Usa: la fine dell’estremismo repubblicano?

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di DOMENICO MACERI

“Insomma, il troppo è troppo”. Ecco come ha reagito Jan Brewer, repubblicana, governatore dello Stato dell’Arizona per spiegare la sua imposizione del veto su due proposte di legge approvate dal Senato e Camera statali. La prima avrebbe richiesto la prova di cittadinanza di tutti i candidati presidenziali. La seconda avrebbe permesso di portare armi da fuoco nei campus universitari pubblici.
L’anno scorso la Brewer ha invece firmato alcune leggi polemiche, una fra le quali molto severa contro i clandestini, che i tribunali hanno bloccato in parte perché le questioni di immigrazione sono il territorio del governo federale.
Il veto della Brewer sembra indicare che i repubblicani siano andati troppo a destra. Lo si è visto alcuni mesi fa quando Scott Walker, il governatore del Wisconsin, ha fatto approvare leggi antisindacali le quali hanno suscitato fortissime manifestazioni contro i repubblicani.

Al livello federale sembra anche che i repubblicani abbiano già oltrepassato la linea. Il piano di riduzione al deficit approvato il mese scorso dalla Camera senza nessun voto democratico sta già causando grossi grattacapi.
L¹architetto del piano, Paul Ryan, chairman della Commissione al Bilancio, è stato fischiato dai cittadini del Wisconsin durante uno dei suoi town hall, un incontro per spiegare il disegno di legge.
Il piano di Ryan ridurrebbe il deficit ma comporterebbe tagli ingenti al Medicaid, l’assicurazione per i poveri. Allo stesso tempo cambierebbe il Medicare, l’assicurazione medica per gli anziani, con un sistema di voucher, in effetti privatizzando il programma.
Il piano consegnerebbe gli anziani alle assicurazioni private e in un certo senso eliminerebbe un programma che anche se non perfetto è molto popolare con gli americani.

Altri parlamentari repubblicani hanno ricevuto simili accoglienze dai loro cittadini arrabbiati con il piano di Ryan. Il parlamentare Lou Barletta della Pennsylvania ha anche subito l’ira di alcuni cittadini del suo distretto. La parlamentare Mary Bono della California è stata anche lei accusata dai suoi elettori di volere eliminare il Medicare. Il parlamentare Charles Bass dello Stato del New Hampshire è stato accusato da alcuni dei suoi elettori di consegnare gli anziani alle grinfie delle assicurazioni private.
I sondaggi nazionali dovrebbero preoccupare il Partito Repubblicano. Il 65% degli americani si oppone alla privatizzazione del Medicare, secondo un sondaggio della Abc. La maggioranza degli americani, secondo un altro sondaggio, favorisce l’aumento delle tasse ai benestanti per risolvere la questione del deficit.

No, ribattono i repubblicani. Noi vogliamo salvare il Medicare perché i costi sono insostenibili considerando il deficit federale.
Chi ha causato il deficit? Proprio loro, i repubblicani, guidati dall’ex presidente George Bush con le sue due guerre e la riduzione delle tasse.
Basta ricordare solo che quando il presidente democratico Bill Clinton era in carica il bilancio aveva generato un surplus.
Ma gli americani non sono bene informati. Il 27% dei cittadini statunitensi, per esempio, non crede che Obama sia cittadino americano. Ciò ha spinto il presidente a rilasciare il suo certificato di nascita.

Ciononostante sembra che gli americani si siano svegliati all’ideologia repubblicana ed i suoi pericoli.
Anche in California, lo Stato nazione nella costa del Pacifico, ottava potenza economica mondiale, i cittadini si sono resi conto che non si può colmare il buco al bilancio solo con tagli. Un recente sondaggio suggerisce che la maggioranza favorisce l¹aumento delle tasse per prevenire tagli stratosferici alle scuole ed altri servizi.
Fino ad oggi i democratici sono rimasti poco attivi e non hanno reagito.
L¹eccezione è il presidente Obama il quale ha etichettato il piano di Ryan come “radicale”. Lo è.

Riflette in parte l’attuale estremismo del Gop (Grand Old Party) soprattutto se si considera che quando il Social Security ed il Medicare sono stati approvati una buona parte dei legislatori repubblicani votarono a favore.
Ma negli ultimi trenta anni il Partito Repubblicano si è spostato talmente a destra che nulla lo può soddisfare. Ciò si vede soprattutto con il famoso “pledge”, la promessa solenne che molti repubblicani hanno firmato sostenendo che non voteranno mai per un aumento delle tasse.
I repubblicani hanno vinto la maggioranza alla Camera l¹anno scorso in parte per gli urlatori del Tea Party e la riforma sanitaria di Obama etichettata socialista. Adesso, i repubblicani stanno cercando di agire a modo loro.
Mancandogli il controllo del Senato e della Casa Bianca potranno fare poco.
Infatti, alle prossime elezioni non sarebbe sorpresa se perderanno anche il controllo della Camera.

Domenico Maceri, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

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