Il coraggio di dire addio ai monogruppi

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di PIER ERNESTO IRMICI*

Da quando si è insediato il nuovo Consiglio regionale sono nati, nello schieramento di centrodestra, due nuovi gruppi, Mpa e FeL, formati da un solo deputato.
Non mi interessa ora giudicare se essi sono nati per ragioni ideali o per motivi di bassa cucina, il lettore che segue le vicende politiche penso che abbia già espresso la sua valutazione. La questione che voglio prendere in esame, invece, è quella di un Consiglio di settanta deputati regionali con ben quindici gruppi, di cui cinque costituiti da un solo consigliere.

E’ una situazione resa possibile dall’art. 12 del regolamento regionale, oggi del tutto obsoleto ed inadeguato alle esigenze poste dalla riforma elettorale del 1995.
Esso rispecchia ancora la superata logica del sistema proporzionale ed è in contraddizione con lo spirito del maggioritario e del bipolarismo. Mentre, infatti, la legge elettorale, in coerenza con lo spirito maggioritario di cui è espressione, incentiva l’aggregazione dei partiti politici, privilegiando i gruppi di coalizione che sostengono il candidato alla Presidenza, l’art. 12, al contrario, favorisce lo sbriciolamento della rappresentanza politica, producendo gravi inefficienze nel funzionamento degli organismi assembleari.

Basti qui fare tre esempi: a) le complicazioni nella formazione e nelle attività delle commissioni legislative, la cui composizione deve essere consiliari; b) l’esposizione della conferenza dei capigruppo, che svolge la fondamentale funzione di organizzare i lavori, al rischio di risultare pletorica; c) in generale, in generale, sono resi più disagevoli i lavori delle Commissioni e quelli d’Aula. Tutto ciò senza tenere conto dei costi connessi alla presenza di un numero elevato di gruppi consiliari.

La modifica dell’art 12 è pertanto una necessità urgente e non più rinviabile per superare, al di là del fatto che comporta un aumento della spesa, incoerenze di sistema, ma anche concrete inefficienze organizzative che incidono sui tempi della produzione legislativa e sulla qualità dell’iter decisionale.
Dobbiamo anche avere la consapevolezza che, per rendere coerente l’organizzazione dei lavori del Consiglio regionale, a questa modifica è fondamentale, per coerenza, contemporaneamente coniugare quella dell’articolo 14 che istituisce ben 16 commissioni permanenti, troppe, come ho già avuto modo di evidenziare prima dell’estate proprio su queste colonne.

Come l’articolo 12, anche il 14 risponde alla stessa logica del sistema proporzionale che per sussistere necessita di molte poltrone, sempre insufficienti, per poter mettere pace in una realtà frammentata.
Il gruppo del PdL ha avviato una seria riflessione su questa spinosa questione, ci auguriamo che anche gli altri partiti che hanno a cuore il consolidamento del sistema maggioritario prendano una chiara posizione per superare rapidamente i limiti presenti negli articoli 12 e 14.

*Pier Ernesto Irmici
Cons. regionale del PdL

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