Trasparenza nelle Università

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Al via la nuova campagna Trasparenza nelle Università. Appello ai 66 Rettori degli atenei pubblici: “Impegno a favore del whistleblowing per rompere il muro dell’omertà”


Quella sull’istruzione è la madre di tutte le battaglie. Chiediamo un meccanismo per difendere e incoraggiare chi segnala corruzione, malaffare, nepotismi e raccomandazioni negli atenei pubblici.

Prende il via Trasparenza nelle Università, la nuova campagna di Riparte il futuro, promossa da Libera e Gruppo Abele in collaborazione con il Forum Nazionale dei Giovani, Cgil, Cittadinanzattiva, LINK Coordinamento universitario, Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza, Centro Iniziativa Democratica Insegnanti, Movimento Studenti di Azione Cattolica e Federazione Universitaria Cattolica Italiana.

“Clientelismi, corruzione, baronato, raccomandazioni: quando qualcuno nel mondo dell’istruzione approfitta del suo ruolo per guadagnare un vantaggio personale distrugge molto più di quello che pensa”, spiega Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera. “Oggi siamo tutti chiamati a rompere il muro del silenzio, della complicità e dell’omertà: non c’è più tempo da perdere”.

La campagna vede la mobilitazione attiva degli studenti, degli insegnanti e della società civile: un vero e proprio fronte in movimento, non solo per dire basta a tutto quello che non va nel mondo dell’istruzione ma soprattutto per veicolare proposte concrete di cambiamento strutturale e culturale. “Non è un caso che il diritto allo studio venga garantito dalla Costituzione” aggiunge Fontana. “Chi danneggia le nostre università aggredisce la fiducia nel sistema pubblico che è alla base del nostro domani”.

Così interviene Giuseppe Failla, Portavoce del Forum Nazionale dei Giovani: “Si tratta di un’iniziativa importante, che vedrà protagonista il mondo dell’associazionismo giovanile al fine di cambiare le nostre università modificando anzitutto la mentalità e la cultura di chi ci studia e lavora. Serve scardinare le logiche clientelari presenti nelle accademie rovesciando la cultura del ‘non vedo, non sento, non parlo’ e trasformando invece i cittadini in vere e proprie ‘antenne’, in grado di captare e segnalare corruzione e malaffare, richiamando le istituzioni pubbliche a fare la loro parte. A guadagnarne sarà il sistema di istruzione e tutto il Paese, perché appalti puliti significano risparmio di denaro pubblico e migliori servizi, concorsi e carriere trasparenti significano spazio per i giovani meritevoli”.

La richiesta è chiara: Riparte il futuro vuole sostenere un meccanismo che possa esporre e arginare le illegalità che possono accadere dentro e fuori dagli atenei. Per farlo serve difendere e incoraggiare chi segnala corruzione, malaffare, nepotismi e raccomandazioni. Si tratta dei whistleblower: letteralmente “chi suona il fischietto”, un’espressione per indicare chi sceglie di rompere i muri del silenzio sulle illegalità a cui talvolta può capitare di assistere. L’istituto è stato introdotto in Italia dalla legge anticorruzione del 2012.

“Gli atenei possono fare molto” aggiunge Fontana. “Chiediamo a tutti i rettori dei 66 atenei pubblici italiani di impegnarsi a favore del whistleblowing. Le università devono concedere una protezione efficace a chi denuncia episodi d’illegalità che avvengono al loro interno, incoraggiando la segnalazione di pratiche illegali e predisponendo massime tutele per chi ha il coraggio di parlare. E chiediamo a tutti, studenti, docenti, ricercatori, precari, di rompere il muro del silenzio complice”.

Per i dettagli della richiesta e per seguire la petizione in tempo reale: www.riparteilfuturo.it/istruzione

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