Cap. XI. La lista d’attesa: i Balcani -– Cap. XII. La lista d’attesa: l’anello esterno –- Cap. XIII. La lista d’attesa: la Turchia –- Cap. XIV. Come uscire dall’impasse –- Cap. XV. Schizzo di un’idea europea molto costruttivista – Prima postilla: del multilinguismo e della democrazia – Seconda postilla: Italia extracomunitaria

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