I meriti di Berlusconi e le colpe della sinistra

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di THOMAS MARGONI

In questi giorni importantissimi per il Paese, che vedono il Consiglio dei Ministri approvare un disegno di legge costituzionale di riforma della Giustizia epocale, che va a modificare punti fermi oramai da troppo tempo, il dibattito verte non di rado sul concetto che il Governo guidato da Silvio Berlusconi abbia intaccato, e non solo con questo provvedimento, dei privilegi che certe classi di persone sembravano detenere quasi per diritto divino.

Ebbene, proprio all’interno di una simile temperie, la sinistra italiana, il Partito Democratico in primis, levano gli scudi, sostenendo che le leggi del Governo vanno a peggiorare profondamente la vita dei cittadini. Attenzione, la sinistra post-comunista si autodefinisce ‘riformatrice’ per eccellenza, dunque incorre in un’immediata contraddizione con se stessa. Certo, gli esponenti di questa parte sostengono che le riforme vanno fatte, ma in maniera diversa: resta però l’impressione di un’incoerenza di fondo. Ed è probabilmente tale incoerenza a determinare, più che altre motivazioni, le ripetute sconfitte politiche di questi ultimi anni.
Era stata già la riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione a creare polemiche a non finire, con dipendenti pubblici e sindacati a imbracciare lance e fucili per difendere certi pretesi diritti, creati da decenni di abitudini consentite e finanche favorite da governi compiacenti, naturalmente scudocrociati. I partiti dell’opposizione hanno gridato allo scandalo, ritenendo danneggiati una buona fetta dei loro elettori, giacchè l’eredità democristiana viene considerata loro prerogativa, con tutte le storture che creò e che molti vorrebbero mantenere in vigore anche oggi, in un mondo diverso e in condizioni economiche già difficilissime. Ma attenzione, se l’Italia ha il terzo debito pubblico al mondo è proprio a causa delle folli politiche economiche messe in campo dalla Democrazia Cristiana nei suoi 45 anni di regno incontrastato, costellati di sprechi e pensioni dorate anche a ragazzi di 35 anni.

Ebbene, è visto come l’orco chi mette mano alle sperequazioni, cercando di rendere il Paese credibile e soprattutto vivibile, andando contro caste chiuse e clan di privilegiati che spesso si tramandano di generazione in generazione il potere di banno su certe ‘riserve di caccia’ (vedi magistrati, notai, avvocati, commercialisti). Naturalmente, non può che risultare inviso chi si pone ‘contro’ poteri molto forti, e ciò non significa volere vedere Silvio Berlusconi come un salvatore, ma come un vero riformatore, laddove il centro-sinistra si è riempito solamente la bocca di parole fatue ed inutili. Il caso della Giustizia è assolutamente emblematico, con l’Associazione Nazionale Magistrati subito pronta a fronteggiare la riforma al grido di ‘Vade retro, Satana’, perché verrebbe lesa l’indipendenza della magistratura, creando in più ingiustizie per il cittadino. In realtà, la legge attuale costringe spesso ad attendere 10 anni per una sentenza, implica gradi di giudizio e ricorsi sfiancanti che minano l’integrità psicologica di chi è coinvolto, magari innocente, non garantisce soprattutto la parità tra accusa e difesa. Nessuno sostiene che un magistrato non possa sbagliare, come chiunque, ma come chiunque deve pagare per i suoi errori. Altrimenti, si viene a creare una zona franca, una torre d’avorio d’impunità dal sapore dittatoriale.

E la sinistra, cavalcando certe proteste a difesa di corporazioni privilegiate, non riuscirà mai ad essere veramente competitiva e riformatrice.

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